La recensione di Dario Argento: Panico.
Dopo essere stato presentato nella sezione Venezia Classici dell’80esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, arriva in concorso al Festival del cinema di Poretta Terme il 2 Dicembre Dario Argento: Panico, il documentario diretto da Simone Scafidi che racconta il maestro italiano del brivido.
Dario Argento è paura.
Prima della recensione, la trama di Dario Argento: Panico
Dario Argento ha creato i suoi film più acclamati al riparo dal mondo esterno, all’interno di camere d’albergo. Oggi, in una camera d’albergo nella campagna romana, sta scrivendo la sua ultima opera. Questa volta, però, non è solo. Di comune accordo con il suo agente, decide di tornare in un albergo per concludere la sua nuova sceneggiatura e per essere intervistato, filmato, seguito da una troupe che sta girando un film che parla di lui. All’interno di questa struttura, Argento non si sente inizialmente a suo agio, mentre cerca di trovare la tranquillità sia per terminare la stesura del suo film, sia per confidarsi con chi lo sta intervistando. Ma il demone del cinema, che non lo ha mai abbandonato, lo ha seguito fin lassù e lo spingerà, ancora una volta, a darsi totalmente. (Fonte: La Biennale)
La recensione di Dario Argento: Panico
Interessanti il lavoro e la ricerca fatti da Simone Scafidi per raccontare una delle figure più note e importanti del cinema italiano a livello internazionale.
La divisione in capitoli permette di seguire meglio, cronologicamente, il racconto, attraverso i titoli che hanno reso celebre il regista.
Prima di addentrarsi nel racconto vero e proprio, però, ci sono alcune dichiarazioni, che aprono il documentario, provenienti da autori internazionali. Tra questi Guillermo del Toro, Nicolas Winding Refn, Gaspar Noé. Tutti hanno solo elogi per il maestro del brivido.
Poi si comincia con una panoramica sugli inizi della carriera di Dario Argento che, intervistato insieme alla sorella, racconta della madre, della famiglia e dei suoi primi passi nel mondo del cinema.
Ma è l’escamotage con il quale viene proposta questa conversazione al regista a far sorridere. Dario Argento è accompagnato in un hotel insieme al suo agente per cercare di trovare l’ispirazione per il suo nuovo film. Questo perché, come lui stesso dichiara, luoghi come gli alberghi sono da sempre stati una fonte, appunto, di ispirazione.
I capitoli del documentario
Attraverso una divisione in capitoli, come detto, vengono ripercorsi i film più celebri di Dario Argento a cominciare da L’uccello dalle piume di cristallo fino ai titoli più recenti che, però, occupano una parte minore della struttura narrativa. La concentrazione è principalmente sulle prime opere, quelle che l’hanno consacrato nell’olimpo dei grandi.
Capitoli che non soltanto dividono la storia in ordine cronologico, ma sono anche capitoli che permettono di suddividere il documentario in base ai temi e agli argomenti trattati. Dalla famiglia, all’amore, alle figlie, al rapporto con le emozioni (e con la morte). Un documentario che mette a nudo il regista. E lo racconta senza mezzi termini e con grande umanità.
I personaggi
All’interno del documentario sono diversi gli interventi presenti. Da quelli sopra citati di grandi autori internazionali che si sono rifatti, in parte, a Dario Argento o che comunque ne riconoscono l’importanza a livello mondiale ad amici e colleghi che, nel corso degli anni, lo hanno conosciuto e apprezzato, anche in altre vesti.
E poi immancabili i familiari, dalla sorella alla ex moglie, fino ad arrivare alle figlie. Ed è infatti nella seconda parte che si fa spazio la figura della figlia Asia, protagonista molto apprezzata e amata dal padre per i suoi film che, come lei stessa afferma, è una proiezione del padre sullo schermo.
Un’Asia Argento che si mette a nudo per raccontarsi e raccontare il padre e il rapporto, non sempre semplice con lui che, oltre che essere padre, era anche regista sul set.
Un documentario per conoscere e continuare ad apprezzare una figura che ha fatto la storia del cinema italiano e che è diventato internazionale a tal punto da attribuirgli erroneamente titoli del genere horror che, in realtà, non appartengono a lui.
Perché al di là di tutto, della fragilità, delle paure e delle emozioni, Dario Argento è, come lo stesso Refn afferma, uno degli artisti visivi più importanti. Da tenerselo stretto.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli