Il film, diretto da Sian Heder, regista di CODA – I segni del cuore, il vincitore di Miglior Film agli Oscar 2021, si concentra sul significato e sulle diverse sfaccettature della figura della madre nel mondo contemporaneo. Tallulah “Lu”, interpretata da un fantastico Elliot Page, è una ragazza giovane che ama vivere da nomade insieme al fidanzato, Nico. Quando il ragazzo esprime il desiderio di tornare in città dopo due anni di viaggi, Lu si oppone. La vita di Lu cambierà drasticamente a causa della fuga improvvisa di Nico e di un… piccolo problema. Lu, infatti, in preda all’impulsività, rapirà una bimba di soli due anni a una madre troppo concentrata su se stessa per prendersi cura della figlia in modo adeguato. Sarà la scelta giusta?
Due donne diverse a confronto
La protagonista è Lu, che verrà affiancata da una co-protagonista dalla personalità diametralmente opposta: Margo Mooney, la madre di Nico, interpretata da Allison Janney. Anche la vera madre della bambina, pur rimanendo marginale, presenta un’altra tipologia della maternità. Tallulah simboleggia la madre giovane, impulsiva, senza esperienza, ma che si butta a capofitto guidata dai sentimenti. Lu continua a spostarsi di luogo in luogo senza mai trovare casa: non sente realmente il bisogno di viaggiare, ma fermarsi vorrebbe dire riflettere su quanto finora costruito nella sua vita. Se da una parte vediamo una protagonista che vive alla giornata, Margo Mooney è invece una donna in carriera, ordinata, organizzata, ma fortemente addolorata dal divorzio ancora in atto con suo marito e dalla solitudine, essendo stata abbandonata anche dal figlio.
Le “vere” mamme
La mamma della bimba, Carolyn Ford, interpretata da Tammy Blanchard, rappresenta tutte le donne che non si sentono madri. “Ho aspettato a lungo che questo sentimento arrivasse…” dice a Margo, disperata, riferendosi all’istinto materno. La donna, infatti, imprigionata in un matrimonio ormai a pezzi, decide di avere un figlio nella speranza di catturare nuovamente l’attenzione del marito, ottenendo l’opposto. Tra appuntamenti al buio, alcol e droghe, Carolyn è consapevole di non essere in grado di accudire una bambina, ma non per questo si dà per vinta nella ricerca: non è l’amore per la figlia a guidarla, ma il terrore di deludere suo marito. Un ultimo esempio di madre è il personaggio secondario della poliziotta incinta, interpretata da Uzo Aduba, “Occhi Pazzi” nella serie “Orange is the New Black”, una madre veterana alla terza gravidanza che lavora da anni come detective specializzata in rapimenti di bambini.
“Ma… Sei cresciuta con i lupi?” “Magari.”
Una protagonista da amare
Si percepisce fin dalla scena di apertura, di ottima regia e fotografia, l’amore che la regista e sceneggiatrice deve aver provato per Tallulah. Il personaggio è scanzonato, selvaggio e ironico, ma allo stesso tempo estremamente fragile ed emotivo. Lu, infatti, non è quel che si definisce proprio una santa: è una girovaga che mangia gli avanzi dai bidoni, che ruba, che vende illegalmente e che raramente si lava. Il suo passato giustifica le sue azioni e il suo bisogno di essere perennemente in movimento. La bimba è un mezzo perché si evolva il personaggio di Lu, che a sua volta aiuterà Margo Mooney a crescere e a liberarsi delle sue preoccupazioni. La scrittura qui è cesellata ad hoc, presentando personaggi efficaci ricchi di caratteristiche positive e negative: non sono solo simboli, ma personaggi credibili e umani.
Qualche cenno tecnico
Il film presenta una regia assolutamente personale, caratterizzata da camera in movimento che bene si abbina con la personalità impulsiva e grezza della protagonista. I flashback sono sapientemente connessi al presente con giochi di prospettiva che fondono i ricordi con la realtà. Il tema della gravità ha dato modo di aggiungere una parte più onirica al film, che forse non era necessaria. La pellicola, infatti, è già di per sé pregna di temi importanti senza risultare pesante o ripetitiva. Un meraviglioso lavoro di scenografia per quanto riguarda il furgone di Lu.
Passione, amore, ottima recitazione, regia attenta e scrittura minuziosa: questo è Tallulah, presentato al Sundance Festival 2016.
Tallulah
Anno: 2016
Durata: 111 min
Distribuzione: Netflix
Genere: drama
Nazionalita: Statunitense
Regia: Sian Heder
Data di uscita: 29-July-2016
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