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‘Poor Things’: pittura filmica del mondo contemporaneo

Il nuovo film di Yorgos Lanthimos è un trattato su emancipazione e necessità di evasione, concetti entrambi resi fragili dalle distorsioni altrui (mentali e fisiche)

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Il nuovo film di Yorgos Lanthimos Poor Things, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, arrivato in sala dal 25 gennaio distribuito dalla Walt Disney. Lanthimos si ripropone al pubblico dopo cinque anni dal suo ultimo lungometraggio, trattando ancora l’uomo e le sue debolezze. Ciò è tipico della sua filmografia; sceglie di farlo ogni volta in maniera diversa, eleggendo focus differenti che sanno essere sempre terribilmente attuali. Attualmente è visibile su Disney Plus.

Poor Things è la storia di Bella Baxter (interpretata da una magistrale Emma Stone), donna adulta che a seguito di una complessa operazione al cervello è regredita all’età infantile. Le sue movenze ricordano quelle di una bambina che sta imparando a camminare e a coordinare i movimenti (donando al personaggio un’ironia slapstick) e il suo linguaggio è scarno e limitato. Godwin Baxter (interpretato da Willem Dafoe) è il suo medico-padre che tenta di proteggerla dal mondo esterno e per questo l’ha rinchiusa all’interno di una lussuosissima villa. Questa volontà verrà distrutta quando Duncan Wedderburn, avvocato dagli atteggiamenti patriarcali, le proporrà di trascorrere del tempo con lui. Questa sarà per Bella occasione di conoscenza ed esplorazione, ma non solo nell’accezione positiva…

L’ambientazione e la regia di Poor Things tra pitture e distopia

Vanno innanzitutto riconosciute minuziosità e perfezione della regia e delle scenografie del film, rifinite nei minimi dettagli e funzionali a ciò che si sta narrando. Lanthimos sceglie di collocare spazialmente la vicenda all’interno di un mondo che appare sin da subito come finto e poco aderente alla nostra realtà: sembra infatti che tutto si svolga all’interno di un quadro surrealista. Ciò dona al lungometraggio una visività che fin da subito immerge lo spettatore in un viaggio della psiche e provoca un effetto perturbante.

Conseguentemente, anche la temporalità assume caratteri poco definiti: convivono oggetti e atmosfere tipiche di un passato lontano con tecnologie ai limiti della distopia. La collocazione spazio-temporale di Poor Things non è dunque mero contorno, ma assume essa stessa un ruolo centrale e problematizzante: diviene una storia riferibile a qualsiasi essere umano. Il luogo scelto per il viaggio spettatoriale, ossia l’inconscio, è territorio di tutti.

La regia è un seguitare di sorprese: il bianco e nero si alterna a inquadrature dai colori brillanti. Talvolta, invece, la macchina da presa si distanzia dal suo essere dispositivo filmico e si identifica con l’occhio scrutante dello spettatore. Ciò avviene grazie ad un obiettivo fisheye e in tali momenti è chiara l’intenzione di avvicinare ancor di più il pubblico alla vicenda narrata. Grazie a inquadrature di questo tipo, diviene testimone delle vicende degli strambi personaggi come se venissero guardati di nascosto. Lo spettatore osserva questi stravaganti burattini come testimoni di un suo stesso viaggio nell’inconscio o come se stesse assistendo a un inquietante spettacolo teatrale?

Poor Bella: la sua prigionia

Le vicissitudini di Bella, immersa in un’avventura dai tratti già solo visivamente e temporalmente bizzarri, propongono attraverso lo schermo riflessioni su varie tematiche molto attuali. Lungo il districarsi del lungometraggio, Bella diviene prigioniera (fisicamente e mentalmente) di uomini tra loro molto differenti che la manipolano a loro piacimento. Questi hanno però in comune la tendenza nel prometterle una vita felice, sicura e piena di godimento. Il suo sviluppo emotivo e cognitivo viene frenato dalle costrizioni degli uomini che si susseguono nella sua vita; ella viene erroneamente considerata un giocattolo sostituibile. Gli uomini utilizzano i loro sentimenti per lei come giustificazioni ai loro atti, che denotano solo bramosia di controllo.

Poor Things è quindi anche una storia sul bisogno di una certa emancipazione femminile: le tappe della vita di Bella sembrano corrispondere alle tappe che la donna ha percorso nella storia per poter giungere a una maggiore indipendenza. Una donna che gradualmente passa dall’essere per il genere maschile oggetto liberamente modellabile a essere umano che scopre e pratica il piacere, che si informa e si istruisce, che reclama il bisogno di controllare il proprio corpo senza giudizio e remore.

La tematica maggiormente affrontata è però quella della libertà sessuale femminile: una libertà che chiaramente spaventa l’essere maschile, terrorizzato dalla voracemente erotica Bella. La protagonista ci parla del sesso vissuto senza alcuna paura, slegato dal fine ultimo della maternità, e dedicato solo ed esclusivamente al piacere e alla gioia personale. Poor Things si scaglia contro le norme sociali che spaventano i maschilisti e i narrow-minded in generale.

Bella scopre il piacere, ma tocca con mano anche tanti altri aspetti del mondo. Conosce crudeltà e violenza, l’opposizione ricchezza-povertà; si slega dal controllo degli uomini che la perseguitano e può così emanciparsi grazie alla sofferenza da cui il suo medico-padre voleva allontanarla.

Oltre il femminismo: uomo-dio, controllo sulla natura e (dis)illusione

Ma Poor Things ha vari altri temi al suo interno. Uno dei più evidenti, veicolato dal personaggio di Godwin (un postmoderno Frankestein), è sicuramente quello del controllo che l’uomo pretende di esercitare sulla natura. Godwin gioca con animali ed esseri umani, li tratta come se fossero suoi esperimenti, e per questo si stupisce nel constatare la forte affezione provata per Bella.

Godwin va interpretato come un uomo che crede di essere onnipotente poiché in grado di maneggiare la scienza. Più che voler controllare Bella in quanto donna, probabilmente vuole controllarla perché stupidamente convinto di una sua superiorità data dalla sua immensa conoscenza scientifica. La debolezza di Godwin, e quindi quella dell’uomo in generale, si mostra gradualmente: siamo ramoscelli pronti a spezzarsi alla prima folata di vento.

Poor Things è uno spettacolare e inquietante ritratto della società contemporanea. Il nuovo film di Lanthimos è un dipinto che ritrae un femminismo che lotta senza eccessi e un essere umano potenziale vittima dei suoi stessi marchingegni sociali, culturali e morali. Yorgos Lanthimos è tornato tra le braccia del pubblico con un trattato sulle crepe della società attuale, scegliendo la commistione di arte, filosofia e scienza. Un potente prodotto filmico che sgretola lo spettatore minuto per minuto. Lo sgretola per poi abbracciarlo, creando un circolo vizioso di disillusione.

Poor Things

  • Anno: 2023
  • Durata: 141’
  • Distribuzione: Walt Disney
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda
  • Regia: Yorgos Lanthimos
  • Data di uscita: 25-January-2024

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