Chili Film

‘Sette anni in Tibet’: l’incontro tra due mondi

Published

on

Su Chili è disponibile il film Sette anni in Tibet, diretto da Jean-Jacques Annaud, regista di La guerra del fuoco, Il nome della rosa, L’orso. La pellicola è liberamente tratta dal memoriale omonimo dell’alpinista austriaco Heinrich Harrer. Segue il viaggio spirituale di Harrer che, durante il secondo conflitto mondiale, divenne un rifugiato in Tibet, dove diventò confidente del giovanissimo Dalai Lama Tenzin Gyatso.

Brad Pitt (C’era una volta a… Hollywood, Fight Club) è accompagnato in questa avventura da Jamyang Jamtsho Wanguchuk, il Dalai Lama, e dall’attore David Thewlis, Peter Aufschnaiter. Peter è il capo del gruppo di scalatori che, per ordine del governo tedesco in periodo nazista, deve riuscire a scalare l’Himalaya.

Sette anni in Tibet è stato prodotto da Jean-Jacques Annaud, John Williams, Iain Smith per Mandalaya Entertainment. Distribuito da Cecchi Gori Group.

Sette anni in Tibet : la sinossi

È il 1939. Heinrich Harrer è un giovane scalatore di montagne austriaco, membro del Partito Nazioalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Heinrich è stato scelto dal governo tedesco per eseguire una missione fino a quel momento fallita per le altre spedizioni tedesche: scalare le montagne dell’Himalaya. Alla partenza, Heinrich dà l’ultimo saluto alla moglie incinta. Lei vorrebbe che lui non partisse: sa che si perderà la nascita del figlio. Ma Heinrich non considera le richieste della moglie, la lascia nella mani dell’amico Horst Immendorf e si unisce al gruppo di Peter Aufschnaiter.

Durante la scalata una valanga di neve costringe Heinrich e i compagni a ritirarsi. Gli scalatori vengono arrestati dall’Impero britannico in India: è iniziata la Seconda Guerra Mondiale, ed essendo loro cittadini del Terzo Reich diventano prigionieri di guerra. Viene arrestato anche Heinrich, nonostante sia austriaco. Tra stanchezza e disperazione, Heinrich tenta per anni di evadere dalla prigionia, ma ogni volta fallisce. Sa che da solo non può farcela.

Non molto distante dal campo di prigionia esiste la libertà: il Tibet, in particolare la Città Santa di Lhasa, casa dei Dalai Lama proibita agli stranieri. Una libertà piena di spiritualità e di cultura. Un luogo che protegge il nuovo Dalai Lama, un bambino che si appresta a diventare un giovanissimo uomo: un fanciullo curioso.

Per Rita la sua durata, prepara  all’incontro tra Heinrich e il Dalai Lama. L’uno trova conforto e consiglio nell’altro. Un incontro che saprà donare a entrambi uno spicchio inedito di umanità.

Heinrich Harrer

Brad Pitt è senza dubbio l’attore più adatto per raccontare questa storia. Heinrich si presenta come un giovane arrogante che ama il proprio ego, ponendolo davanti a tutti e a tutto. Un uomo che decide di abbandonare la moglie incinta di un figlio che non ha mai voluto. Un giovane che, pur di salvarsi ed essere il migliore su ogni fronte, denigra ogni persona che gli sta attorno. Anche a costo di allontanarsi da tutti.

Heinrich scopre nel tempo la mancanza di suo figlio, che sta crescendo e che non lo riconosce come padre. Quando capisce di essere rimasto solo, di aver perso tutto e di essere in attesa della fine della guerra, Heinrich trova in Peter un compagno di viaggio e nel giovanissimo Dalai Lama un amico.

Heinrich, Peter e il giovanissimo Dalai Lama

In Sette anni in Tibet, David Thewlis lavora di sottrazione e riesce ad apparire molto credibile nel ruolo. Peter conosce le potenzialità di Heinrich, anche se disprezza le tante mancanze di rispetto da parte dell’esuberante scalatore. Ma la lotta alla sopravvivenza avvicina chiunque. Ed è così che Heinrich e Peter diventano compagni di viaggio. Insieme, cercano la propria rinascita in Tibet.

Jamyang Jamtsho Wanguchuk stupisce con la sua interpretazione. Il XIV Dalai Lama è ancora un fanciullo quando chiede di incontrare Heinrich, l’unico straniero che può dare risposta alle sue infinite domande sulla quotidianità in Europa. È un bambino che ama giocare e curiosare, pieno di spiritualità. Un bambino che dovrà reggere sulle spalle un intero popolo.

La relazione tra Heinrich e il giovanissimo Dalai Lama porta sullo schermo il momento più alto del film. Un padre senza un figlio, un figlio che deve diventare padre di un popolo in difficoltà quando la sua età gli chiede di giocare. Il Dalai Lama sa che di non poter considerare Heinrich come un padre. Ma sa anche di aver trovato un amico fidato con cui poter essere se stesso.

Sette anni in Tibet : il film

Sette anni in Tibet è un’opera che ha bisogno di troppo tempo per arrivare all’incontro principale tra i due personaggi più interessanti. Una pellicola a tratti un po’ torbida, che ripone la sua forza nelle immagini, compresi i costumi e la scenografia, nelle ambientazioni, nella recitazione e nella (solita) straordinaria musica di John Williams.

Dopo l’uscita, il film dovette scontrarsi con una serie di resistenze da parte del governo cinese, che decise di bandire dalla Cina sia il regista che gli attori principali.

Sette anni in Tibet lascia allo spettatore un’esperienza non del tutto riuscita di un viaggio tra la crudeltà della terra e il misticismo dell’Oriente. Una nuova via per capire cosa è importante nella vita di tutti i giorni.

Exit mobile version