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‘Circus Maximus’ l’utopia Afrofuturista di Travis Scott

Né videoclip né biopic. Circus Maximus è un viaggio stupefacente, istintivo e psichedelico, all'interno dell'intimità contorta di uno degli artisti più interessanti della musica contemporanea. Vedere per credere.

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Circus Maximus cover

Dopo un breve periodo nelle sale AMC Americane, è finalmente disponibile su YouTube, gratuitamente e per tutti, Circus Maximus.

L’opera visiva che affianca l’uscita dell’ultimo, anticipatissimo, album di Travis Scott, ‘Utopia’, con la straordinaria co-regia di autori del calibro di Harmony Korine, Gaspar Noé, Nicolas Winding Refn, Valdimar Johannsson e Kahlil Joseph. Bastano questi nomi per intuire che Circus Maximus non è un semplice accompagnamento alla pubblicazione musicale, ma un vero e proprio viaggio al ritmo selvaggio dei brani di Utopia, un’ode all’estetica e al cinema, dall’impatto visivo devastante e ricchissimo di simbolismi e riferimenti.

La psicologia del suo autore e protagonista è base della narrazione, ma l’alone di mistero che aleggia da sempre intorno alla figura di Scott non ci permette di comprenderla fino in fondo e forse è più bello così. I 75 minuti di Circus Maximus esistono in uno stato utopico di straniamento e colori psichedelici, da vedere tutti d’un fiato.

Da Astroworld a Utopia: dentro il mondo di Travis Scott

Per capire davvero Circus Maximus quindi, è necessario entrare, per quanto ci è concesso, nella mente intricata del suo creatore. Travis Scott, nato Jacques Bermon Webster II, originario dell’afosa Houston, Texas, negli anni ha sempre sperimentato e rinnovato la sua proposta musicale, ogni album è differente dal precedente e non lo si è mai visto adagiato per troppo tempo sugli allori di un suo successo. Quando nel 2018 uscì Astroworld, Travis era la figura più influente non solo nella musica statunitense, ma anche nella moda, grazie al merch creato ad hoc e alle sneakers in collaborazione con Nike, ancora oggi introvabili se non a prezzi esorbitanti.

Da La Flame a Cactus Jack, i molteplici alter-ego del rapper texano sono in continuo mutamento. Uno status che rende sfuggente, misterioso e intrigante il personaggio di Scott e che permette di regalare al pubblico sempre qualcosa di ‘fresco’. Utopia e il film Circus Maximus non sono da meno, anche se forse, strizzano un po troppo l’occhio alla moda del momento, invece di proporre trend del tutto nuovi, ma si tratta di piccole differenze, non sostanziali e che non compromettono di certo il giudizio sull’opera.

Il surrealismo psichedelico di Circus Maximus: da Jodoroswky ai Pink Floyd

Travis Scott ha ormai da tempo abituato il suo pubblico a prodotti di altissima qualità. Ogni album ha un’estetica ispirata e complessa, capace di smuovere le correnti della moda, settando nuovi standard sia in campo musicale che visuale. Le canzoni restano al centro dei progetti, ma immagini, video, abbigliamento ed estetica ne sono l’espressione finale. Circus Maximus è l’unione dei molteplici talenti del rapper texano, sintetizzati in un’opera intensa e intrigante, che strizza l’occhio alle avanguardie degli anni ’70.

Le tante scene del film in cui Scott si esibisce a Pompei, circondato da casse stereo, luci stroboscopiche e da un clima etereo, non possono che rimandare al leggendario ‘Live at Pompei’ che i Pink Floyd realizzarono nel 1972, uno dei primissimi esempi di film-concerto legato alle arti visive. I riferimenti alla cultura psichedelica del gruppo britannico non finiscono qui, ma tornano nei colori e negli ambienti del film, spazi liminali distaccati dalla realtà in cui la musica resta l’unico punto di riferimento. Dalle scenografie irreali, installative, create da Jodorowsky a Dune e Arrival, di Denis Villeneuve, i rimandi, più o meno palesi, al cinema criptico in Circus Maximus sono innumerevoli.

