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Conversation

‘I peggiori giorni’ conversazione con Massimiliano Bruno

I peggiori giorni è una commedia amara che racconta la difficoltà delle relazioni umane. Del film e dei suoi attori abbiamo parlato con Massimiliano Bruno

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Insieme a Edoardo Leo Massimiliano Bruno torna a raccontare ne I peggiori giorni la difficoltà delle relazioni umane attraverso una coralità di storie e personaggi legati dalla condivisione del medesimo destino.

Dal 14 agosto con Vision Distribution arriva in sala I peggiori giorni di e con Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo.

 

massimiliano bruno i peggiori giorni

I peggiori giorni, o quantomeno gli episodi da te diretti, mi pare riassumano la natura del tuo cinema che, partendo dai toni della commedia, si allarga con sguardo più complesso sulla realtà. Penso, per esempio, a Gli ultimi saranno gli ultimi.

Hai colto nel segno, nel senso che proprio il film che hai citato è stato il punto di partenza ideale della modalità di scrittura utilizzata nei due episodi da me diretti, perché in Ferragosto ho trattato un argomento sul quale, per la sua delicatezza, è molto difficile scherzare. La mia scelta è stata quella di prendere la strada che avevo utilizzato nella parti più drammatiche de Gli ultimi saranno gli ultimi spostando l’obiettivo dalla molestia sessuale in sé alla motivazione del perché dei giovani minorenni hanno compiuto quel gesto. Quindi sono andato ad analizzare le psicologie dei quattro genitori per capire con quale tipo di educazione si possa arrivare a fare certe cose. Ho volutamente scelto di raccontare di una molestia e non di un abuso sessuale perché quest’ultimo era un terreno minato e volevo che in qualche modo si rimanesse nella commedia, genere più adatto a entrare nella natura psicologica del gesto. Dunque c’è stato un tipo di approfondimento come avevo fatto già in passato in alcuni film, primo fra tutti Viva l’Italia.

Se avessi inserito l’abuso al posto della molestia la premessa sarebbe stata troppo forte per spostare il ragionamento sulle radici culturali di quel gesto. 

Ma infatti la ratio è stata proprio quella che hai appena detto. Se così avessi fatto gli equilibri drammaturgici si sarebbero spostati mentre a me interessava che Ferragosto rimanesse una commedia molto amara. Tanto è vero che nell’episodio di Halloween raccontiamo di un lutto già avvenuto e quindi in qualche modo meno doloroso per il pubblico. Questo ci consente di lasciare spazio alle profonde dinamiche relative al superamento del lutto.

Lì poi invertiamo i normali rapporti tra padre e figlia, facendo di quest’ultima una sorta di mentore del primo, essendo lei che dà al personaggio interpretato da Rocco Papaleo la forza di reagire.

I peggiori giorni di Massimiliano Bruno: il legame tra i capitoli

L’inizio di Halloween mi dà modo di ragionare sulla conclusione dell’episodio che lo precede nella constatazione che la coerenza tra i vari inserti del film nasca anche da una certa affinità di sentimenti e stati d’animo.

Sì, certo, però la continuità tra i diversi episodi esiste anche nella volontà di parlare delle relazioni tra le persone, mettendo a fuoco quanto sia complicato averne non solo all’interno della stessa famiglia, ma anche in situazioni come quella tra imprenditore e operaio che raccontiamo nell’episodio del 1° maggio. Ci interessava far comprendere come sia facile sbagliare tenendo conto che nel film ci sono solo un paio di personaggi capaci di avere un ripensamento. Penso, per esempio, a quello di Claudia Pandolfi in Ferragosto.

In effetti in Ferragosto la presa di posizione dei genitori è talmente netta e discordante che il cambio di punto di vista del personaggio della Pandolfi è del tutto inaspettato.

Sì perché a un certo punto lei capisce che sono andati troppo oltre, superando i limiti di una volgarità intesa come superficialità di pensiero. Lei se ne rende conto nel momento in cui guarda sul cellulare il filmato che i figli hanno inviato ai loro amici. Da lì in poi il suo atteggiamento sulla questione cambia in maniera radicale.

