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Netflix Film

‘Private Life’. La recensione del film su Netflix

Tra i gioielli nascosti della piattaforma, un racconto agrodolce sulle difficoltà di avere un figlio.

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Paul Giamatti e Kathryn Hahn in Private Life

Una storia cruda, ironica e garbata sulla lotta di una coppia di artisti di mezza età nel realizzarsi come famiglia, tra adozioni e riproduzione assistita.

È disponibile su Netflix Private life, film del 2018 diretto dalla regista e sceneggiatrice del cinema indie Tamara Jenkins, presentato al Sundance Film Festival 2018 e prodotto dalla Universal Pictures. La regista si serve di due nomi interessanti, Paul Giamatti e Kathryn Hahn, per raccontare con taglio personale e sarcastico di come i problemi di infertilità possano mettere in crisi il matrimonio.

La trama di Private Life

Al centro della narrazione c’è una coppia di mezza età. Richard (Paul Giamatti) e Rachel (Kathryn Hanh) sono due artisti (lei scrittrice e lui drammaturgo) che vivono nell’East Village a New York. Il duo ha rimandato la gravidanza per dare priorità alla scrittura di lei, ma quando decide di avere un figlio deve fare i conti coi problemi dell’infertilità. Inizia così una trafila complessa tra tentativi di fecondazioni in vitro, in attese di donazioni che mai avvengono. La vita dei due coniugi cambia quando la brillante pronipote acquisita di Richard, Sadie (Kayli Carter), risponde positivamente alla richiesta dei due di donargli gli ovuli. Per la venticinquenne, che ha lasciato l’università e non sa che fare della propria vita, si presenta la doppia opportunità di fare qualcosa per sé e per gli zii. Questi ultimi le hanno sempre dato sostegno e ora la ospitano a casa offrendole lavoro nella compagnia teatrale dell’uomo.

Il lavoro accurato della regista

A partire dal primo minuto del racconto si trovano gli elementi ricorrenti in tutto il film. Corridoi di ospedale, medici non sempre rassicuranti e sale d’attesa piene di tensione. Private Life narra, in modo minuzioso e realistico, la difficoltà della fecondazione in vitro.

La storia ha trovato in Tamara Jenkins la firma necessaria e delicata per raccontare questa odissea umana. La regista ha realizzato in vent’anni solo tre commedie. Tutte parlano di famiglie al limite e con risultati densi di significato che hanno lasciato un segno nel cinema indie.

Nel primo lungometraggio, L’altra faccia di Beverly Hills (1998), la protagonista adolescente (Natasha Lyonne) si sposta sempre di casa insieme al padre separato e ai fratelli. Mentre nel secondo, La famiglia Savage (2017), due fratelli (Laura Linney e Philip Seymour Hoffman) si riuniscono per prendersi cura del padre anziano e malato di demenza.

Nel 2018 con Private Life, Jenkins trasforma un crogiolo di delusione e tensione in un risvolto impensabile. Un luogo in cui il desiderio di rivolta, la forza del coraggio e le risate amare proprie della dramedy si fondono perfettamente.

Rachel, Richard e Sadie a tavola (dal film Private life)

In ogni suo lavoro sembra che sgretoli la sceneggiatura continuamente, aggiungendo dettagli e perfezionando i personaggi. In questa ultima fatica, eronia ed empatia si alternano. Ma ciò che spicca sempre è la loro spontaneità.

Le famiglie raccontate dalla regista non reprimono mai i loro sentimenti. Ogni lotta presente è costruttiva e finalizzata, anche nelle scene più tensive, a risolvere le rimostranze e i vecchi rancori.

A cavallo tra commedia e dramma

L’ultima opera di Jenkins, nonostante il tema, non è mai triste. Anche nei momenti in cui le relazioni sembrano insanabili e le speranze infrante, Richard e Rachel trovano sempre il modo di uscirne positivamente.

Con attori come Giamatti e Hahn a disposizione, il sarcasmo è una garanzia. Ogni volta in cui le possibilità di adottare sfumano o quando il processo di donazione degli ovuli finisce in un vicolo cieco, il film prende una piega miracolosamente divertente. L’umorismo sulle assurdità della vita diventa il motore della pellicola. Il pranzo del ringraziamento in cui Sadie mette al corrente la famiglia delle sue intenzioni si trasforma in un teatro tragicomico. Scorrendo le pagine web di potenziali donatori, Richard e la moglie fanno battute sui candidati. Ogni volta che la protagonista affronta gravi avversità Hahn smorza con esplosioni di parolacce orgogliosamente non filtrate.

L’ironia che permea tutta la storia si intuisce anche quando la cineasta deride delicatamente la vita suburbana della classe media dei suoceri dei protagonisti, durante uno dei pranzi di famiglia.

Rachel e Richard in clinica per la fecondazione assistita (dal film Private Life)

Un film sul matrimonio e sul ritrovarsi

Al centro di Private Life c’è una coppia sposata in crisi.

L’opera si serve di un tema complesso per sviscerare le difficoltà del matrimonio e il processo necessario per ritrovarsi. I due personaggi principali si mettono da parte in quanto coniugi per creare una famiglia. Questo dimostra, anche nella cura gentile che hanno l’uno dell’altra, che affetto e devozione reciproca ci siano alla base del loro rapporto.

Nonostante il film svisceri le complicazioni della gravidanza assistita, volere un bambino non è tutta la storia. La regista ha rappresentato un momento delle vite dei protagonisti a cui sembra manchi qualcosa e un figlio sembra il sensato completamento. Ma non è così e nell’epilogo finale si è sulla via della risposta giusta.

Richard e Rachel con la nipote Sadie (dal film Private Life)

L’importanza della famiglia

Al racconto del matrimonio si affianca un altro elemento cardine della pellicola: la famiglia. Nella vita della coppia ad un certo punto si aggiunge Sadie, la loro pronipote acquisita. Ed è qui che la storia diventa agrodolce, empatica: i tre insieme creano una famiglia solidale e che parla di argomenti interessanti. Nelle loro giornate si ascolta musica jazz, si fanno citazioni di teatro, colazioni a base di uova e caffè, cene ricche. Quando viene comunicato ai genitori di Sadie l’intenzione della figlia di donare gli ovuli i tre diventano ancora più uniti. Pure nel momento in cui la ragazza decide di aiutare gli zii, si è di fronte a qualcosa di squisitamente umano e delicato.

Kayli Carter dà un ritratto del suo personaggio toccante e reale, riuscendo a trasmettere il sentimento che viaggia dalla generosità istintiva ad un impulso personale più pericoloso. Si riesce a percepire la devozione e la gratitudine della venticinquenne verso i due protagonisti.

La bravura di Tamara Jenkins sta proprio nel fatto che ogni persona riesce a relazionarsi in maniera efficace.

Private Life è un film in cui amore, dolore, famiglia, matrimonio e amicizia si mescolano più che mai. E di come sopportare, cadere e rialzarsi siano elementi necessari per tenersi vivi nella speranza che dietro l’angolo possa esserci qualcosa di inaspettatamente bello.

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Private Life

  • Anno: 2018
  • Durata: 123 min.
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Tamara Jenkins