‘Refugee girls’ è il documentario di Leonardo Cinieri Lombroso, presentato nella sezione Concorso Italiano, sezione lungometraggi, di Visioni dal mondo – Festival internazionale del documentario.
Il film è stato prodotto da Unimed all’interno del progetto Uni(di)versity, finalizzato al sostegno degli istituti di istruzione superiore Europei nel loro percorso di accoglienza di studenti e rifugiati.
La trama
Refugee girls segue le vite di Robina, Bozhena e Sofia, il nuovo volto delle migrazioni europee. Giovani rifugiate, scappate dai conflitti nel loro paese per avere l’opportunità di continuare a studiare e forse costruirsi un futuro migliore.
Robina dall’Afghanistan è oggi a Roma, studia a La Sapienza e vorrebbe ricominciare ad allenarsi come bodybuilder, uno sport che praticava nel suo paese prima che le venisse impedito. Bozhena e Sofia, ucraine, sono invece rifugiate in Spagna. A Barcellona hanno iniziato un corso di catalano che permetterà loro di iscriversi nuovamente all’università.
Cosa significa continuare a studiare mentre a casa c’è la guerra
Refugee girls racconta una generazione obbligata a crescere troppo in fretta, scappata con la speranza di poter continuare a studiare e vivere una vita di pace ma che porta con sé quella guerra che non permette di sentirsi davvero libere.
Il documentario riconduce la narrazione a problematiche ricorrenti e riconoscibili a chiunque abbia mai avuto la necessità di cambiare città o paese per perseguire i propri obiettivi accademici. Le tre protagoniste si scontrano con i macro-temi della lingua, della burocrazia, oltre al rapporto con l’università e le possibilità di integrazione sociale tra pari.
Fare lo studente è un’occupazione complessa. Senza possibilità di mantenersi se non tramite borse di studio, l’università è quella terra di mezzo ove si costruisce il proprio futuro ma al contempo se n’è già parte. E se questo mondo tra la vita adulta e l’adolescenza può sembrare difficile, tutto risulta sicuramente più complesso quando ci si ritrova nella condizione di essere un rifugiato.
Il film desidera creare parentesi che riscoprono la magia di un quotidiano perduto, ma anche mostrare come piccole conquiste abbiano un valore incredibile per queste giovani in bilico nel mondo. Un buon voto all’esame o un corso di spagnolo diventano così simbolo della speranza di continuare a studiare in Europa e vivere libere dalla guerra.
Le protagoniste del racconto
Lombroso si propone un obiettivo arduo: quello di avvicinare le storie di due conflitti molto diversi, Afghanistan e Ucraina, costruendo la narrazione sulle loro similitudini. In questo modo Bozhena, Sofia e Robina si trovano nello stesso universo fatto di ordinarie difficoltà e soddisfazioni, ma con il pensiero e il cuore rivolti sempre a quel legame con una casa dove non possono, per ora, tornare.
Le tre protagoniste offrono un’immagine ottimistica e allo stesso tempo autentica di loro stesse, simili ma individualizzate. Robina mostra una natura caratteriale intrinsecamente femminista, consapevole delle disparità in cui è cresciuta e desiderosa di autoaffermazione. Bozhena, studentessa diciannovenne di arti applicate, si racconta in quella antica forma di espressione artistica che può nascere quando ci si confronta con i propri trauma e dolore. Sofia esprime, invece, tutta la pressione di essere giovani, studenti e stranieri, e quanto sia vitale, a volte, avere un’amica accanto.
Refugee girls sarà presentato in occasione del festival Visioni dal mondo – Festival internazionale del documentario, a Milano dal 14 al 17 settembre 2023.
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