I personaggi

Un’altra costante è quella che tutti i personaggi per diverse ragioni si sentono in qualche modo migliori e diversi dagli altri, salvo constatare che non esistono poi così tante differenze: in certi casi li vediamo condividere lo stesso destino, come succede in 1° Maggio ai personaggi di Fabrizio Bentivoglio e Giuseppe Battiston.

Voglio sottolineare quanto hai detto perché questo aspetto era presente anche negli episodi de I migliori giorni. Pensa alla presa di posizione dell’episodio dedicato all’8 marzo in cui raccontiamo un tipo di donna che, per difendersi, diventa più stronza dei maschi. Ne I peggiori giorni si parte dal presupposto che tutti hanno ragione. Così succede in Halloween al personaggio di Sara Baccarini, convinta di avere la verità dentro di sé fino a quando si rende conto del livello di sofferenza del padre, costretto a subire le angherie di Giovanni Storti. A un certo punto la figlia, che pure ha bisogno di lavorare, è sul punto di mollare tutto, ma il padre la ferma facendole capire che aiutandola sta trovando finalmente il modo per guarire dal suo malessere. Per me quella è la scena più emozionante dell’intero episodio.

Il padre fa la stessa cosa con lei, facendo sì che il ragazzo che ha scaricato la sera prima si presenti improvvisamente al suo cospetto.

Come hai detto, lui riesce a organizzare un incontro tra i due ragazzi. Non sappiamo come andrà a finire, ma quella seconda possibilità potrebbe essere l’inizio del cambiamento. In più chiede alla figlia di guidare la macchina costringendola in qualche modo a superare il trauma legato alla morte della madre, scomparsa in un incidente stradale.

In Ferragosto la conclusione è lasciata all’interpretazione dello spettatore. Per quanto mi riguarda ho trovato la conferma di come l’episodio sia il più drammatico tra quelli presenti nel film perché secondo me quella è una scena fantasmatica che peraltro si collega come meglio non si potrebbe ai temi dell’episodio successivo.

Sono molto felice che tu lo abbia colto perché è stato quello il significato su cui mi sono concentrato insieme agli attori. Con loro abbiamo lavorato sul fatto di “esserci senza esserci”. Lo si fa spesso quando si preparano gli spettacoli teatrali, dunque ho detto loro di essere vuoti e freddi sapendo che la ragazza li avrebbe presi in rassegna vedendoli per quello che realmente sono. I personaggi non si accorgono di lei per cui rimangono lì, fermi come fossero statue di sale, presenti nel fisico, ma svuotati di qualsiasi umanità. L’inquadratura conclusiva, con le salsicce che si arrostiscono nella piastra, voleva restituire una condizione che un po’ ci appartiene: quella di noi cotti al sole e incapaci di condividere una dimensione affettiva.

massimiliano bruno i peggiori giorni

I peggiori giorni: Massimiliano Bruno e il resto del cast

Come il film precedente I peggiori giorni è il frutto dell’amicizia decennale che esiste tra la maggior parte di quelli che vi hanno partecipato. Non era scontato che il fatto di conoscervi da così tanto tempo facesse da preludio alla generosità con cui vi siete impegnati nel progetto. Per il cinema italiano il vostro è un esempio molto raro. 

Con Paola Cortellesi, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea e Valerio Aprea ci conosciamo da vent’anni quindi abbiamo avuto la fortuna di incontrarci quando iniziavamo a fare questo lavoro e ancora oggi facciamo gruppo come allora. Con Paolo Genovese, Rolando Ravello ed Edoardo ci leggiamo i copioni, ci scambiamo idee sapendo che ognuno vuole il bene dell’altro. Talvolta ci permettiamo di mettere in evidenza la necessità di apportare qualche miglioria, di far notare qualche imprecisione tecnica nella sceneggiatura. Capita anche di accorgerci che qualcuno sta parlando di cose molto personali, di argomenti così sentiti per cui chissenefrega delle correzioni. Questo per farti capire quanto siamo legati e come non sia cambiato nulla dello spirito iniziale con cui ci siamo trovati la prima volta.

