In concorso all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Memory è il nuovo lavoro firmato da Michel Franco.
La pellicola è in sala con Academy Two dal 7 Marzo.
Academy Two | Home
L’autore di origini messicane torna in cabina di regia e dà vita a un’opera emozionante, pura e malinconica. E se il mood della pellicola può, in un certo senso, ricordare il precedente Sundown (2021) – anch’esso presentato nella kermesse veneta, in Selezione Ufficiale – la somiglianza tra i due titoli si ferma lì.
Il motivo lo si deve, sicuramente, anche alla volontà del regista, espressa in conferenza stampa, di non ripetersi mai e di utilizzare il suo cinema come una terapia. Eccoci quindi a trattare due temi difficili quali la demenza e gli abusi, attraverso una delicatezza e una sensibilità fondamentali.
Memory | La trama
Sylvia (Jessica Chastain) è sobria da 13 anni, e sta festeggiando questo importante anniversario, in compagnia della figlia Anna (Brooke Timber), durante un incontro degli Alcolisti Anonimi. Le due hanno un rapporto molto stretto, considerando anche che la figura paterna è fuori dall’equazione.
Qualcosa nel passato di Sylvia l’ha resa quella che è oggi: chiusa, diffidente, cinica. L’unico altro affetto della sua vita, oltre ad Anna, è la sorella Olivia (Merritt Weaver), che la aiuta, la sostiene e la coinvolge, al meglio delle sue possibilità. Pensando che sia una buona idea, nella speranza che possa conoscere qualcuno e aprirsi, Olivia porta Sylvia con lei alla rimpatriata del liceo.
Come previsto, Sylvia non riesce a sentirsi a suo agio in qual contesto e decide di andarsene da sola. Se non che, un uomo (Peter Sarsgaard), lasciando anche lui la festa, la pedina sin sotto casa e passa lì la notte, disteso sopra uno pneumatico. La mattina dopo, Sylvia lo trova ancora lì, ma è costretta ad avvicinarlo per capire cosa sta succedendo. È così che fa la conoscenza di Saul.
La più grande paura dell’uomo
Memory nasce da una delle più grandi paure di Michel Franco e dell’essere umano in generale: perdere la propria memoria, i ricordi, l’identità. Dopo essersi interrogato su quanto siano interconnessi tali elementi e aver portato avanti una serie di ricerche, l’autore ha provato a dargli forma. E ci è riuscito. Il suo modo di affrontare i temi in questione va a toccare, in profondità, l’anima del pubblico.
Sylvia e Saul sono due anime che soffrono, per motivi diversi, e che non sembrano cercare alcun ancora di salvezza dai loro dolori. L’incontro, inatteso e particolare, segna una svolta nelle rispettive esistenze. Nel corso della relazione tanti nodi vengono al pettine, in maniera spesso difficile e violenta. La necessità di affrontare i propri demoni viene fuori, invece, un poco alla volta.
Il puzzle realistico e romantico firmato Michel Franco
Razionalità, istinto ed etica si mescolano in continuazione, rendendo complicate alcune decisioni. I sentimenti dovrebbero essere una guida sufficiente a far sì che le cose funzionino. Ma quando si viene traditi da essi, ritrovare la fiducia, in se stessi e negli altri, è quasi impossibile. Sylvia vive con un senso di colpa talmente ingombrante che spesso la ostacola persino nel rapporto con la figlia. Saul vorrebbe non essere un peso per il fratello Isaac (Josh Charles), ma non vuole sentirsi in trappola.
Franco mette insieme tutta una serie di suggestioni, andando a comporre un puzzle realistico, potente, straziato. Ma, al tempo stesso, racconta una storia piena di romanticismo e di speranza. Memory si rivela uno dei migliori titoli della Mostra del Cinema e il (meritato) riconoscimento a Peter Sarsgaard lo dimostra.
;Memory trailer del film di Michel Franco
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.