Su Netflix è disponibile dal 15 settembre Once upon a crime, un giallo a tinte fantasy (o meglio dire fiabesche) con una rivisitazione moderna di personaggi molto conosciuti. Diretto da Yuichi Fukuda con Kanna Hashimoto, Yuko Araki e Takanori Iwata. Il film made in Japan è ispirato al libro di Aoyagi AitoAkazukin, Tabi no Tochu de Shitai to Deau.
La trama di Once upon a crime
C’erano una volta Cappuccetto Rosso e Cenerentola. Le due fanciulle si incontrano nel bosco e riescono ad andare al ballo del Principe, grazie alle magie di una fata che dona loro vestiti e carrozza. La prima parte della storia è abbastanza nota, la seconda scombina un po’ le carte. Le ragazze si ritrovano, per caso, a risolvere uno strano crimine: l’assassinio del barbiere di corte. Ecco che Cappuccetto Rosso indossa i panni da detective e prende la guida delle indagini tra supposizioni e interrogatori al Principe, alle sorellastre, ed altri personaggi di contorno. Il colpevole viene trovato e, con alcune sorprese e stravolgimenti, anche stavolta riescono tutti a vivere felici e contenti.
Nel mondo incantato di Once upon a crime
Costumi, acconciature da ballo, scarpette di cristallo e foreste incantate. Il film di Yuichi Fukuda mette in scena una fiaba moderna macchiata di tinte gialle su sentieri già accennati dalla tradizione favolistica occidentale. Tra le figure femminili, Cappuccetto Rosso è quella che più si presta al ruolo di investigatore (a partire dalle incalzanti domande alla nonna-lupo). I costumi, molto colorati e ricchi di dettagli, inquadrano da subito l’atmosfera di un mondo incantato: è così nella foresta, ma soprattutto nel grande sfarzo del palazzo reale, alla corte del re, dove tutti si recano per partecipare al ballo. I personaggi non sono molto sviluppati nella loro individualità, ma sono piuttosto pedine nella scacchiera.
Ognuno di loro ha o ha avuto scambi recenti con il parrucchiere assassinato. Un po’ alla “invito a cena con delitto” o alla Cluedo, portano avanti la struttura narrativa, a volte suscitando qualche dubbio agli occhi dello spettatore che segue la storia.
Una fiaba, non un revival
Once upon a crime è una storia giapponese che si muove tra fiabe occidentali. Lo dimostrano la trama e i personaggi conosciuti: non mancano il topo-cocchiere e la fata madrina, un po’ in veste di strega dei ghiacciai. Basato su un romanzo, quello di Aoyagi Aito, il film non ha la pretesa di essere né un capolavoro, né un live action della Disney o della Marvel, come l’ultima Sirenetta: si vede a livello di effetti speciali (immaginando costi di budget leggermente più contenuti).
È un film, tra Oriente e Occidente, che va preso come una fiaba nuova che si ascolta per la prima volta, ad esempio quando si è bambini. La trama intrattiene, fa compagnia e ci conduce al finale con un pizzico di curiosità e di aspettative. Il risultato non può essere stabilito dal principio, ma quello che rimane è un momento piacevole di ascolto.
Quante volte è capitato di seguire la storia fino a conoscere la fine, di arrivarci trasportati dalle dinamiche del racconto, a prescindere dall’esito?
Once upon a crime
Anno: 2022
Durata: 107
Distribuzione: Netflix
Genere: commedia, giallo
Nazionalita: Giappone
Regia: Yûichi Fukuda
Data di uscita: 15-September-2023
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