Bruno e Cortellesi

Quello che dici emerge dalla lettura delle vostre filmografie. Oltre a lavorare spesso insieme si vede come siate andati avanti impedendo che qualcuno rimanesse indietro.

È stato un procedere orizzontale e insieme verticale in cui il lavoro dei singoli è andato di pari passo con quello dell’intera compagine.  Quando iniziai a lavorare in teatro con Paola Cortellesi eravamo due perfetti sconosciuti: facevano ottimi spettacoli, quindi siamo passati dai teatri off a quelli più grandi, facendo anche tournée molto lunghe. A un certo punto lei è diventata una star televisiva quindi ha iniziato a fare la sua carriera, ma senza riuscire a trovare un regista che nel cinema le desse fiducia assegnandole la parte della protagonista. Io l’ho fatto in occasione della mia opera prima sentendo che per Nessuno mi può giudicare sarei stato in grado di scrivere una storia con una donna protagonista e con noi due che avremmo avuto la giusta grinta per riuscire a farcela. Quel film è stato un grande successo, consentendo a Paola di vincere il David di Donatello.

Per entrambi è stato un esordio capace di aprirvi le porte del cinema.

Tutti noi abbiamo un grande amico in comune che è Angelo Orlando. Con lui ho esordito come attore in un film, Barbara, in cui Mastandrea e Marco Giallini si imbattevano in una prostituta che li abbandonava legati a un letto. Io facevo un piccolo ruolo ed è lì che ho conosciuto Giallini. Quindici anni dopo ho iniziato a fare film con lui. Leo è stato sempre il mio grande amico e quando ho fatto Nessuno mi può giudicare gli ho chiesto di fare un piccolo cameo. Lui non era ancora così famoso, ma recitare con lui è stato divertentissimo. Quando un anno e mezzo dopo mi apprestavo a girare Viva l’Italia ho detto alla nostra produttrice, Federica Lucisano, di procedere come avevamo fatto a suo tempo con Paola, e cioè di lanciare Edoardo. In quel film lui interpreta da par suo uno dei personaggi più centrati e da lì in poi la sua carriera ha preso il volo. D’altronde la stessa cosa ha fatto Fausto Brizzi con me, all’inizio della mia carriera. Sapendo che scrivevo opere teatrali a un certo punto mi ha chiesto di partecipare alla stesura di una sceneggiatura che poi è stata quella di Notte prima degli esami, un altro film di grandissimo successo.

Tra film e serie

Partendo dal fatto che il vostro film è prodotto in collaborazione con SKY e Netflix, il fatto di essere composto da quattro episodi della durata di circa 30 minuti lo rende usufruibile come una sorta di miniserie, quindi adatta allo stesso tempo al grande schermo così come alla piattaforma.

Quello che dici è giusto. Il successo su Netflix de I migliori  giorni lo dimostra. Il tuo ragionamento è ancora più calzante se pensi che considerando entrambi i film si potrebbe avere una vera e propria miniserie, con otto episodi suddivisi in quattro serate.

In fase di scrittura avete lasciato molto spazio all’azione, lasciando che le riflessioni emergessero fuori campo, come introduzione all’episodio successivo. In questa maniera evitate di appesantire la narrazione facendo sì che le psicologie dei personaggi emergano dalle azioni, così come succede nel cinema americano.

Questo è il vantaggio di fare un film a episodi in cui hai non più di 25/30 minuti per raccontare una storia. In tale contesto devi andare subito alle scene madri mentre una sceneggiatura normale è composta da un incipit scatenante, dalla prima e dalla seconda svolta, dal punto di morte e dal climax finale. Se tu la sviluppi in un film di due ore puoi contare su numerose scene per arrivare a ognuno di questi punti. In uno a episodi invece devi andare subito al climax ed è per questo che tutto diventa iper emozionante. Passando in maniera rapida da un conflitto all’altro l’abilità sta nel riuscire a trasmettere empatia al pubblico nonostante la velocità del tutto. Il vantaggio di un film del genere è di non avere fasi di stanca.

massimiliano bruno i peggiori giorni

Qui avete avuto anche quello di girare per la maggior parte in un’unica location, con quello che questo vuol dire in termini di risparmio di tempo e di soldi.

