L’ultima corvé di Hal Ashby, interpretato da uno sfavillante Jack Nicholson, compie 50 anni. Al pari di Easy rider, Punto zero, Sugarland Express e di tanti altre pellicole sul genere, è stato uno dei road movie più amati dalla generazione ribellista degli anni ’70. Il regista americano, reduce dal successo straordinario di Harold e Maude, in questo film non perde grinta e ironia, e mescola un acido ritratto della società americana con il più classico dei racconti di formazione.
Trama de L’ultima corvé
Ne L’ultima corvé, Somavsky (Jack Nicholson), sergente della Marina americana, e il suo collega Mulhall (Otis Young) devono scortare il diciassettenne marinaio Larry Meadows (Randy Quaid), condannato ad otto anni per un furto di quaranta dollari, al carcere militare di Portsmouth.
I due sergenti hanno una settimana di tempo per condurlo al fresco e, dopo un rapido calcolo, realizzano che possano impiegarci al massimo due giorni e concedersi poi cinque giorni di baldoria. Nel corso del viaggio si accorgono che Larry è un povero diavolo, e in tutta la sua vita non si è mai ribellato per le angherie subite. Timido, ingenuo e maltrattato da tutti, in vita sua, non si è mai sbronzato, non ha mai fatto a botte con qualcuno e non è mai andato a letto con una donna. Somavsky e Mulhall decidono allora di permettere a Larry di godersi la vita prima di andare in gattabuia. Sul finale, Larry proverà a scappare, ma i due sergenti lo riacciuffano e lo portano, a malincuore, in cella.
Un road movie romantico e disperato
Il regista ne L’ultima corvé mette in scena Larry, un gigante con il cervello di un bambino. Cleptomane, più che delinquente, è punito con una pena così severa solo perché i dollari che aveva messo in tasca erano destinati a dei fondi di beneficenza per bambini poliomielitici, gestiti dalla moglie di un ammiraglio.
Privo di amici e di affetti, prima di finire in cella, i due militari lo convincono a fare un salto nella città dove vive la madre. Larry, dopo averla attesa per un po’, rassegnato, si rivolge ai due e, mestamente, commenta:
“Andiamocene. Poi a mia madre non so cosa avrei detto.”.
Grazie a loro due, il giovane Larry apre gli occhi sul mondo, guarda dentro se stesso e, dopo aver avuto la sua prima esperienza sessuale ed essersi sbronzato, caccerà finalmente gli artigli e imparerà a farsi rispettare. I dialoghi sono frizzanti e taglienti, il ritmo non ha battute d’arresto. Il film raccolse tre nomination Oscar: Jack Nicholson come miglior attore protagonista, Randy Quaid, come miglior attore non protagonista, e Robert Towne come sceneggiatura. Dal romanzo omonimo di Darryl Ponicsan.