Dream di Lee Byeong-heon (Extreme Job, Be Melodramatic) è una commedia sportiva prodotta da Oktober Cinema e distribuita in Italia da Netflix; è intepretata dai due popolari attori coreani Park Seo-joon, atteso in The Marvels, icona del popolare Itaewon Class, e IU, la madre in fuga di Broker e celebre cantante.
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Piacevole commedia corale con un montaggio veramente dinamico, che diventa avvincente anche per chi di calcio a cinque proprio non se ne intende. È chiaramente un film di rivincita, le cui storie ai margini sono un buono spunto per contestare facili pregiudizi e mettere in discussione anche i limiti della propria visione.
Dream di Lee Byeong-heon, la trama
Yoon Hong-dae (Park Seo-joon) è un calciatore professionista che, oltremodo punzecchiato, aggredisce un giornalista paparazzo e per questo si becca una squalifica. Per continuare a mantenere se stesso e la madre con un passato un po’ irrequieto, si affida all’idea del suo agente di rilanciare la sua immagine. Viene quindi assegnato come coach alla Nazionale Senzatetto di Calcio a cinque, in procinto di partire per la Homeless World Cup. Accanto a lui una documentarista (IU) che a sua volta prova a ricavare un buon prodotto drammatico confidando a sua volta nel proprio rilancio.
I sei coinvolti nell’impresa sono in realtà sei anime buone e sfortunate, ciascuna motivata a partecipare a questa insolita competizione per ripartire con dignità.
Dream di Lee Byeong-heon, la recensione
Simpatico il personaggio poco loquace di Park Seo-joon: in Dream di Lee Byeong-heon veicola una parodia del calcio e dell’inclemente sistema “show biz” che lo avvolge. Gli agenti sono squali, e la passione dello sport che ha generato questi grandi atleti tende a scemare quando si raggiungono certi livelli. Soprattutto se il talento vacilla.
C’è questa interessante analisi delle aspettative, che poi diventa critica alla mancanza di libertà degli artisti e degli atleti, schiavi del consenso del pubblico.
Il punto di forza del film, è la storia di falliti che non vincono MAI. E non sono destinati a vincere nulla, neppure sul finale, se non fosse per qualche personale battaglia. Si riconquista la fiducia dei figli, si realizza un piccolo sogno, si mettono a tacere dei fantasmi immortali. Ma ecco, è proprio lì il cuore spensierato della storia: sono queste le grandi vittorie!
Che facciamo schifo è sicuro!
L’autoironia sempre presente non impedisce ai personaggi di sfoderare qualche atto di eroismo qua e là, garantendo comunque al pubblico di sognare.
Dream di Lee Byeong-heon trae spunto dalla storia vera della Nazionale Coreana di Calcio a 5 che partecipò a quell’insolito campionato nel 2010, le cui vicende vennero riprese da un documentario. La traslazione in fiction ha quindi cercato di mantenere uno sguardo critico e fresco sul tema, punzecchiando una riflessione non scontata. Quel vigore dinamico, dato dalla commedia e dal montaggio, rallenta un po’ sulla lunghissima e combattuta partita finale, vagamente al limite. D’altro canto, il duetto Park Seo-joon/IU garantisce battute acidissime, mentre il resto del gruppo si prodiga per la linea romantica e sentimentale senza eccessi.