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Netflix Film

“Seberg”, il racconto tragico dell’attrice di Fino all’ultimo respiro

Andrews ripercorre un periodo buio dell'attrice Jean Seberg, a metà tra il thriller politico e il dramma psicologico.

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SEBERG KRISTEN STEWART

Nella seconda opera di Benedict Andrews, Kristen Stewart interpreta la celeberrima attrice Jean Seberg, in un momento politico delicato per la storia americana. Ora disponibile su Netflix.

L’INIZIO DI SEBERG

SEBERG KRISTEN STEWART

Il film si apre su Jean Seberg, interpretata da Kristen Stewart, che brucia tra le fiamme nel ruolo di Giovanna D’Arco nel film di Otto Preminger (Santa Giovanna, Saint Joan, 1957). 
Già l’incipit costituisce una suggestione, uno sguardo al futuro, perché da un lato si crea il parallelismo con il clima di persecuzione e di caccia alle streghe che vivrà la protagonista, dall’altro c’è un riferimento al contatto tra realtà e finzione. Seberg rimane ferita sul set del film dalle fiamme e ne porta le cicatrici sul corpo, come se in qualche modo la persona subisse un po’ le ripercussioni del personaggio, e quindi indirettamente dello status di icona. Un inizio interessante che pone le basi per una serie di potenziali riflessioni, tuttavia mai esplorate o accennate superficialmente, in un film che non riesce a ottenere ciò che si propone.

DI COSA PARLA IL FILM?

SEBERG KRISTEN STEWART

Seberg ha una duplice natura, vive sotto forma di thriller politico per le relazioni dell’attrice con l’organizzazione afroamericana delle Pantere Nere e sotto forma di melodramma interiore per il percorso emotivo che è costretta ad affrontare a causa delle vessazioni dei federali. Quando la celebre attrice, consacrata dal successo di Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle, Jean-Luc Godard, 1960), decide di avvicinarsi alla politica, a causa della sua notorietà e del suo potere economico attira l’attenzione del governo. Da qui inizia un sistematico controllo dell’attrice, delle sue relazioni e dei suoi spostamenti, con registrazioni, cimici, fotografie, per poi passare a una vera e propria gogna mediatica. Il film rimbalza da un lato all’altro della barricata, servendosi di un personaggio fittizio, quello di un agente, Jack Salomon, che secondo il più classico dei topoi finisce per invaghirsi dell’attrice.

I PROBLEMI DI SEBERG

SEBERG

La resa del film subisce una serie di contraccolpi soprattutto a causa della scrittura. Il personaggio principale di Jean Seberg manca di uno sguardo profondo in grado di renderne l’ambiguità e le sfumature, ma anzi è rappresentata con superficialità. Se le intenzioni ben poco chiare della protagonista potrebbero costituire un valore aggiunto, nel segno di una perdita di coordinate, il senso della scrittura sembra suggerire un gioco frivolo per un ricca attrice un po’ ingenua. La bravura di Stewart non riesce a salvare un personaggio scritto con approssimazione e con un arco narrativo banale e macchinoso. Insieme all’interesse per la protagonista, il film perde mordente anche nel racconto, che dopo poco sembra già aver esaurito ciò che aveva da dire.

Seberg

  • Anno: 2019
  • Durata: 102'
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: drammatico, thriller
  • Regia: Benedict Andrews