In conferenza stampa per The Wonderful story of Henry Sugar , fuori Concorso a Venezia 80, Wes Anderson ha parlato del ruolo che svolge nel suo film la musica, da sempre elemento fondamentale in ogni sua pellicola. Speciale è il rapporto che lo lega al compositore che da 20 anni ‘anima’ i suoi film con le sue musiche.
Nella mia mente c’è sempre musica , afferma Anderson, a volte anche mentre scrivo nella mia mente c’è musica in sottofondo. Per me è essenziale. Questo film non ha molta musica in realtà perchè non ne ha ha bisogno. Già da sè ti dice cosa vuole e di cosa ha bisogno.
All’interno del superbo cast del cortometraggio spicca la presenza di Ralph Fiennes, che torna a lavorare con Anderson dopo Gran Budapest Hotel.
Il regista ammette di averlo voluto perché la pellicola necessitava di un cast ‘british’ e di averlo scelto dopo aver inviato una sua foto al nipote di Roald Dahl, rimasto entusiasta dell’attore. Anderson, conoscendo bene Fiennes era comunque certo che avrebbe fatto un ottimo lavoro nell’interpretare un ruolo che gli calzava a pennello.
…mi piace che gli attori tornino con me. Volevo che Ralph tornasse. Un gruppo di attori è per me come una compagnia teatrale e mi piace che possano scambiarsi i ruoli e interpretarne di diversi passando in film diversi.
Una novità è invece Ben Kingsley, una presenza forte che emanava sul set una sensazione di confort . Ammette di essere stato spaventato inizialmente dalla sua postura eretta, ma di ammirare da sempre il grande attore .
Anderson, accennando appena la sua posizione sul tema dello sciopero, si sofferma poi a parlare della necessità o meno dell’intelligenza artificiale, di cui riconosce le potenzialità future ma che non ritiene fondamentale per i suoi film:
Uso solo quello che c’è sul set, quello che è reale. Non ho necessità di usare schermi verdi o di creare immagini al computer per animare oggetti. L’animazione la facciamo con i pupazzi . Noi cerchiamo di utilizzare solo cose vere.
Alla domanda se Road Dahl tornerà nel suo Cinema Anderson conferma che sono in progetto altri cortometraggi sulle storie dell’autore: “Il cigno”, “Veleno” e “The Ratcatcher“, cortometraggi che definisce “molto, molto strani“.
“‘The Swan‘, lo abbiamo fatto con Rupert Friend”, ha dichiarato Anderson. “Abbiamo fatto anche un racconto molto vecchio chiamato ‘Poison’, che è uno che ho sempre amato … E poi ne abbiamo fatto anche uno molto, molto strano chiamato “Ratcatcher”, che è tratto da un libro intitolato “Claud’s Dog”, una specie di oscuro libro di Dahl ambientato nella parte orientale dell’Inghilterra. È una storia molto rurale, è una storia particolare. E sono tutti strani. Ma non ne ho davvero altri in mente. Ho alcune cose in progetto…
Da Salinger a Dahl , definisce importante il legame con la letteratura e afferma di adattare le opere letterarie, ma non totalmente . Preferisce catturare lo spirito del romanzo e personalizzarlo. La letteratura si intreccia così con il film .
Il regista parla poi del suo interesse a fare film in luoghi diversi:
Il cinema è sempre stato il mio modo di vedere il mondo… fare colazione è un’avventura…passeggiare per Parigi è come andare al cinema…così mi osservo da fuori e mi piace farlo…
Parla poi del suo amore per i film di Hitchcock , il loro mood e la loro chiarezza e di come ancora oggi ami La finestra sul cortile, la sua atmosfera e il personaggio di James Stewart.
Conclude rispondendo alla domanda sui suoi progetti futuri e sulla possibilità di cambiare il suo stile naturale. Uno stile che afferma di non aver scelto e di considerarlo frutto delle sue scelte.
Scelte che mi portano a fare le cose nel modo in cui voglio farlo….ogni volta che faccio un film sono Io…in fondo è quello che mi piace . Spero di cambiare un po’qualcosa ma solo per trovare nuove storie … Questo sono Io…
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