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‘Il giro del mondo in 80 giorni’. La recensione del film su Netflix

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Il giro del mondo in 80 giorni, regia di Frank Coraci (Cambia la tua vita con un click) sbarca su Netflix il 1 agosto. Il film porta in chiave originale e fresca la storia del libro omonimo di Jules Verne. Jackie Chan e Steve Coogan restituiscono al classico quello che non sempre la pagina stampata riesce a comunicare: una alchimia tra personaggi funzionale sullo schermo. Ma procediamo per gradi.

Il giro del mondo in 80 giorni: trama, personaggi e cast

Il gentiluomo inglese Phileas Fogg (Steve Coogan) è un fantasioso inventore troppo avanti per la Londra del XIX secolo. Quando perde l’ennesimo maggiordomo usato come cavia per testare le sue invenzioni, deve assumere un nuovo aiutante, Jean Passepartout (Jackie Chan), il cui vero nome è Lao Xin.Si tratta infatti del cinese che ha rubato un prezioso Buddah dalla Banca di Inghilterra, in fuga dalla polizia londinese. Lo scontro con Fogg gli vale da copertura temporanea per poi tentare la fuga e tornare in Cina. Peccato che accade qualcosa che cambia del tutto i piani. Fogg scommette con il Direttore della Banca stessa, l’arrogante Lord Kelvin (Jim Broadbent), che riuscirà a circumnavigare il globo in 80 giorni. Se così non fosse, smantellerà il proprio laboratorio. Qualora riuscisse nell’impresa, sarà eletto Capo dell’Accademia.

Lao capisce che può sfruttare tale viaggio per arrivare prima in Cina. Alla spedizione si uniranno altri personaggi, tra cui la bella pittrice francese Monique La Roche (Cécile de France). avventura dopo avventura fino alla fine quando si scoprirà chi avrà vinto.

Nel film Jackie Chan e le suevacrobazie arricchiscono la figura dell’aiutante,  inserendo all’interno della trama originaria anche una componente d’azione, misteriosa e comica. L’attore, famoso per non aver mai avuto controfigure, è infatti affiancato da altri resi iconici dalla comicità, come i fratelli Wilson, Rob Schneider e lo stesso Coogan, sempre ricollegato al ruolo del Centurione nella trilogia de Una notte al museo.

Una rilettura del classico con un tocco di nuovo

Il giro del mondo in 80 giorni azzarda qualche variazione rispetto al romanzo, partendo dal cambio dell’etnia dell’assistente. Inoltre, gioca moltissimo con riferimenti storici a personaggi realmente esistiti, prendendo in prestito persino Arnold Schwarzenegger per un piccolo ruolo. Aggiunge anche dettagli che in qualche modo rivoluzionano leggermente la storia lasciandone intatto il significato.

L’impronta è d’azione con un tocco leggermente magico. La comicità è presente in ogni scena, mai forzata e sempre naturale. La storia di Fogg è quella di un sognatore. I riferimenti a questo concetto sono moltissimi. Oltre al protagonista, ogni personaggio insegue un sogno, e sarebbe pronto a raggiungerlo fino ai confini del mondo, mettendocela tutta per realizzarlo.

Un film leggero, ma non superficiale che tutti dovrebbero vedere

La storia di Il giro del mondo in 80 giorni insegna a inseguire i propri obiettivi non arrendendosi davanti a chi vorrebbe solo il nostro fallimento. In questa nuova versione, sembra aggiungere un tocco di leggerezza che non guasta e che lo rende davvero adatto a tutti. Un film consigliato per una serata senza impegno dove si ha voglia di ridere, sognare un po’, senza pretese o aspettative, lasciandosi trasportare da una storia vecchia come il mondo ma sempre attuale.

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