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Biennale del Cinema di Venezia

Woody Allen, fuori concorso a Venezia, con un meraviglioso film sulla fortuna

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Ironico, divertente, pungente, Woody Allen, accompagnato degli attori del suo ultimo bellissimo film girato a Parigi  interamente in francese, corona, come lui stesso ammette, il sogno di entrare nel gruppo immaginario dei registi europei a cui si è sempre ispirato.

Attentissimo alle domande della stampa, disponibile e cortese, ha dato una dimostrazione di come un grandissimo regista con umiltà si mette a servizio del lavoro dei giornalisti.

Moderatore: “Perché un film a Parigi girato interamente in francese?

Woody Allen: “I film che più mi hanno impressionato quando ero un giovane regista erano quelli degli autori europei: francesi, svedesi, italiani. Volevamo essere europei! Ho cercato per tutta la vita di esserlo..

Questo è il mio cinquantesimo film, adoro la Francia, quindici sono detto perché non girarci un film? Mi sono molto divertito durante le riprese ed il fatto che non parli la lingua non è stato un problema.

Girare in francese e questo ha aumentato la sensazione di essere un vero regista europeo perché volevo aggiungere il mio nome alla lista dei miei autori preferiti facendo anche io un film in francese.

Moderatore: “Come è stato lavorare con Woody?”

Lou de Laâge : “Woody ci ha riunito tutti in un hotel e ci ha detto di avere l’intenzione di lasciarci liberi di improvvisare o di apportare quello che volevamo al film poi in realtà ci ha diretto molto, era sempre estremamente presente sul set ed è stata una collaborazione fantastica

Woody Allen: “sono un uomo fortunato; ho avuto genitori che mi amavano, figli,  grandi amici, compirò 88 anni tra poco e sono in salute, non sono mai andato in ospedale.

Quando ho iniziato a fare il regista mi sono sempre sentito trattato bene quasi sempre lodato anche oltremodo, mi sono sentito rispettato quindi posso veramente dire che sono un uomo fortunato! ..fino ad oggi almeno.. ( fragorosa risata )

Giornalista; “Quindi lei forse farà un film in italiano, uno in tedesco ed uno in spagnolo? Questo film lo possiamo considerare come un seguito di match point?”

Woody Allen: “Entrambi i film parlano della fortuna di come sia capricciosa e come abbia più impatto sulla nostra vita di quanto vogliamo ammettere ma sono comunque due film diversi.

Non so se farò film in altri paesi, a volte mi telefonano proponendomi di fare un film in islandese, se avessi una bella proposta in Italia o in Germania lo prenderei sicuramente in considerazione.

Giornalista: “Signor Storaro come ha lavorato per le luci ?

Vittorio Storaro: “Da quando mi sono incontrato con Woody Allen nel 2015, ho avuto subito un grande rispetto, riconosco in lui un grandissimo autore ed un grandissimo regista.

Quando ho iniziato il mio progetto di scrivere con la luce seguendo le intenzioni del regista ho capito di avere una grande opportunità.

nel nostro lavoro siamo come musicisti di un orchestra ognuno con il proprio ruolo.

Ci sono i vari co-autori ma un solo direttore ed è fondamentale il rispetto dell’autore.

In pratica io senza un regista io non esisto.

In questa sceneggiatura ho capito che c’era la dualità che è una cosa che adoro.

Fanny è presentata come una bellissima persona ma come un oggetto a cui il marito gli da tutto.

in realtà lei cerca solo di essere solo una persona libera, quindi appena incontra un vecchio compagno di studi si sente più libera di essere se stessa vede in lui tutto quello che le manca e si sente libera.

Quindi nei suoi incontri pomeridiani che sono le ore in cui poteva incontrarlo, con il vecchio compagno di scuola ho usato un tono cromatico caldo e solare mentre quando è in casa ho usato tono opposto, un tono freddo come l’azzurro anche se nella casa poi ci sono varie sfumature.

Ho digitalizzato la camera da presa cercando di dare un tono per l’intelletto quando è in casa ed uno per l’emozione.

quando ho presentato a Woody questo mio progetto è stato entusiasta.”

Giornalista: “Come è cambiato il suo modo di scrivere negli anni?”

Woody Allen: ci sono cose che si imparano e che diventano strutturali. Ogni situazione è diversa ma in generale mi alzo la mattina, faccio i miei esercizi, faccio colazione e poi mi metto sul letto a scrivere con carta e penna.

Poi traferisco tutto sul computer. Una volta imparato questo difficilmente si cambia.”

Giornalista: c’è la possibilità che lei torni a girare in America?

Woody Allen: Si! ho una bellissima idea per New York: se qualcuno in qualche modo dovesse uscire dall’ombra dicendo che finanzierà un film da girare a New York, obbedendo a tutte le mie limitazioni tipo che non gli dirò nulla sulla scheggiatura e sugli attori che voglio, e se questo qualcuno mi dovesse dare comunque i soldi per realizzarlo, ecco, allora farò un nuovo film negli Stati Uniti.

di Nicolas Deroussin

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