Il Rapimento (El Rapto) è da oggi disponibile su Paramount+. Presentato in anteprima mondiale, durante l’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti Extra, Il rapimento (El Rapto) di Daniela Goggi prende ispirazione dal romanzo El salto de papá di Martín Sivak. La giovane cineasta argentina realizza un’opera a cui tiene molto, andando a raccontare un momento storico a lei particolarmente vicino. Il sentimento e la passione messi in campo le permettono di gestire con attenzione e sensibilità il materiale a sua disposizione.
Il rapimento (El Rapto) ritrae una generazione e una società emblematiche, ancora oggi estremamente vive nella memoria, nelle viscere e nella voce di chi vi ha avuto a che fare. Simbolo di resilienza e coraggio, vittime e baluardi di libertà. La pellicola porta sullo schermo uno dei beniamini de La casa di carta, Rodrigo De La Serna (era Palermo nella serie tv Netflix).
Il rapimento (El Rapto) | La trama
Argentina, 1983. Un aereo di linea sta riportando a casa un nutrito gruppo di esiliati politici con le loro famiglie. Tra di loro c’è anche quella di Julio Levy (De La Serna). L’uomo tenta di riposare durante il viaggio, mentre i figli scherzano e ridono accanto a lui, nascondendo, tra le risa e le battute, un pizzico di agitazione al pensiero di ciò che li attende.
Se, infatti, il clima a bordo è dei più distesi, allegri e rilassati, tra i passeggeri aleggia un insieme di sensazioni differenti. Rabbia, preoccupazione, desiderio di rivalsa. Le aspettative sono alte, ma nessuno si sognerebbe di dar per scontato anche la più piccola soddisfazione.
Al rientro in azienda, Julio riprende il suo ruolo, al fianco del fratello maggiore. Un giorno, dopo una riunione importante, quest’ultimo viene rapito, proprio sotto le finestre dell’ufficio. Julio sarà quindi costretto a ogni mezzo pur di portarlo in salvo, rendendosi ben presto conto che la situazione del suo Paese è lungi dall’essere risolta. Corruzione, sotterfugi e pressioni di tipo politico continuano a contaminarne l’integrità.

L’importanza di un certo tipo di cinema
Raccontando eventi realmente accaduti, Il Rapimento (El Rapto) si inserisce, a tutti gli effetti, nel filone del cinema di impegno. La Goggi, segnata dalla sua esperienza all’epoca dei fatti e da ciò che ne è conseguito, ne individua i punti nevralgici. Il suo protagonista è un uomo comune, per cui è facile immedesimarsi e seguirne le vicende con apprensione, amarezza e speranza.
Lontano anni luce dal ruolo che lo ha imposto all’attenzione del grande pubblico, Rodrigo De La Serna incarna il protagonista in tutta la sua fragilità, determinazione e sofferenza. La sua è una prova semplicemente magistrale. Julio è il rappresentante di un popolo, che ha sempre dovuto combattere per vedere riconosciuti i propri diritti inalienabili.
L’importanza di un’opera simile sta non solo, e non tanto, nel portare alla luce le dinamiche interne, sporche e nocive, di un sistema, quanto nel pungolare la coscienza. In un modo o in un altro, che si appartenga a quel mondo oppure no, è impossibile rimanere indifferente dinanzi a questa storia. Consapevoli delle verità che vi si celano dentro, veniamo trascinati in un vortice senza via di fuga. Forse.
Le scelte estetiche, stilistiche e narrative, che firma la sceneggiatura insieme ad Andrea Garrote, ne evidenziano l’impegno e la volontà di consegnare una sorta di testimone. Necessario e incancellabile.
*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.