‘Patagonia’: recensione dell’infuocato esordio alla regia di Simone Bozzelli
Yuri, ragazzo rinchiuso da una zia che lo tratta come un bambino, trova nel giovane girovago Agostino la spinta ad andarsene e a lasciarsi dietro una gabbia di troppo amore e un noioso paese della costa abruzzese
All’ultimo festival di Locarno, proprio il regista ha definito il suo film un’illusione di libertà e insieme un gioco di forza e dipendenza: due coordinate che spiegano perfettamente il cuore pulsante della sua opera prima.
Patagonia nasce in un tumulto, dall’incontro e dallo scontro del romanzo di formazione e del road movie: alla fine non è nessuno dei due, non si percorre nessuno dei sentieri soliti, eppure c’è qualcosa di già visto dentro questa sceneggiatura scalpitante (scritta dal regista con Tommaso Favagrossa), ma ancora di più dentro le immagini di un film che brilla delle e nelle sue imperfezioni.
Patagonia è un film di scrittura, certo, ma la sua bellezza risiede nella forza delle sue immagini che si sporcano tra una sequenza e l’altra, infiammate dai due protagonisti Andrea Fuorto e Augusto Maria Russi.
Un film incendiario: perché se il cromatismo della fotografia si accende di tonalità appassionate, l’alchimia tra Fuorto e Russi crea una sorta di elettricità statica che percorre tutta la storia, che è fatta di gabbie fin dalla primissima immagine.
Nella quale Yuri (Fuorto) guarda un cucciolo di cane rinchiuso, ma la ripresa avviene da dentro la gabbia e le sbarre sembrano imprigionare il ragazzo. Da lì in poi, tutto il suo percorso sarà all’interno di steccati, di confini, di chiusure: gabbie di carne, di metallo, mentali, sociali, economiche.
È tutto Patagonia a svolgersi nella distanza che lega gli opposti, padroni e servi, dominatori e dominati, genitori e figli, vittime e carnefici, ed ecco allora l’intuizione -brillante- di Bozzelli, che segue i fili di queste correlazioni e li spariglia, mostra le sbarre (come nella sequenza di apertura di sopra) ma ne mostra insieme contemporaneamente l’illusorietà, perché se sei da una parte o dall’altra è solo questione di punti di vista.
Le vite di Yuri e del suo amico/carnefice si disciolgono in un vortice liquido che risucchia velleità, sogni e frustrazioni di provincia, impolverandole con la noia, insozzandole con l’urina, mentre si dimenano tra fragilità, inibizioni, ribellioni e piccole grandi violenze.
Patagonia non è una presa di consapevolezza, però: ha la dolcezza e la crudeltà di un romanzo di formazione abortito.
I due personaggi centrali (punti focali di tutto il racconto e che con il fuoco vivo negli occhi di Fuorto calamitano magneticamente ogni attenzione) non riusciranno a sfuggire dalle sbarre che hanno costruito nelle loro menti.
Bozzelli gira in maniera anarchica, che non vuol dire senza regole.
Rispetta la sintassi -e infatti il film si muove tra quei due generi lì- ma restituisce un’opera potente e disturbante perché sfiora un cinema senza compromessi né estetici né di visione né di idee.
Per questo la scelta della musica techno è particolarmente felice, quando sottolinea in maniera frenetica e ipnotica la danza confusa di queste povere anime che si scambiano umori, abbracci, rifiuti e liquidi corporei.
Bozzelli, Fuorto e Russi creano una triangolazione emotiva che lascia senza fiato, in un vortice che non fa sconti.
Fuorto e Russi (anche lui incredibile, alla sua prima prova davanti la macchina da presa) sanno creare il vuoto intorno a loro, muovendosi per scatti e sobbalzi: non è la prima volte né il primo film che si addentra allora nel sottobosco dei diseredati, ma di certo lo sguardo lucido ed entomologico del regista, con la sua narrazione poggiata esclusivamente sulla forza delle immagini, non dà giudizi di sorta ed evita la trappola emotiva.
Patagonia, come tutte le opere prime, vive di contrasti: ma in questi contrasti Bozzelli sa mettere passione e follia, e mette in scena un cinema furioso e disturbante mentre viene percorso da fulmini e scosse elettriche.
Il trailer:
Patagonia
Anno: 2023
Durata: 112
Distribuzione: Vision Distribution
Genere: drammatico
Nazionalita: Italia
Regia: Simone Bozzelli
Data di uscita: 14-September-2023
Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers