La prima stagione di Good Omensè stata un vero e proprio gioiellino. Basata sul romanzoBuona Apocalisse a tutti! di Terry Pratchett e Neil Gaiman, la serie seguiva le gesta della coppia più improbabile che si potesse immaginare: il tenero angelo Aziraphel (Michael Sheen) e lo sfrontato demone Crowley (David Tennant), uniti da un’amicizia millenaria, dovevano collaborare per salvare il mondo dall’imminente Apocalisse e da un giovane, aspirante Anticristo in erba.
Ironia brillante, suspense e personaggi grotteschi, due su tutti i fantastici protagonisti, Good Omens aveva tutti gli ingredienti per essere una serie avvincente ma mai banale, capace di portare sullo schermo la genialità della coppia Gaiman-Pratchett in una veste fresca e accattivante.
E adesso, a quattro anni dalla prima stagione, torna Good Omens 2in esclusiva su Prime Video.
Nel nuovo cast: Nina Sosanya, Maggie Service, Quelin Sepulveda, mentre è confermato il ritorno di Miranda Richardson.
E dopo l’Apocalisse, che succede?
Il punto dolente è proprio questo. Cosa può eguagliare uno scampato Armageddon? Se il materiale di partenza era frizzante, provocatorio ed eccessivo, con la nuova stagione, diretta sempre da Douglas Mackinnon e sceneggiata dallo stesso Gaiman (che ne è anche produttore esecutivo), i toni risultano più blandi.
Qualche anno dopo gli eventi della prima stagione, Aziraphel e Crowley vivono le loro placide (si fa per dire…) vite, entrambi come dei reietti dai propri “distretti” d’origine. Ma l’arrivo improvviso dell’Arcangelo Gabriele (Jon Hamm) privo di memoria darà il via a un nuovo mistero per l’irresistibile coppia.
Un mistero che tuttavia non riesce a competere con il senso di trepidazione e il folle caleidoscopio di eventi della prima parte. Certo, i dialoghi sono sempre brillanti, il comparto dei personaggi secondari è sempre buono e i protagonisti sono perfetti.
Ma anche se si potrebbe stare ore semplicemente a osservare la coppia Sheen-Tennant lanciarsi frecciatine all’interno della calda e vetusta libreria di Aziraphel, le differenze con la prima stagione si sentono, soprattutto per quanto riguarda l’energia della messa in scena. Molto maggiori le divagazioni verticali sui personaggi e sul loro passato; ecco che la seconda stagione, più che sulla portata puramente narrativa, sembra concentrarsi sulle psicologie, su quelle irresistibili peculiarità che abbiamo amato nella prima stagione, e che in fondo non vedevamo l’ora di rivedere.
Good Omens 2, la perdoniamo?
La risposta è: sì, OVVIAMENTE. Bisogna tenere conto, infatti, che il materiale di partenza non era un romanzo, ma una sceneggiatura completamente vergine. In più, come già sottolineato, è davvero difficile trovare un plot tale da tenere testa alla… beh, letteralmente, Fine del Mondo.
Ma la vera forza di questa serie, alla fine, sono sempre stati loro, l’Angelo e il Demone, nemici naturali divenuti una coppia di assurdi Romeo e Giulietta che si battono per il loro comune amore: la Terra e i suoi disastrati quanto buffi abitanti. E di sicuro, Crowley e Aziraphel non vi deluderanno neanche stavolta.
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