É stato presentato in anteprima al Toronto Film FestivalMur, l’esordio alla regia dell’attrice polacca Kasia Smutniak. Nel documentario, la neo-regista si reca nella sua terra natale, la Polonia, per filmare la realtà della pericolosa zona rossa, un piccolo lembo di terra al confine con la Bielorussia. Il documentario é prodotto da Fandango in associazione con Luce Cinecittà ed é stato scritto dalla stessa Smutniak e da Marella Bombini.
Mur: sinossi
2022: é scoppiata da pochi giorni la guerra russo-ucraina e l’Europa inizia a mobilitarsi per offrire accoglienza ai rifugiati. Tra tutti i Paesi, la Polonia si distingue tra i più generosi ma, contemporaneamente, sta costruendo uno dei muri di confine più costosi d’Europa. La barriera di acciaio percorrerà tutto il confine con la Bielorussia per evitare che altri rifugiati varchino la soglia polacca ed europea. Una sottile striscia di terra, detta ‘zona rossa’, impedisce ai non addetti ai lavori e soprattutto ai media di avvicinarsi per nascondere la costruzione. Per girare Mur, Kasia Smutniak intraprende un viaggio pericoloso e incerto grazie all’aiuto di abitanti locali e di attrezzature spesso di fortuna.
Il suo viaggio – come dal titolo- inizia davanti a un muro e finisce davanti ad un altro muro: quello davanti alla casa dei suoi nonni a Łódź, muro di un cimitero ebraico, dove giocava da piccola. Dunque, il viaggio della regista é anche un viaggio di recupero e di consapevole riscoperta delle proprie radici e del proprio passato.
La realizzazione di Mur
Mur é al contempo un diario intimo e personale ma soprattutto un’opera di forte denuncia politica e sociale. Nel documentario, Kasia Smutniak intervista i sopravvissuti alla zona rossa e gli attivisti che sono riusciti a penetrarla. Queste testimonianze riportano le indicibili sofferenze di chi é passato vicino al muro, tra aggressioni e furti delle guardie di frontiera e attacchi di animali selvaggi nella foresta. Riguardo alla scelta di documentare questa situazione tanto violenta quanto attuale, Smutniak ha dichiarato:
Volevo far conoscere la storia della zona rossa. Ho pensato: cosa posso fare come cittadina? […] Sapevo di non avere gli strumenti necessari. Ma poi ho pensato che in realtà uno strumento ce l’ho, ed è davvero potente: la narrazione e la realizzazione di film.
La regista é riuscita ad avvicinarsi a luoghi e zone normalmente interdette ai media sfruttando attrezzature leggere e spesso improvvisate. Anche il fatto di essere un’esordiente alla regia e di essere una donna l’hanno aiutata – come lei stessa ha affermato – a passare inosservata e a riuscire a filmare una realtà che vuole essere nascosta.
Mur non é stato l’unico film ad occuparsi della questione dei confini polacchi e del dramma dei rifugiati alle porte dell’Europa. Tra gli altri anche Il confine verde, diretto dalla regista polacca Agnieszka Holland e presentato in anteprima alla Mostra del Cinema diVenezia. Il film ha ricevuto il plauso della critica e numerosi riconoscimenti, e sarà anch’esso proiettato al TIFF.
Per quanto riguarda le reazioni a Mur da parte del pubblico, Kasia Smutniak spera di fare aprire gli occhi sulla realtà della zona rossa e che:
Ogni giorno facciamo delle scelte […] Dobbiamo stabilire da che parte della storia vogliamo stare.
Mur, esordio alla regia di Kasia Smutniak, é prodotto da Fandango, che si occuperà anche di distribuirlo in Italia con il supporto del Ministero della Cultura. Non é stata ancora stabilita una data per la distribuzione.