Il trailer de Cile – Il mio Paese immaginario di Patricio Guzmán
In sala dall’11 Settembre il nuovo film del regista cileno che torna al cinema a quattro anni di distanza da La cordigliera dei sogni.
Presentato alla 75. edizione Festival di Cannes, è distribuito da Zalab e I Wonder con il patrocinio dell’Ambasciata del Cile in Italia.
«Nell’ottobre 2019, quando il mio film è uscito in sala in Francia, è accaduto in Cile qualcosa di completamente inatteso per me: una rivoluzione, un’esplosione sociale. Un milione mezzo di persone stavano manifestando nelle strade di Santiago per ottenere più democrazia, una vita più dignitosa, un sistema educativo e sanitario migliori e una nuova Costituzione. Il Cile aveva ritrovato la sua memoria.» – Patricio Guzmán
Ottobre 2019: una rivoluzione inaspettata, un tumulto sociale esplode per le strade di Santiago chiedendo più democrazia, un sistema educativo e sanitario migliori, una vita migliore, e una nuova Costituzione. Con una prospettiva tutta la femminile, manifestanti, giornaliste, psicologhe, artiste, dottoresse, politologhe esperte e giovani politiche della nuova leva ci accompagnano nella protesta e nella violentissima repressione fino all’assemblea costituente per la riscrittura della costituzione nazionale.
La recensione di Taxidrivers
Il trailer di Cile – Il mio Paese immaginario
Scritto e diretto dal regista, il documentario è prodotto da Benjamin Lanlard. Il montaggio è di Laurence Manheimer, la fotografia di SAMUEL LAHU, il suono di JUAN CARLOS, MALDONADO DUBO, AYMERIC DUPAS. Le musiche sono di Miranda Y Tobar.
Una co-produzione OLIVIER PERE – ARTE FRANCE CINÉMA (FRANCIA) ET ALEXANDRA GALVIS – MARKET CHILE (CILE).
In occasione dei 50 anni dal golpe contro Salvador Allende, dall’11 settembre tornano in sala anche altri 4 film del regista cileno: Salvador Allende, Nostalgia della Luce, La Memoria dell’acqua e La Cordigliera dei sogni
Patricio Guzmán
Nato nel 1941 a Santiago del Cile, ha studiato alla Official School of Film Art di Madrid e ha dedicato la sua carriera alla regia di documentari.
Dal 1972 al 1979 ha diretto La Battaglia del Cile, una trilogia di 5 ore sul governo di Salvador Allende e sulla sua caduta. Dopo il golpe di Pinochet, Guzmán è stato arrestato ed ha trascorso due settimane nello stadio nazionale, dove è stato sottoposto diverse volte a finte esecuzioni. Nel 1973 ha lasciato il Cile per trasferirsi a Cuba, successivamente in Spagna e Francia, nonostante sia rimasto molto attaccato alla sua patria ed alla sua storia. La Rosa dei venti esce nel 1983, a cui seguono In nome di Dio, La Croce del Sud e Cile, la memoria ostinata.
Nel 1997 fonda il Santiago International Documentary Film Festival (FIDOCS) e dirige Il caso Pinochet, Salvador Allende.
Nel 2010 esce il primo film della trilogia dedicata al Cile: Nostalgia della Luce, a cui seguono The Pearl Button e La cordigliera dei sogni.
«Dopo Allende non avevo più visto una cosa del genere.»
Sul nuovo documentario, spiega :« com’era possibile che tutto un popolo si svegliasse quarantasette anni dopo il colpo di stato di Pinochet, com’era possibile quella rottura sociale, una tale ribellione, una rivoluzione? Per me era un mistero. Allora, ho indagato su questo mistero, ho filmato il suo effetto sull’ambiente, sull’aria, sulle emozioni e i sentimenti della gente del mio paese. Moltissime donne, che sono diventate le protagoniste del mio film e del desiderio, dell’urgenza di un mondo nuovo.
Cinquant’anni dopo aver realizzato La Battaglia del Cile, ero di nuovo in strada per filmare ciò che stava accadendo. Ero lì quando il popolo cileno ha votato per una nuova costituzione e ha ottenuto una maggioranza del 80% in favore dell’assemblea costituente. Ero là quando un nuovo presidente di sinistra di 35 anni , Gabriel Boric, è stato eletto con il 56% dei voti. Cose mai viste nella storia del mio paese, del mio paese immaginario…»