Presentato fuori concorso all’80esima edizione della mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Daaaaaali! è diretto da Quentin Dupieux.
Un curioso e divertente spaccato di vita dell’artista spagnolo raccontato con ironia, senza mai prendersi sul serio.
La trama di Daaaaaali!
Un giovane giornalista francese incontra ripetutamente Salvador Dalí per il progetto di un film documentario le cui riprese non hanno mai inizio… (Fonte: La Biennale)
La recensione di Daaaaaali!
Leggerezza e divertimento sono gli ingredienti alla base del film francese che cerca di tratteggiare un ritratto del mitico e unico artista spagnolo.
Non si tratta tanto di un Dalì inedito, perché già in vita ci aveva abituati a bizzarrie e stravaganze, ma sicuramente un modo di raccontarlo fuori dal comune, in linea proprio con la sua figura.
Cercare di tirare le redini di questo film è molto difficile, se non quasi impossibile. Come dimostra anche la sinossi stessa non esiste un filo logico in questo susseguirsi di immagini, situazioni, atmosfere e suggestioni.
Tutto si apre con quello che potrebbe benissimo essere uno dei quadri di Salvador Dalì: un pianoforte che butta acqua e dal quale cresce una pianta. Il tutto immerso nella sabbia. A questa immagine segue una divertente sequenza nella quale la giovane protagonista Judith cerca di accogliere per un’intervista l’esuberante Dalì. Attraversando un corridoio che sembra non finire mai, l’artista si appropinqua al luogo dell’intervista dando ordini ed esigendo un certo comportamento da parte della giornalista e della collaboratrice. Richieste che naturalmente risultano esagerate, stonando volontariamente con le immagini che si vedono sullo schermo.
La bizzarria come elemento comico
Daaaaaali! gioca volutamente ed esplicitamente sugli strampalati modi di fare dell’artista spagnolo. Dalla macchina che deve riuscire a guidare nella sabbia (salvo poi scontrarsi con la videocamera necessaria per l’intervista) agli attori in posa per i suoi quadri, ai quali affida posture al limite dell’assurdo corredandole da oggetti di discutibile utilità, ma che concorrono alla creazione materiale di tutti quegli elementi tipici della sua pittura.
E poi ancora gli inservienti, l’assurda asta per accaparrarsi un suo quadro e le visioni e i sogni ricorrenti.
L’egocentrismo e la totale sicurezza di sé, fanno di Dalì non solo il protagonista della vicenda, a discapito di una giornalista semi professionale, ma lo rendono anche l’elemento comico per eccellenza. I suoi ordini, le sue manie, il suo modo di camminare, di parlare e di esprimersi contribuiscono a creare un personaggio macchiettistico in grado, però, di caricarsi il peso dell’intera storia sulle spalle.
Tra inaspettate gag e divertenti siparietti di metacinema, Daaaaaali! non si prende mai davvero sul serio e lascia lo spettatore continuamente di stucco, nella speranza di trovare, da qualche parte, un filo logico al quale aggrapparsi per riordinare i vari pezzi del puzzle.
Una divertente commedia che non aggiunge niente a quello che già sappiamo sull’eccentrico artista, ma che, attraverso più interpreti (sia per evidenziare il passare del tempo sia per sottolineare l’anima caleidoscopica), tratteggia alla maniera di Dalì stesso questo grande ed eterno artista.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli