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Sentiero Film Factory

‘Cani ‘: un cortometraggio crudele e suggestivo

Un microcosmo apocalittico è il contenitore claustrofobico di una vicenda che sa di sangue, polvere e morte. Al Sentiero Film Factory 2023

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Cani

Cani, il cortometraggio scritto da M.G. Naar e diretto con Andrea Banfi, con protagonista Ruben Santiago Vecchi e Marcello Mazzarella, è in concorso al Sentiero Film Factory.

Crudele, intenso e suggestivo.

Un microcosmo apocalittico è il contenitore claustrofobico di una vicenda che sa di sangue, polvere e morte.

La trama di Cani

Un Uomo e un bambino sono costretti a vivere nel mondo dei combattimenti clandestini fra cani. Il bambino viene sfruttato come i cani di cui si occupa; come loro, vive in una gabbia dalla quale non è possibile fuggire. Non ha amici, desideri o interessi. È un automa con precise funzioni, che ripete giorno dopo giorno. Soltanto un casuale incontro sarà in grado di accendere la speranza in lui.

Cani

Il mondo apocalittico di Cani

Cani rappresenta un mondo senza speranza, senza sogni e luce. Tutto, compresa l’esistenza dei protagonisti, viene messo alla catena, come i cani costretti a lottare fra loro. Un’esistenza grigia che puzza di sangue, polvere e metallo, freddo come la morte.

M.G Naar e Andrea Banfi decidono di ambientare la loro storia in un luogo apocalittico. Scheletri di vecchi edifici proiettano la loro ombra spettrale sulla scena e impediscono la vista dell’orizzonte. C’è sempre un ostacolo alla vista di spazi aperti e luminosi e quando il sole fa capolino questo sembra incapace di riscaldare con i suoi raggi.

Lo stesso vale per l’azzurro del cielo, quasi mai inquadrato e, quando avviene, è coperto da grosse travi di legno di un tetto malandato. Un microcosmo senza via d’uscita, che richiama alla mente la sciagura dei campi di concentramento. Una scenografia, realizzata da Andrea Cafieri, che riesce a esprimere il malessere dei protagonisti catturati da questo mondo spietato.

 Cani: un’esistenza in gabbia

Il bambino e l’uomo, interpretati da Ruben Santiago Vecchi (Fiori sopra l’inferno) e Marcello Mazzarella (Rumore), non hanno passato, non hanno nome. Si muovono nello spazio senza consapevolezza del proprio essere e in loro regna solo la rassegnazione a un’esistenza senza sorpresa, ingabbiata come i cani che accudiscono. I due protagonisti di Cani sono scarnificati. In loro non scorre la vita e appaiono come due automi. Non c’è il calore della carne, ma il freddo del metallo, come quello della scavatrice usata per coprire di terra i cani morti a causa dei combattimenti. E di metallo sono fatte anche le gabbie dei cani, il ring dove lottano fra loro fino alla morte e l’esistenza del bambino e dell’uomo, sfruttati, in modo diverso, da una stessa forza, anch’essa senza calore, ma fredda appunto come il metallo.

Gli autori scelgono di non indagare sul trascorso dei due protagonisti. Preferiscono, piuttosto, soffermarsi sul presente, rappresentato con un realismo estremo e crudele, alla pari della vicenda. Un realismo così estremo, che diventa fragile, sbriciolandosi sotto i colpi d’immagini generate dalla sofferenza allucinatoria di un sistema che ha un’unica funzione: lo sfruttamento.

Il metallo, il sangue, la morte

I cani vengono sfruttati dall’uomo, ma questi viene sfruttato da qualcosa che si trova al di sopra di lui. Il bambino e l’uomo, così, diventano il simbolo dello sfruttamento. Entrambi, anche se in modo diverso, appaiono ingabbiati come i loro cani.

Ma ad un certo punto il bambino si scrolla di dosso il suo ruolo di automa. Il guaito di un cane creduto morto e rinchiuso in un sacco nero, risveglia il suo essere. Il freddo metallo si sostituisce con il calore della carne, che però ben presto inizia a sanguinare e la morte torna a regnare, rappresentando l’unica salvezza per un mondo senza speranze. All’uomo, dal canto suo, non resta che scavare l’ennesima buca, ma questa volta forse ha trovato anche lui la consapevolezza e la forza di abbattere la sua gabbia metallica.

Cani, prodotto da Matteo Guiducci, è un cortometraggio con una forte connotazione sociale, evocata con un linguaggio filmico coraggioso, a tratti poetico. M. G. Naar e Andrea Banfi non fanno sconti a una società senza scrupoli, senza umanità. Un’opera senza dubbio ostica, ma intelligente, arricchita da un cast ben diretto, una fotografia e una musica curate rispettivamente da Angelo Gatti e Roberto Clerici, che riescono alla perfezione nel loro compito, offrendo al film un sostegno emotivo in sintonia con la storia.

Per consultare il sito de Sentiero Film Factory clicca qui

Cani

  • Anno: 2023
  • Durata: 15 minuti
  • Distribuzione: Premier Film Distribution
  • Genere: cupo
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: M.G. Naar e Andrea Banfi

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