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Noir In Festival

‘Adagio’: nelle viscere di Roma capitale

Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Andrea Giannini e Francesco Di Leva. Un cast stellare per un film feroce che chiude la trilogia su Roma Capitale. In concorso al Noir in Festival

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Adagio

«Alla fine siamo solo brava gente». In una Roma austera e lugubre, sotto un sole cocente che incendia la città, divampa Adagio, il nuovo film di Stefano Sollima scritto a quattro mani con Stefano Bises. Dopo i lavori ad Hollywood, il regista che ha rinvigorito il cinema gangster in Italia torna in patria e chiude il racconto sulla malavita nella Roma capitale. I villain di Romanzo Criminale non fanno più paura, ma tentano un ultimo disperato salto verso la notte che li inghiotte.

Il cast corale è da pelle d’oca. Ricorrono Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Adriano Giannini e Francesco Di Leva. Il film è prodotto da Cattleya, Babe Film e Rai Cinema. Dopo essere stato presentato a Venezia, il film è ora in concorso al Noir in Festival. 

Adagio | la trama

Roma, oggi. Manuel ha 16 anni, ascolta rap e si occupa del padre che soffre di demenza senile. Lo vediamo partecipare ad un party esclusivo per un lavoro che gli è stato commissionato. Tutto crolla quando il ragazzo scopre di esser stato ingannato e fugge via. Non immagina affatto quanto i ricattatori possano essere pericolosi.

Adagio

Inizia un’epopea dentro il cuore pulsante di una città bellissima e violenta, tra strade, svincoli e nascondigli che sembrano labirinti. Manuel capisce di trovarsi in una situazione di grande rischio e decide di chiedere aiuto a due ex criminali, conoscenze di lunga data del padre.

Intrappolati nelle viscere di Roma capitale

Il marchio di fabbrica di Sollima si manifesta sin dalle prime inquadrature. Si parte dalla ambientazioni. Domina il buio, eccetto che per gli incendi sullo sfondo. L’illuminazione manca di continuo e strade, svincoli, appartamenti, paiono luoghi perfetti per non essere scovati. La città si smentisce nella sua apparente stratificazione e svela la propria natura decadente. Labirintica, come le venuture corporee, costituisce il set ideale per questo noir dai toni costantemente tensivi e senza scampo: per i protagonisti, per gli spettatori.

Dopo aver vivisezionato i luoghi, la camera passa ai corpi. La scrittura ellittica di Bises accompagna ed esalta questa passaggio, che è contraddistinto da muscoli, rughe, corpi squamati e stanchi ma soprattutto sudore, a sottolineare l’insistenza del caldo. Uno scenario apocalittico amplifica una Roma comunque riconoscibilissima. E questa contrapposizione alimenta il senso di oppressione generato nell’audience.

Il climax drammaturgico è il risultato sapiente di diversi fattori. In primis di una regia fortemente identitaria. A cui si aggiungono una sceneggiatura che culmina nei momenti giusti, una fotografia di grande impatto visivo e una colonna sonora d’effetto (curata dai Subsonica). Questi aspetti collaborano ad evidenziare l’inequivocabilità di un’evoluzione drammatica della trama e del destino dei protagonisti.

Il cast di Adagio

Sono assenti i criminali di antica memoria: fulgidi, spietati e prestanti. Questo smacco alla narrazione della criminalità, senza dubbio interessante, non inficia le loro inclinazioni o abitudini. Si tratta di ex-criminali nelle premesse, ma non nei fatti. E non sono i soli. “Cammello” (si fatica a riconoscervi Pierfrancesco Favino) “Daytona” (Toni Servillo) e “Pol Newman” (Valerio Mastandrea) rappresentano l’ultima falange di malavitosi in declino. Colpiti nella mente e nel corpo, non resistono al richiamo del male, ma annaspano nei suoi intrecci. Al contrario, le forze dell’ordine (interpretate da Alessandro Giannini e Francesco Di Leva) sono disposte e in grado di giocarsi tutto per il Dio denaro.

Il focus del racconto non è l’introspezione dei personaggi. Parliamo di un’opera plot driven, come spesso accade nella filmografia del regista. Tuttavia, la natura intrinseca della pellicola non rende difficoltoso cogliere le caratteristiche personologiche dei protagonisti. Ne apprendiamo punti deboli, velleità e rimpianti. Sono ancora capaci di maneggiare armi, uccidere e mentire per garantirsi la sopravvivenza.

Un film di chiusura, ma che apre a qualcosa di nuovo

Stefano Sollima conferma di essere un maestro d’arte. Sebbene il film manchi di una carica distruttiva crescente alla “vecchia maniera” del cineasta, Adagio rispecchia i parametri di un action movie, con scene d’azione che sanno intrattenere. Il lungometraggio si dota di una natura particolarmente tensiva e reattiva, con eventi che si susseguono a catena. Durante la visione, si avverte il senso di una fine, ma anche l’inizio di qualcos’altro. Il punto di svolta risiede nei personaggi. La peculiare condizione dell’antica guardia e il mondo in cui le relazioni hanno inciso e continuano a farlo apre ad un mondo meno esplorato dal regista, che invece sulle trame ha sempre dato il suo meglio. È anche per questo che, con i titoli di coda, le sequenze continuano a scorrere. D’altronde, ci saranno nuove notti.

Sono Diletta e qui puoi trovare altri miei articoli

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Adagio

  • Anno: 2023
  • Durata: 127 min
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Genere: drammatico, noir
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Stefano Sollima
  • Data di uscita: 02-September-2023

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