Un tempo si usava dire: “la Cina è vicina”. Per quanto possa apparire una semplice boutade, sempre più vicina è oggi nell’immaginario collettivo, la Cina, per quel suo crescente peso politico, economico, culturale, finanche militare. Se in estate il ricco palinsesto del Lago Film Fest ci aveva avvicinato un po’ al panorama pressoché ignoto della fantascienza cinese, genere praticato nella grande nazione asiatica con esiti sempre più stimolanti, ma forse poco noti all’estero, pare che ora il testimone sia passato a Cody Sheehy, navigato film-maker americano avventuratosi per l’occasione in una torbida storia oltre confine in Make People Better.
Dalla Cina a Milano, passando per gli USA
Appuntamento sempre più seguito dai cinefili appassionati di produzione documentaria, il festival Visioni dal mondo diretto da Francesco Bizzarri si accinge ad ospitare a Milano, tra il 14 e il 17 settembre, una ricca selezione di lavori provenienti da tutto il mondo. Tra questi vi è anche, per l’appunto, Make People Better di Cody Sheehy, documentario che il cineasta statunitense ha impostato quasi come un thriller o una morbosa spy-story, con epicentro in Cina.
Al centro della movimentata detection vi è un caso assai scabroso – e assai dibattuto dai media, qualche anno fa – riguardante lo scienziato He Jiankui, inizialmente spalleggiato per certi studi di ingegneria genetica – già considerati al limite del lecito – da grossi istituti di ricerca intenazionale e dallo stesso governo cinese, per essere poi scaricato brutalmente da quest’ultimo; allorché il suo esperimento inerente alla nascita dei primi bambini con il genoma modificato venne giudicato negativamente, sulla scia di comprensibili paure e dubbi di natura etica, dalla comunità internazionale. Ma il giovane, promettente ricercatore aveva davvero “giocato a fare Dio”, o si era semplicemente trovato al centro di un intrigo internazionale più grosso di lui?
Tra questioni di bio-etica e delicati equilibri internazionali
Indubbiamente interessante per i temi trattati, Make People Better approccia l’argomento arrivando persino a citare un cult movie come Gattaca, per poi districarsi con non poche difficoltà, almeno per spettatori come noialtri dotati di una semplice infarinatura su simili diatribe scientifiche, tra scottanti questioni di bio-etica, confronti sempre più serrati all’interno della comunità medica mondiale e interventi repressivi della classe politica cinese volti più che altro a preservare l’immagine del paese da possibili attacchi esterni.
Se il complesso documentario di Cody Sheehy risulta a tratti fin troppo prolisso, sfiancante, intricato, anche per le poche vie di fuga e il peso eccessivo riservato a interviste e spiegazioni tecniche, alcuni campanelli d’allarme finiscono ugualmente per essere percepiti dallo spettatore. Non soltanto riguardo all’urgenza di ridiscutere le frontiere sempre più incerte della bio-etica, ma anche per la denuncia del pericoloso autoritarismo esibito da determinati governi, in primis quello di Pechino, nel regolare il dibattito pubblico.