L’ordine del tempo, il film di Liliana Cavani disponibile su Prime Video.
Liliana Cavani è tornata alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 2023 e, oltre all’aver ricevuto il Leone d’Oro alla Carriera, ha anche presentato il suo ultimo film ossia L’ordine del tempo. Oltre al più che noto nome della regista, spiccano anche quelli del cast: Edoardo Leo, Alessandro Gassman, Claudia Gerini e Francesca Inaudi.
La storia narrata ha al centro un gruppo di amici cinquantenni che si ritrovano tutti insieme per il compleanno di una di loro. Durante la festa, si viene a sapere che un enorme asteroide probabilmente colpirà la terra causando così l’estinzione dell’uomo. Dunque si passa ben presto da un’allegra atmosfera di festa a un covare di rimpianti e nostalgie; ma soprattuto, diviene un ampio “salotto” riflessivo che ha al centro il concetto di tempo e la sua labilità. Il lungometraggio si distingue dunque per una narrazione corale.
Il luogo in cui si svolge l’intera vicenda è una grande casa sul mare che sembra isolarsi totalmente dal mondo. Sono pochi (e quasi solo telefonici) i contatti col mondo esterno. Il blu del mare, i fiori, il rumore del vento sono la cornice dei rimpianti sopracitati. Lo spettatore, in questo modo, può esaminare i personaggi e i loro legami senza alcuna distrazione superflua.
L’ordine del tempo: il tempo e la sua precarietà nelle dinamiche relazionali
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Ne L’ordine del tempo si palesano sin da subito le complicate relazioni tra i personaggi. Pietro ed Elsa, pur essendo sposati da tempo e apparentemente affiatati, portano sulle spalle le croci di storie d’amore passate. Enrico e Paola sono immersi in un tira e molla che presenta sfumature quasi adolescenziali. Greta e Jacob sembrano legati più da insoddisfazioni condivise che da amore e felicità. Giulia è una ricercatrice che trova conforto nel dialogo con una suora (proponendo così il tema dello scontro-incontro tra religione e scienza).
I temi proposti dalle crepe relazionali e personali dei personaggi sono certamente molto interessanti poiché mostrano delle sfumature che è insolito trovare nei prodotti filmici, i quali sono spesso propensi al “lieto fine” o a risoluzioni tragiche quali separazione e netto allontanamento dall’altro (per esempio, nel caso di un tradimento…).
Il problema principale è il modo in cui tali questioni vengono veicolate: i dialoghi appaiono molto caricaturali, crollando così nella banalità e rischiando un certo allontanamento dell’empatia e del coinvolgimento spettatoriale. È vero che i protagonisti del lungometraggio sono intellettuali o comunque professionisti di determinati settori, ma le loro riflessioni sono talmente complesse e filosofiche da sfiorare l’inverosimile (soprattutto se vicini alla fine del mondo dunque in una situazione di estrema ansia).
Nonostante le criticità, è comunque molto interessante il modo in cui si parla del tempo, specialmente se legato alle relazioni personali. Il lungometraggio punta spesso sul mostrare quanto questo sia relativo e labile nel momento in cui si è persa una persona o ci si trova in un legame infelice: il tempo, in questi casi, diviene un mero scandire secondi, minuti e ore. Si potrebbe così distinguere il “tempo emozionale” da quello “meccanico” e i due presentano unità di misura ben diverse.
Masterclass con Liliana Cavani;I tempi non sono unici
Liliana Cavani torna con un’opera forse un po’ silenziosa rispetto a ciò a cui ci ha abituati la sua filmografia. Ma nonostante le meccanicità che lo rendono critico, si nota comunque la mano di una professionista. Le tematiche scelte la rendono un’opera molto contemporanea. O forse sarebbe meglio definirla senza tempo?