Presentato a Venezia nella sezione Orizzonti il film che vede l’esordio dietro la macchina da presa dell’attrice Zar Amir Ebrahimi .
La storia che raccontiamo in questo film è la storia di troppi atleti iraniani che hanno perso le opportunità della vita e sono stati talvolta costretti a lasciare il proprio Paese e i propri cari a causa del conflitto tra sistemi e governi. Possa questa collaborazione artistica e cinematografica con Guy essere un omaggio alla loro memoria, al di là delle frenesie dell’odio cieco e della distruzione reciproca – Zar Amir Ebrahimi
Tatami è il primo lungometraggio co-diretto e co-sceneggiato da una regista iraniana e da uno israeliano.
La trama
A metà dei campionati mondiali di Judo, la judoista iraniana Leila e la sua allenatrice Maryam ricevono un ultimatum da parte della Repubblica Islamica, che ordina a Leila di fingere un infortunio e perdere, per evitare di essere bollata come traditrice dello Stato. Con la propria libertà e quella della sua famiglia in gioco, Leila si trova di fronte a una scelta impossibile: obbedire al regime iraniano, come la sua allenatrice Maryam la implora di fare, o continuare a combattere per l’oro.
Nel cast Arienne Mandi, Zar Amir Ebrahimi, Jaime Ray Newman e Ash Goldeh.
Tatami di di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi
Guy Nattiv è nato a Tel Aviv, Israel in 1973, ed ha studiato al Camera Obscura School of Art di Tel Aviv.
Prima di esordire alla regia di un lungometraggio ha diretto diversi corti come Mabul che ha presetanto alla Berlinale dove ha vinto l’Orso di cristallo. Dal corto ha poi realizzato un film dallo stesso titolo. Nel 2004 ha ricevuto una nomination agli Oscar per il cortometraggio Skin, da cui ha tratto un film che ha prodotto e realizzato negli Stati Uniti dove vive.
Sul nuovo film, afferma :«È un immenso onore collaborare con quelle che considero autentiche forze creative della natura – Zar, Arienne ed Elham – per dare vita a questa importante storia. Per noi è più di un film. È una dichiarazione creativa rivolta al mondo, mentre migliaia di iraniani innocenti stanno pagando per la libertà a prezzo della propria vita.»