Visioni dal mondo

‘Baghdad On Fire’. Il sogno rivoluzionario dei giovani Iraqi

Published

on

Alla 9ª edizione del Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, in corso a Milano dal 14 al 17 settembre 2023, arriva Baghdad On Fire, l’ultima pellicola scritta e diretta dal regista iracheno Karrar Al-Azzawi. Dopo aver partecipato a numerosi festival in tutto il mondo, il documentario approda in Italia nella cornice della rassegna diretta da Francesco Bizzarri. Il film che racconta, da una prospettiva singolare e multipla, i movimenti giovanili per la libertà in Iraq non poteva incontrare momento e luogo più indicati.

Se ascoltare con gli occhi è l’invito del Festival, Baghdad On Fire lo rappresenta appieno, esortando lo spettatore ad addentrarsi in una vicenda di grande impatto divulgativo, ma che non manca di suscitare empatia e ispirazione.

Un diverso esempio di leadership: giovane, donna, paritaria

Ogni giorno in cui sopravviviamo è come un miracolo.

Tiba parla al cellulare in un video che apre il documentario. Ha gli occhi marroni e una kefia al collo, all’occorrenza la usa per coprire naso e bocca. La osserviamo intenta a reperire coperte per i manifestanti, a spruzzare soluzione salina sugli occhi dei suoi amici colpiti dai gas lacrimogeni. Sa rassicurare, indicare una direzione ed urlare forte. Solo diciannove anni e già un matrimonio e un divorzio alle spalle. Questa ragazza è la punta dell’iceberg di una gioventù che rischia la vita per parole che oggi potrebbero sembrare vuote. Figlia di un popolo oppresso da se stesso e dai tiranni esterni, grida la propria voglia di rivalsa contro un esercito che non vuole ascoltare. I giovani si riuniscono in cerchio a parlare di futuro, mentre le armi li colgono di sorpresa e ne uccidono a migliaia.

Tiba in una scena del documentario.

Karrar Al-Azzawi privilegia uno stile narrativo classico, incastonato nel punto di vista di Tiba. La cinepresa la segue o indugia dove i suoi occhi e pensieri si posano. La regia sposa fattualmente e idealmente la posizione della giovane ribelle, come angolazione valoriale da cui raccontare la storia. Poi si espande su chi le somiglia o è stimolato dagli stessi intenti.

Si tratta di un’opera che, nel raccontare le manifestazioni, ambisce a mostrare un lato inedito dei giovani iracheni, soprattutto fuori dai confini nazionali. È soprattutto Tiba che colpisce e sbaraglia qualsiasi pregiudizio sulle donne irachene. Straordinariamente fulgida e carismatica, è la protagonista attraverso cui si sviluppa la trama del film e si giunge ai picchi drammatici. L’approccio documentaristico s’intreccia bene con il soggetto della narrazione: l’emozione accompagna il raggiungimento dell’intento divulgativo.

La parola al regista ai microfoni di Variety

Sia io che Tiba volevamo mostrare al mondo cosa sta realmente accadendo nel paese.

Il cineasta costretto a fuggire dall’Iraq nel 2016 dopo aver sostenuto fortemente la democrazia, ha successivamente trovato accoglienza in Norvegia. Quando sul finire del 2019 la protesta infuria a Baghdad, a Karrar Al-Azzawi viene l’idea di lavorare ad un film. Era già alla ricerca della protagonista, una giovane donna forte e coraggiosa a guidare la rivolta. Poi ha incontrato Tiba e ogni tassello si è incastrato nel modo giusto.

Tiba ed io volevamo dimostrare che le donne irachene non vivono la vita che i media (internazionali) ritraggono, aggiunge il regista.

Tiba risulta infatti molto vicina alla rappresentazione della donna occidentale. Si presenta emancipata, orgogliosa e con le idee molto chiare rispetto al futuro, che non può prescindere da quello del suo Paese. Il destino della collettività è il motore che anima i ribelli gentili, perché sanno bene che nessuno è realmente lieto se qualcuno non ha il diritto di perseguire la felicità.

Parole come indipendenza, trasformazione e diritti si rinvigoriscono e non sembrano astratte se pronunciate da Tiba e i suoi compagni di rivolta.

Trama e poster di Baghdad On Fire

Tiba ha 19 anni. Donna forte, premurosa e piena di fiducia, sta combattendo per la democrazia in Iraq. Non si vedeva un movimento giovanile cosi affiatato e ben organizzato da almeno vent’anni. Gli Iraqi, che lei rappresenta, non sono iracheni e non sono asserviti al governo americano. Lottano per un Iraq libero.

Insieme agli amici Khader e Yousif, Tiba coordina un’équipe medica che si prende cura dei manifestanti colpiti dai gas lacrimogeni. A piazza Tahrir non si distingue il giorno dalla notte. Il centro di Baghdad conosce la crudeltà più nera, ma anche parole come libertà, democrazia e cambiamento. Uomini e donne siedono intorno allo stesso fuoco, miraggio della rivoluzione. Governa una grande stanchezza: i giovani urlano no all’invasione di milizie, politici ed eserciti stranieri.

Noi non abbiamo nient’altro che la bandiera.

Dentro e fuori la storia personale di Tiba, il punto privilegiato da cui raccontare la lotta, Baghdad On Fire è il sipario aperto sull’assedio contro i manifestanti e la loro luminosissima resistenza. Una storia in grado di parlare a tutti da una gioventù che sa da che parte stare e rischia la vita per realizzare i proprio sogni.

Sono Diletta e qui puoi trovare altri miei articoli

Exit mobile version