La mia prediletta ha un’atmosfera simile al più grande successo tedesco Dark, ma lascia da parte la fantascienza e racconta di una sparizione irrisolta da quasi quindici anni.
Lamiaprediletta, sinossi
Una notte Lena riesce a fuggire insieme ad Hannah, ma ha un grave incidente che la rende in fin di vita. È la bambina, intelligentissima, a raccontare alle autorità gli eventi che hanno coinvolto lei, Lena e Jonathan e a indirizzarli verso le indagini.
La mia prediletta, la recensione
La miniserie si apre dandoci un’idea molto chiara della condizione in cui i protagonisti si trovano, e senza troppi giri di parole si innesca una serie di eventi che infittiscono il mistero.
Il ritmo e la tensione crescono sempre di più, e lo spettatore non può fare altro che cercare di risolvere l’enigma insieme agli investigatori.
Da destra: Naila Schuberth, Sammy Schrein, Kim Riedle.
Ma anche se come spettatori sappiamo più dei poliziotti, grazie ad alcuni flashback della protagonista, saranno sempre di più le domande che le risposte.
La costruzione del mistero e il suo svolgimento sono ben fatti e coinvolgenti.
Ricorda a tratti il film Room, ma più contorto e con toni molto più cupi. Senza timore di mostrare ferite, torture e abusi.
Kim Riedle in una scena della serie.
Le interpretazioni sono molto convincenti: nel cast troviamo KimRiedle (Lena), JulikaJenkins (Karin Beck), già nota per la serie Dark; NailaSchuberth (Hannah), JustusvonDohnányi (Matthias Beck), HaleyLouiseJones (Aida Kurt), HansLöw (Gerd Bühling) e SammySchrein (Jonathan).
Invece la fotografia e l’utilizzo della musica sono in linea con lo standard Netflix, senza infamia e senza lode.
Conclusioni
Se quello che cercate è una serie breve ma ben costruita e che vi intrighi dal primo episodio, La mia prediletta è ciò che fa per voi.
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