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Focus Italia

Torino nera

Meglio chiarirlo da subito: questo Torino nera di Massimo Russo non ha niente a che vedere con il film di Lizzani del ’72.

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Meglio chiarirlo da subito: questo Torino nera di Massimo Russo non ha niente a che vedere con il film di Lizzani del ’72. Si tratta, invece, di un super low budget girato da un gruppo di amici senza alcuna precedente esperienza al lungometraggio, capace, tuttavia, pur con tempistiche piuttosto dilatate (cinque anni di lavorazione), di mettere in piedi un autentico poliziottesco digitale. Dentro, infatti, c’è un po’ di tutto, tra citazioni e invenzioni registiche (anche casalinghe) a volte sorprendenti. Una su tutte è l’inseguimento a metà film tra le vie del centro di Torino. Per non parlare poi dei personaggi: dal capo della polizia, un nostalgico fascista, al detective privato lebowskiano.

A dare il via alle danze è un barbone che assiste per caso all’omicidio di una donna compiuto da un gruppo di satanisti. Il giorno seguente prova a confessare tutto alla polizia, ma non viene preso sul serio. Si rivolge così ad un improbabile investigatore privato disposto ad accettare qualsiasi caso pur di saldare i debiti accumulati. Poi la trama si fa caotica, fuori controllo, mentre il macchiettismo dei personaggi immischiati sempre più difficoltoso da seguire. Alla resa dei conti si resta comunque piacevolmente soddisfatti.

Giacomo Ioannisci

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