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Visioni dal mondo

‘Spring in Mariupol’ – La primavera sboccia tra le macerie

Al Festival Visioni dal mondo, un viaggio tra le rovine nell'epicentro del conflitto tra Russia e Ucraina

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Spring in Mariupol

Spring in Mariupol è un documentario del 2023 diretto da Matteo Ferrarini in concorso al festival Visioni dal Mondo.

Visioni dal mondo 2023 e intervista al direttore Francesco Bizzarri

Spring in Mariupol – Un messaggio di speranza

Il clima è freddo, le strade distrutte e gli alberi spogli. Eppure, anche a Mariupol, dopo giorni di conflitto, inizia la primavera. Universalmente riconosciuta come rappresentazione di speranza e di ripresa, la primavera diventa per gli abitanti del paese il simbolo del desiderio di una nuova vita che, come la fenice, rinasca dalle ceneri.

In Spring in Mariupol , tuttavia, la speranza sembra un lusso di cui in pochi riescono a godere. La maggior parte della popolazione ha sotterrato la speranza tra le macerie delle proprie abitazioni, altri l’hanno seppellita assieme ai propri cari massacrati dai bombardamenti. Ai pochi che riescono a sentire aria di speranza, si contrappongono i molti che sentono solo aria di morte.

Spring in Mariupol

Un’esperienza  di immersione tra la distruzione

I rumori dei bombardamenti e dei colpi di arma da fuoco martellano le orecchie dello spettatore, lo tormentano, come da mesi tormentano le menti degli abitanti di Mariupol. Ci si pone la domanda: “E se questi rumori tormentassero il mio paese?”. Si assiste alla devastazione dall’interno, in prima persona, con la macchina da presa mossa a mano da Maurizio Vezzosi, inermi difronte ai combattimenti. Vedendo Spring in Mariupol, ci si immerge nelle macerie delle battaglie, si viene avvolti dal fumo dei bombardamenti che ormai sembrano parte integrante del paesaggio. E nonostante tutto si è impossibilitati ad aiutare, costretti ad assistere alla violenza da distanza ravvicinata senza alcuna possibilità di intervento.

Spring in Mariupol

La grande forza di impatto di Spring in Mariupol sta nella discesa fino in fondo negli inferi della guerra. Per settimane, Maurizio è l’unico giornalista occidentale a immortalare le barbarie dell’esercito russo. Il risultato è un reportage dal forte stampo neorealista che spiattella in faccia allo spettatore la triste realtà del nostro tempo. Si pensa di aver superato le follie della Seconda guerra mondiale, eppure, dopo più di settant’anni, continuiamo ad assistere quotidianamente al grado più alto dell’odio.

Spring in Mariupol

Il coraggio di chi racconto gli orrori della guerra

Gran parte del merito va a Maurizio Vezzosi che si offre di accompagnarci nel viaggio di Spring in Mariupol. Il suo coraggio ha permesso di far arrivare fino a noi il risultato di anni di provocazioni e interessi economici. La sua telecamera diventa prolungamento del nostro occhio. Per cinquantadue minuti si entra in un macchinario che ci teletrasporta nell’epicentro del conflitto tra Russia e Ucraina. Il prodotto finale, prontamente confezionato da Matteo Ferrarini, è un’opera da cui difficilmente ci si riesce a distaccare, anche a visione terminata. Le immagini dei rifugi improvvisati e i sorrisi dei bambini che giocano nonostante il rumore dei proiettili rimangono impresse per settimane nella mente dello spettatore. La speranza dei genitori di rivedere il proprio figlio, morto a loro insaputa durante un bombardamento, racchiude il triste destino di una città che non si smette di lottare, di sperare che un giorno possa finalmente tornare primavera.

“Una scelta necessaria per raccontare quanto avviene in quei luoghi e non lasciare pericolose zone d’ombra su uno degli eventi più importante del nostro tempo”

Spring in Mariupol

  • Anno: 2023
  • Durata: 52'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Matteo Ferrarini

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