Cala il sipario sulla 9ª edizione del Cisterna Film Festival, svoltasi dal 21 al 23 luglio presso la corte di Palazzo Caetani. Una kermesse che sebbene si sia svolta soltanto per una manciata di giorni (speriamo in un aumento dalle prossime edizioni) ha proposto ben di 18 opere in concorso, provenienti da differenti parti del mondo; un mirato Focus dedicato alla Palestina, attraverso 4 cortometraggi utili a far capire alcune delle diverse problematiche di questa terra sotto assedio.
E in aggiunta a questa già ricca programmazione, altri tre eventi di sostanza culturale. La presentazione del libro di Giovanni Anzaldo Raudo e i cuori nel caffè, con l’avvincente lettura di alcuni brani da parte dell’autore; un workshop tenuto dall’attrice e regista Karin Proia, a cui gli allievi di Mobilitazioni Artistiche (MOB) hanno partecipato e attuato con grande entusiasmo e dedizione; la mostra fotografica della giovane e promettente artista Vanessa Pistilli, ideatrice dell’affascinante manifesto di questa nona edizione.
Riguardo il workshop, durante la auto-presentazione di ogni allievo accade anche un Carramba che sorpresa! Lorenzo, attore appena ventenne, oltre a presentarsi, ricorda a Raffaele Buranelli, anche lui al workshop, che in passato ha interpretato suo figlio in Amoreodio (2014) di Cristian Scardigno. Buranelli inizialmente rimane spiazzato, perché sono passati quasi 10 anni, poi ricordandosi bene, esclama divertito: “È mio figlio!”
In poche parole una tregiorni di cinema, cultura e anche piacevole divertimento che ha portato, come anche negli anni passati, del sano e costruttivo cinema a Cisterna di Latina. E riscuotendo anche in questa edizione numero nove ottimi risultati di affluenza: ogni sera oltre 100 spettatori, di ogni fascia d’età, seguivano con attenzione i cortometraggi. Riuscire a portare ogni sera tante persone davanti al grande schermo, non proponendo gli usuali blockbuster ma del cinema ritenuto di nicchia, è un vero punto d’orgoglio per gli organizzatori. Tanto più che alcuni spettatori, ormai degli habitué, di città limitrofe sono venuti appositamente per assistere anche quest’anno al Festival
Il lungo e selettivo lavoro svolto dal Cristian Scardigno (Direttore artistico) e Marianna Cozzuto (Presidente di MOB e Direttore esecutivo del Cisterna Film Festival) è stato pertanto ampiamente ripagato, come ha anche confermato l’applauso finale del pubblico che ha sancito la chiusura di questa edizione. Un applauso sincero, rispetto a quello visto – e ascoltato – nel cortometraggio Applause (2023) di Guilherme Daniel.

Questa affermazione culturale sul territorio, coltivata con devozione e dedizione negli anni, è avvenuta anche e soprattutto perché i due curatori del Festival sono sempre presenti e disponibili durante lo svolgimento della kermesse. Tanto nei riguardi degli ospiti (autori, giurati, giornalisti, ecc.) quanto nei riguardi del pubblico. Quest’ultimo aspetto fondamentale per creare autentica fidelizzazione.
E al loro lavoro organizzativo si aggiunge quello dello staff, che in quei tre giorni ha svolto sia mansioni di logistica che di accoglienza. Il gruppo, composto da una decina di ragazzi, era una alacre e divertita combriccola, che sebbene era lì per svolgere un lavoro, vivevano con allegra partecipazione l’evento. Adesione attiva anche perché si avvicendavano nel presentare (titolo, autore, nazione e breve descrizione) il corto che sarebbe stato proiettato.
Un Festival che certamente rientra nel gruppo delle piccole kermesse nazionali, ma però messo in evidenza come esso sia molto più propositivo, a livello qualitativo, e funzionale (il numero di spettatori attesta l’ottimo esito) rispetto ai “Festival Blockbuster”. Le luci si sono spente, decretando la fine del Festival, ma questo è soltanto un arrivederci, perché già fervono i preparativi organizzativi per la 10ª edizione. Cosa ci attenderà? Nell’attesa, ecco la lista dei premiati di quest’anno.

Cisterna Film Festival: tutti i premi
La giuria per i film in concorso era composta da Karin Proia (attrice e regista), Raffaele Buranelli (attore e regista), Christian Angeli (regista), Matteo De Simone (Sound Designer) e Chiara Guida (giornalista e scrittrice). Una variegata giuria di professionisti che, osservando il palmares e le relative motivazioni, ha messo in evidenza come diverse opere hanno mostrato valore artistico e sociale.
Mentre la giuria che ha dato il Premio alla miglior interpretazione era composta dagli allievi di Mobilitazioni Artistiche (MOB), quindi una “commissione” adeguata nel giudicare ma fortunatamente ancora non del tutto professionale, e pertanto capace di captare l’attuazione interpretativa più sincera e veritiera, senza accademismi.
Mentre il Premio del pubblico ha messo in evidenza un gusto più popolare, scegliendo un cortometraggio in cui facilmente ci si può rispecchiare nella vicenda di vita narrata.
Premio della Giuria – Miglior film
The Devil di Jan Bujnowski
Per la capacità di giocare con vari registri, sorprendendo lo spettatore e toccando temi forti, mantenendo sempre buon gusto e poesia.
Gran premio della Giuria – Miglior regia
Datsun di Mark Albiston
Per l’uso consapevole del mezzo cinematografico che costruisce il racconto con maestria, suggestive trovate visive e un’ineccepibile direzione degli attori.
Menzione speciale
Busan, 1999 di Thomas Percy Kim
Per la semplicità con cui si affrontano i temi della distanza tra madre e figlia, il senso di malinconia e rimorso, posti con tatto e grazia.
Menzione speciale per il soggetto
Things unheard of di Ramazan Kilic
Per la determinazione con cui un evento nefasto viene trasformato in lotta politica da una ragazzina, attraverso un oggetto “scartato”.
Menzione speciale per la fotografia
Golden Bells di Kurt Steven Yu Soberano
Per l’uso suggestivo ed espressivo della luce e delle inquadrature.
Premio per la migliore interpretazione
Andréa Bescond per Périphérie di Thibault Bru
Premio del pubblico
Golden Bells di Kurt Steven Yu Soberano
