‘Snow Leopard’ di Pema Tseden, torna il regista delle praterie a Venezia

Snow Leopard di Pema Tseden è l’ultimo lavoro del regista tibetano, già conosciuto per Balloon, Jinpa e la sua estesa attività di produttore. L’opera concorre nella sezione Orizzonti della 80° Mostra del Cinema di Venezia ed è presentata postuma perché Pema Tseden è prematuramente scomparso a maggio di quest’anno.

Favola poetica di una amicizia che attraversa le specie, e di quella convivenza, tra umani ed animali, che si regge su equilibri che oscillano. Snow Leopard è suo malgrado, diventato il congedo romantico da questo mondo del regista Pema Tseden, che ha da sempre cantato le odi della sua terra e della sua gente, e che se ne sarà andato sulle spalle di un Leopardo delle Nevi.

Snow Leopard di Pema Tseden, la trama

Quando una femmina di leopardo delle nevi aggredisce il gregge della famiglia di un giovane monaco, il cui soprannome è proprio Leopardo delle Nevi, il ragazzo avvisa una troupe televisiva perché arrivi a documentare l’incidente. Quindi Dradul (Xiong Ziqi) e la sua piccola troupe della provincia del Qinghai, raggiungono la famiglia nella steppa e riprendono increduli l’animale intrappolato nel recinto. Infatti, Jinpa, il fratello maggiore, ha preso molto sul serio l’aggressione dell’animale che è costata la vita a ben nove capi di animale. Mentre Aku il padre, e il suo figlio monaco, sono di opinione diversa e tentano di farlo ragionare, malgrado l’irascibilità e l’esuberanza. Il giovane Leopardo delle Nevi resta stregato dal suo alter-ego animale, dando vita ad una sinergia visionaria e poetica.

Tra interessi privati e ufficiali della polizia motivati a tutelare la specie protetta, Snow Leopard intavola una riflessione non banale su modernità, tradizione, ed il ruolo sconvolgente che l’uomo ha avuto e continua ad avere sui ritmi della natura.

L’ambientalismo rispettoso

Nell’ossequioso rispetto della perfezione della natura, Snow Leopard di Pema Tseden racconta di una regione della Cina i cui panorami abbracciano il grande schermo cinematografico con magistrale pienezza (pregio alla direzione alla fotografia di Matthias Delvaux). Quel leopardo candido e fedele al suo amico umano incompreso, è semplicemente affascinante. Sia la CG che ricrea le movenze dell’animale, nonché tutte le informazioni che il film veicola, sono l’apologia di questa specie felina che da anni convive, nelle steppe dell’Altopiano del Tibet, con le comunità locali.

Le sequenze in bianco e nero sono odi alla natura dalla velleità divulgativa moderata, e un lirismo gentile, nei modi e nella narrazione. Pema Tseden non si tradisce e ci mostra le rive del lago Toson, a oltre 2.000 mt di altitudine, e con esso le tradizioni, le leggende e i costumi della sua gente.

La convivenza tra l’uomo e la natura

Pema Tseden incarica Jinpa di dare voce alle comunità di allevatori: il lavoro duro e lo sforzo di guadagnare per mantenere la famiglia; le donne minute, china sul lavoro e sempre legate ai figli, mentre seguono assertive il marito.

You’re saying you’re protecting it, but who is protecting my sheep? If all my sheep were killed, what will my family live on?

Quegli ospiti che portano telecamere, torte e chiasso; la polizia e gli ufficiali del governo che parlano di tutelare la terra: Jinpa non ci sta. Se prima leopardi e pastori convivevano pacificamente, qualcosa adesso è andato storto: il comportamento di quella femmina di leopardo, non è usuale. E qui ci lascia Snow Leopard di Pema Tseden, a riflettere sul perché una convivenza durata secoli sia adesso storpiata nell’eccesso.

Il giovane monaco è un curioso e rispettoso osservatore: da una parte la modernità della sua macchina fotografica, dall’altra i ritmi lenti della sua terra nevosa, e in ultimo, le tradizioni della sua gente. C’è un equilibrio? Un punto di incontro?

If I were a snow leopard, I would be able to photograph myself.

La questione è talmente sentita che ritorna in forme diverse e in luoghi diversi della terra. Il punto di frattura è talmente prossimo che tutte le volte che Jinpa viene istigato sul tema, si surriscalda e accende tutti quanti. Soprattutto quando si trova a confrontarsi con i poliziotti – di etnia Han – emblema di una Cina lontana le cui priorità sembrano difficilmente condivisibili dalle comunità locali.

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