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‘La macchina ammazzacattivi’: su MUBI il Rossellini comico e surreale.

Decisamente un Rossellini particolare in questo film tra la favola e la realtà

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Grazie alla retrospettiva dedicata a Roberto Rossellini, è disponibile su MUBI La macchina ammazzacattivi (1952), pellicola di uno dei regista unanimemente riconosciuto tra i più importanti della storia, padre del neorealismo cinematografico. 

Rossellini, famoso per la sua riproduzione schietta della realtà, con La macchina ammazzacattivi si cimenta in una storia surreale e teatrale, un tipo di narrazione accostabile alla favola classica. È da notare però come tutto riesca  a risultare ancorato alla dimensione concreta. Rossellini infatti non lascia definitivamente la realtà, e in questo film, ambientato nella costiera amalfitana, regala alla fine una morale che, anche se pensata per un contesto ormai passato, risulta ancora attuale, oggi.

La banalità del bene

Il film parla di Celestino, fotografo del paese, che, nella giornata dedicata al santo del luogo, riceve una visita proprio da lui, che gli  dona il potere di uccidere le persone fotografandole con la sua telecamera. Tutto ciò in onore del bene, perché i cattivi dilagano, e il ruolo dei buoni dov’essere quello di “ammazzare i cattivi”, tutti quanti.

Nel paese c’è un problema che riguarda la grande eredità voluta da tutti gli uomini più ricchi e potenti. Celestino si assume l’incarico di fare in modo che, in nome del bene, le ultime volontà della persona a cui appartengono questi beni vengano rispettate.

Celestino l’ammazzacattivi

In questa favola, Celestino è una sorta di giustiziere che, con la sua macchina fotografica, è pronto a eliminare senza esitazioni ogni male. Basta oltrepassare quella linea che lui ha tracciato per dividere le persone in buoni e cattivi. Ma se la prima vittima è un poliziotto prepotente che si rivela  un fascista, da lì in poi, le cose degenerano. 

La macchina ammazzacattivi è un film che attraverso il personaggio di Celestino, una persona buona, povera, mingherlina, dal tipico “volto neorealista”, mostra la dualità tra bene e male, e  come il confine tra  loro sia spesso sottile. La missione di Celestino, seppur nobile, finirà per mettere in ombra le sue buone intenzioni. L’uomo, portatore anche di una certa infantilità bonaria, è irretito dal potere, e non solo si scaglia contro il male, ma anche contro il ricco, in favore dei ceti più poveri.

Tutti questi propositi fanno sentire Celestino dalla parte del giusto, ma è proprio qui che Rossellini comunica una sua riflessione. Soprattutto grazie al personaggio del dottore, La macchina ammazzacattivi pone in risalto come il bene assoluto sia un mito. Un ideale che porta a un pericoloso estremismo, dettato dalla rabbia, dalla convinzione di stare nel giusto in quanto si è subito un male causato da altri. 

La realtà della costiera

La macchina ammazzacattivi ricorre sempre al rapporto tra Rossellini e la realtà. Passati i primi minuti, in cui una voce narrante allestisce lo schermo come se fosse lo sfondo di un palcoscenico presentando i personaggi, ci si immerge nella storia. Il paesaggio costiero, il paese e le sue tante scale di cui si lamentano spesso i personaggi, sono a loro modo protagonisti. Si respira la volontà di catturare la realtà, come in una delle prime scene in cui il film diventa quasi un documentario, mostrando le festività attorno alla celebrazione dedicata al santo. 

Ma la realtà si mostra anche in quel contesto che vede ancora le cicatrici del fascismo, un passato spesso menzionato più per espedienti comici che per altro. Il tema invece su cui il film sembra navigare su toni più seri è sicuramente quello che riguarda i vari episodi di opportunismo. Le scaramucce tra i rappresentanti dei ceti più abbienti del paese, che fanno i loro interessi ignorando le classi subalterne. 

Lunga vita agli umili

 

Il film di Rossellini invece è un  racconto tenero che dimostra la simpatia del regista per le classi popolari, che, nella loro innocenza, possono comunque corrompersi e diventare ciò che vogliono combattere, salvo poi redimersi. La macchina ammazzacattivi è sicuramente una sorta di anomalia in mezzo alla filmografia di Rossellini, ma non per questo risulta meno valido. È un film da vedere per conoscere il regista anche sotto un altro punto di vista.

Ne La macchina ammazzacattivi, insieme ai vari attori non professionisti, ha recitato Marilyn Beford. Il soggetto è di Eduardo De Filippo e Giuseppe Marotta. Oltre che regista, Rossellini è stato anche sceneggiatore del film.

 

La macchina ammazzacattivi

  • Anno: 1952
  • Durata: 80'
  • Genere: Commedia, fantastico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Roberto Rossellini

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