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‘D.P. 2’, la seconda stagione di Netflix non delude

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D.P. 2 di Han Jun-hee (Coin Locker Girl) è una miniserie Netflix di sei episodi tratta dal webtoon del 2015 D.P. Dog’s Day di cui è appena stata distribuita la seconda stagione. La serie è interpretata da Jung Hae-in (Connect, Snowdrop), Koo Kyo-hwan (Kill Boksoon, Avvocata Woo, Escape from Mogadishu), Kim Seong-gyoon (Hansan: Rising Dragon, Sinkhole), Son Suk-ku (Big Bet, The roundup).

Guarda D.P. di Han Jun-hee su Netflix

Riprendendo il filo delle storie lasciate nella prima stagione, la seconda stagione ancora poggia lucidamente sulla chimica unica tra i due protagonisti Jung Hae-in e Koo Kyo-hwan. Questa volta i due dovranno gestire anche le proprie crisi e incertezze dopo essersi trovati troppo vicini all’odio scatenato dal sistema gerarchico militare coreano. Registicamente e narrativamente trascinante, D.P. 2 fa già sperare in una terza ripresa.

Leggi la recensione della prima stagione.

D.P. S2 Jung Hae-in è An Jun-ho, Koo Kyo-hwan è Han Ho-yeol Cr. Seo Ji Hyung/Netflix © 2023

D.P. 2, la trama

Il soldato semplice An Jun-ho (Jung Hae-in) rientrato in servizio, paga ancora gli effetti psicologici dell’incidente di Suk-bong, con cui si chiude la prima stagione. A sua volta, Ho-Yeol (Koo Kyo-hwan) è ricoverato da mesi e non parla, anche lui alle prese con l’eco disturbante del tentato suicidio a cui ha assistito. La coppia viene però richiamata nella squadra D.P. quando anche Kim Ru-Ri (Moon Sang-hoon), amico di Suk-bong, decide di vendicarsi per le torture dei commilitoni.

Come nella serie precedente, ogni puntata ha al centro la storia di un disertore, ma in questa stagione trovano spazio alcuni casi irrisolti del passato e soprattutto, la responsabilità. Jun-ho, infatti, prende qui posizione e, come già si era suggerito in chiusura alla serie precedente, diventa lui il disertore.

Kim Seong-gyoon e Son Suk-ku

L’assunzione di responsabilità

In D.P. 2 la storia prosegue: il personaggio di Jun-ho assume un ruolo molto più centrale che nella prima stagione. Poiché profondamente colpito da quella chiamata alla responsabilità con cui Suk-bong si conceda, vacilla nel suo ruolo. Jun-ho è un personaggio dal cuore buono che si pone domande a non finire e macina dentro di sé le sofferenze e il travaglio di un incarico che non condivide. Lui, a questi disertori, vorrebbe tendere la mano piuttosto che infilare le manette. Si sente prossimo a loro, vicino alla loro inespressa sofferenza.

Jun ho, sono i tuoi pensieri ad essere pericolosi.

Monta quindi la drammaticità con cui si raccontano sia le violenze subite dai soldati semplici che le reazioni di follia che ne sono la diretta conseguenza, protese sempre più verso la follia alla Full Metal Jacket.

La regia procede sempre accurata e dark. Non si risparmia sulle piogge per i primi episodi, e solo quando la squadra si riunisce, sembra poterci essere una flebile speranza. Sono giusti che nuotano in mezzo al fango, e che lottano per rimanere tali mentre attorno l’uomo diventa bestia.

Questo esercito è ancora di più una macchina asettica e impietosa che non vuole a nessun costo perdere la faccia, anche se ne va della vita di sottoposti e civili.

There’s no one on your side. Not even you. Because of people like me.

D.P. 2 Jung Hae-in è An Jun-ho, Koo Kyo-hwan è Han Ho-yeol Cr. Seo Ji Hyung/Netflix © 2023

La forza delle storie individuali

Rimane chimica la sintonia tra Jung Hae-in e Kyo Koo-hwan, una coppia di protagonisti che funzionano tanto quanto Starsky & Hutch o Bud Spencer e Terence Hill. In questo la sceneggiatura, già bene realizzata nella prima serie, qui si consolida. Chiaramente è stato necessario alzare il livello della cattiveria e plasmare quindi un nuovo antagonista (Ji Jin-hee). Questo sta ai piani alti del sistema e torna a ribadire quanto la macchina militare sia malfunzionante e governata da principi piuttosto opinabili.

Nell’uscire dalle righe narrative, D.P. 2 si muove tra il noir, il thriller e il film d’azione. Ad ogni puntata un suo genere, spingendo più o meno con forza verso il drammatico. Questa volta non ci sono solo Jun-oh e Han-yeol, ma tutta la squadra offre back story più presenti; presente tanto quanto lo diventa la colonna sonora, con una selezione davvero interessante e diversa.

In che modo si fa veramente avvincente la seconda stagione? Ovviamente nella centralità dell’eroe, che conquista la scena per il coraggio che dimostra: la sua dissidenza, la sua ribellione, maturata di puntata in puntata, cresciuta come un fuoco lento ma alimentato a benzina, esplode e lo rende molto più di quel soldato semplice che si è presentato all’inizio. La sua complessità infonde passione.

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