Sì, certo. In più questo ci ha permesso di girare in maniera cronologica aiutando gli attori a entrare meglio nel contesto della storia e delle sue emozioni. Non è una cosa scontata perché spesso ti capita di iniziare un film recitando la scena finale che per un attore non è l’opzione migliore.

Massimiliano Bruno e il suo rapporto con I peggiori giorni

I tuoi lungometraggi sono la testimonianza dell’amore per gli attori, peraltro già espresso attraverso la scuola di recitazione di cui non hai mai smesso di occuparti. Un progetto di questo genere ti permette addirittura di moltiplicare il numero dei protagonisti. Da questo punto di vista I peggiori giorni ti rappresenta al massimo grado.

In forma diversa l’avevo già fatto in Viva l’Italia e in Confusi e felici. I film corali mi piacciono molto. Impazzivo per quelli di Robert Altman in cui vedevi tantissime storie. Sono un fan di Magnolia, Crash, Amores Perros. Certo, non è facile riuscire a raccontare tanti personaggi. Alle volte provi a montare diversi episodi rendendoti conto che alcuni possono risultare stucchevoli. Ogni volta si tratta di trasformare il conflitto della tua storia in qualcosa in cui il pubblico si riconosce.

Molti attori presenti nel film avevano già lavorato insieme mentre la coppia Rocco Papaleo e Giovanni Storti è un inedito assoluto. Da cinefilo ti dico che vederli recitare insieme è come avere nella stessa storia Devil e l’Uomo Ragno. 

Sì, è come se avessimo fatto Avengers. Rocco Papaleo e Giovanni Storti sono attori completamente diversi non solo dal punto di vista geografico, ma anche come formazione. Al contrario hanno in comune il grandissimo rispetto l’uno per l’altro e questo ha creato la giusta scintilla. Una cosa simile accade quando, oltre a bravi attori, hai anche persone che tifano per il progetto. Così diventa tutto più facile. L’idea era quella di unire uno del trio di Aldo, Giovanni, Giacomo con Rocco che è un mio attore storico, avendo girato con lui ben quattro film. Il loro connubio è stato molto fruttuoso. Anche in Ferragosto ci sono attori che non avevano mai recitato insieme mentre con Leo e Anna Foglietta abbiamo una lunga storia.

massimiliano bruno i peggiori giorni

Il cinema di Massimiliano Bruno

Anche a te faccio la domanda cinefila chiedendoti qual è il tuo cinema preferito?

A vent’anni ho avuto passioni profondissime per un certo tipo di registi-artisti che poi col tempo si sono modificate. Sono cresciuto ammirando la commedia all’italiana e quindi nutrendomi di Dino Risi, Ettore Scola, Monicelli, Elio Petri, insomma dei grandi capolavori. Nel mio piccolo capivo meno Fellini e Antonioni che poi ho iniziato a comprendere da adulto. Dopo l’università ho cominciato ad apprezzare Ken Loach: Terra e libertà e La canzone di Carla rimangono dei capisaldi della mia formazione. Allo stesso tempo non disdegno film più leggeri come Blues Brothers o Animal House che non mi stancherei mai di rivedere. Tra i musical Hair rimane uno dei miei film preferiti. Negli ultimi anni mi sono letteralmente innamorato della Nouvelle Vague mediorientale diventato un grande appassionato dei film di Asgar Farhadi. In Italia resto un grande appassionato dei film di Paolo Virzì che vado sempre a vedere il prima possibile al cinema perché è stato il regista al quale mi sono sempre ispirato e che mi è sempre piaciuto tantissimo.

I peggiori giorni di Massimiliano Bruno, Edoardo Leo

  • Anno: 2023
  • Durata: 117'
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Massimiliano Bruno, Edoardo Leo
  • Data di uscita: 14-August-2023