Travis Scott Circus Maximus Psychedelic

Da sottolineare, sono poi i tratti stilistici tipici dei registi chiamati a collaborare a Circus Maximus. Si possono distinguere, nelle varie sequenze del film, veri e propri videoclip uniti sotto una stessa direzione artistica e, anche se non troppo definita, anche di trama. Dai colori al neon di Refn alle coreografiche composizioni riprese dall’alto, marchio di fabbrica di Gaspar Noé. L’influenza del grande cinema contemporaneo è fondamentale nel film, per stessa ammissione di Scott, Tenet dell’amico Christopher Nolan, per cui ha anche realizzato una canzone, è stato il maggior riferimento per Circus Maximus.

L’Afrofuturismo nei luoghi del tempo di Travis Scott

In Circus Maximus, così come nel relativo album Utopia, Travis Scott ha inserito elementi presi in prestito da altri grandissimi artisti del panorama statunitense, distinti anche per il loro lavoro audiovisivo. Da Kanye West, con cui è salito sul palco del circo massimo, all’idolo Kid Cudi (alias di Scott Mescudi, da qui il nome d’arte Travis Scott). Fino ad arrivare alla regina della musica statunitense, Beyoncè, il cui Visual-album Lemonade, diretto dallo stesso Kahlil Joseph, riscosse un successo clamoroso nel 2016.

Leggi l’approfondimento su ‘Entergalactic’ di Kid Cudi

Ma Circus Maximus non è solo visuale ed etereo. Una parte consistente del film, girato in Nigeria, dove Scott ricerca le proprie origini, ricalca l’affascinante corrente dell’Afrofuturismo, nata nei concitati anni ’70 dell’emancipazione afroamericana e ripresa di recente anche da altri artisti nei loro Visual Album; come la stessa Beyoncè, nel concept del suo RENAISSANCE o da Janelle Monáe, con Dirty Computer. Anacronismi, futurismo e folclore africano si mescolano nella creazione di uno stile eccentrico ed estremamente affascinante, dalle opere della regista e artista multimediale Cauleen Smith a quelle del folle videoartista Ulysses Jenkins, l’Afrofuturismo sta tornando con forza negli ultimi anni, e Circus Maximus ne è un ottimo esempio.

Travis Scott afrofuturism Circus Maximus

Travis Scott e l’Italia: dal concerto al Circo Massimo al festival di Venezia con Harmony Korine

Utopia, così come fu per Astroworld, è già l’album-evento dell’anno, complice una campagna di marketing studiata nei minimi dettagli e una serie di eventi collaterali che hanno monopolizzato i social network per giorni. Uno su tutti il concerto, annunciato con pochissimo preavviso, al Circo Massimo di Roma dello scorso 7 Agosto. Oltre 60mila persone sono accorse nel luogo che da il nome al film, per un mega concerto che ha visto sul palco perfino Kanye West. Scott, inoltre, aveva in programma un concerto nell’anfiteatro di Pompei, dove ha girato diverse scene di Circus Maximus, salvo annullarlo pochi giorni più tardi.

Ma l’evento più entusiasmante, legato al cinema, che vedrà Travis Scott protagonista è certamente AGGRO DR1FT, annunciato come “lavoro sperimentale tra action film e arte visiva”, fuori concorso all’80esima edizione del Festival Del Cinema di Venezia e diretto da Harmony Korine. Si arricchisce così di un altro tassello l’intrigante collaborazione tra il rapper texano e il ribelle del cinema indipendente Americano, il quale torna al Lido per la terza volta dopo la settimana della critica del 1997, dove esordì con Gummo e il 2012, dove presentò il meraviglioso Spring Breakers, con Selena Gomez protagonista.

Locandina Travis Scott Circus Maximus + circo massimo

 

Di seguito il film completo, disponibile su YouTube:

Circus Maximus

  • Anno: 2023
  • Durata: 76'
  • Distribuzione: Cactus Jack Films
  • Genere: Musical
  • Nazionalita: Stati Uniti d'America, Spagna, Danimarca
  • Regia: Travis Scott, Nicolas Winding Refn, Harmony Korine, Gaspar Noé, Vladimir Johannsson, Kahlil Joseph
  • Data di uscita: 15-August-2023