In sala da giovedì 31 luglio, distribuito a tappeto da Warner Bros (per tentare di sbaragliare il predominio rosa incontrastato da decine di giorni di Barbie) Shark 2 – L’abisso (in originale The Meg 2: The Trench) si mantiene in seconda posizione, raggranellando la tutt’altro che trascurabile cifra di oltre 1,7 mln di euro in tre giorni di programmazione.
Ormai dai tempi del capolavoro inimitabile Jaws di Spielberg, lo squalo che minaccia l’uomo costituisce un vero e proprio genere cinematografico a sé stante.
Dopo le versioni volanti e in formato zombie, si tira fuori ora dal cilindro della fantasia degli sceneggiatori anche il ritorno del fantasmagorico squalo preistorico conosciuto come “megalodonte” o “Meg”.
Protagonista assoluto dell’incalzante blockbuster, seguito del per nulla eccelso Shark – il primo squalo (2016), nuovamente il sempre imbronciato duro dal cuore d’oro efficacemente reso dal coriaceo Jason Statham. Un personaggio ruvido quanto basta ma dotato di cuore e sensibilità .
Shark 2 – L’abisso: i segreti delle profondità marine non racchiudono solo mostri
Dopo un ironico incipit preistorico in cui viene diligentemente rappresentata tutta la catena alimentare del periodo (dal moscerino al megalodonte) la storia si sposta ai giorni attuali.
Ci si ritrova dinanzi il Jason brontolone impegnato a cercare di sgominare una banda di riciclatori di rifiuti tossici in procinto di dileguarsi senza alcuna remora nelle acque oceaniche internazionali.
Salvato in extremis da due suoi amici di avventure, l’intrepido e spericolato ricercatore Jonas Taylor torna alla sua base, appena in tempo per essere coinvolto in una nuova missione esplorativa negli abissi.
Presso una fossa profonda oltre ogni sospetto, popolata da animali preistorici acquatici giganteschi, il tenace comandante si renderà conto di come il vero problema non siano solo quei mostri marini disturbati nel loro habitat e messi a contatto con una nuova forma di cibo rappresentata dalla fauna di superficie.
Più ancora di loro, completamente fuori luogo se messi maldestramente in collegamento con la vita del pianeta ai nostri tempi, il pericolo deriva dagli stolti comportamenti da parte di corrotti colleghi del protagonista che finiscono per arrecare i danni potenzialmente più irreparabili.
Costoro infatti intendono sfruttare le profondità marine a scopo di lucro, senza minimamente preoccuparsi della tutela dell’ambiente marino sottostante, e senza porsi alcun problema della fuoriuscita nei mari terrestri di una serie di esseri preistorici dagli istinti famelici e dalla voracità fuori controllo.
Shark 2 – L’abisso: la recensione
Torna in pista, anzi sulla scia dell’onda, il rude brontolone capitano di marina Jonas Taylor, sopravvissuto tenacemente alla furia del primo “Meg”, uno squalo preistorico dalle dimensioni di balena, non estinto grazie ad una fossa abissale che lo ha custodito intatto e famelico.
Rispetto al primo capitolo la staffetta passa ora ad un autore decisamente più stimolante a livello artistico.
Se si fa eccezione per il non troppo indispensabile remake del Rebecca hitchcockiano (2021), l’intero curriculum del cinquantunenne britannico Ben Wheatley, noto per i suoi sarcastici e divertenti/sadici noir indipendenti come Kill list (2012), Killer in viaggio (2013), I disertori (2014) e High Rise (2015, non annoverava finora titoli ‘commerciali’.
Ben Weathley si concede ai film di cassetta
Weathley si ritrova quindi per la prima volta, e sorprendentemente, coinvolto nel seguito di un celebre blockbuster.
Ecco allora che il secondo Shark resta ancora un tipico “filmaccio” action senza alcuna pretesa narrativa o autoriale, prendendosi però la briga di lanciare un messaggio. Il film ,pur non avendo nulla di originale, preme comunque sulla dolente nota ‘ecologica’ e sull’ insensato comportamento autolesivo dell”umanità contro se stessa e contro il pianeta.
Quando il sequel supera il film capostipite
Wheatley si rivela molto rispettoso delle ragioni narrative del primo e tutt’altro che esemplare episodio di Turtletaub, ma riesce a distribuire qua e là nella storia i tratti del proprio noto ed apprezzato humor nero che funziona e rende il film un prodotto solo in parte prolisso.
In ogni caso, Shark 2, che resta a tutti gli effetti un film qualitativamente poco più che mediocre, si rivela, una volta tanto, un sequel decisamente superiore al primo zuccheroso e anche un po’ fiacco capitolo originale.
Jason Statham ormai interpreta sempre lo stesso personaggio in linea con tutta la sua fortunata e un po’ monocorde carriera. Il resto del cast si adegua al clima scanzonato di un giocattolone a sfondo giurassico prevedibile, ma sufficientemente godibile rispetto a tanti sopravvalutati actions estivi ancora in sala.