Unknown: La grotta della scoperta è un documentario investigativo del 2023 disponibile in streaming su Netflix.
La conferma dei documentari su Netflix
La strada lunga e tortuosa intrapresa da Netflix nel rilancio del genere documentaristico si conferma la via giusta per garantire ai propri utenti una vasta gamma di prodotti di vario tipo senza dover rinunciare necessariamente alla qualità. Lo stiamo vedendo con l’uscita di film documentari e docuserie di stampo biografico come Wham! e Arnold, ma lo avevamo già visto nel 2022 con l’uscita delle varie “mini-docuserie” intitolate Conversazioni con un serial killer. Queste ultime, come Unknown, seguivano la scia del documentario di stampo investigativo differenziate però da tematiche legate al crime e alla pericolosità della psiche umana. Con Unknown il focus si sposta sui misteri e sulle scoperte che segnano il cammino dell’uomo sulla terra, le sue paure e i dettagli che lo hanno portato a fondare la civiltà in cui viviamo oggi.
La ‘saga’ di Unknown
Nei primi due film della saga di Unknown avevamo visto i misteri che da anni avvolgono l’antica civiltà degli Egizi nella terra del Nilo con La piramide perduta e il difficile dilemma sull’affidare decisioni di vita o di morte all’ intelligenza artificiale con Soldati robot. Ne La grotta della scoperta si torna indietro nel tempo, alle origini della storia umana e all’inizio delle pratiche religiose. Il “protagonista” del film è una specie di primate vissuta circa 250.000 anni fa nella culla dell’umanità, una specie apparentemente distante dall’ Homo sapiens, ma che nasconde molte caratteristiche comuni: l’Homo naledi.
Il protagonista
L’Homo naledi è un primate scoperto nel 2013 in Sudafrica ed estintosi molti anni prima dell’arrivo dei sapiens. I primi indizi rivelati dagli archeologi suggerivano una specie che, seppur appartenente al genere homo, si distaccava dai nostri antenati. Unknowon mette in luce una scoperta che fa tremare le fondamenta di questa teoria e di quello che abbiamo sempre studiato. Una scoperta destinata a cambiare per sempre il nostro modo di vedere le origini della nostra storia. La scoperta in questione è stata rinvenuta in un complesso di caverne in sud Africa denominate Rising Star Cave . Un luogo magico, buio e claustrofobico dove grazie ai ritrovamenti rinvenuti da una squadra di archeologi si è giunti alla conclusione che l’Homo naledi praticasse la sepoltura dei morti 100.000 anni prima dei sapiens. La scoperta apre le porte a teorie infinite che spaziano da una possibile predicazione di vita dopo la morte alle prime pratiche di fabbricazione di utensili in una specie che era ancora legata al selvaggio regno animale.
Unknown: La grotta della scoperta
Il regista Mark Mannucci fa entrare lo spettatore all’interno degli stretti spazi in cui l’Homo naledi praticava la sepoltura grazie alle action cam e a materiali di repertorio di telecamere impiantate nelle caverne durante le ricerche. Fa rivivere le scene di vita quotidiana di quel tempo grazie alle animazioni sbiadite che sottolineano la complessità di riportare al presente eventi estremamente lontani nel tempo. Affida a Lee Berger, paleoantropologo a capo della squadra che scoprì i resti nella caverna, il difficile compito di accompagnare lo spettatore all’interno di questo complesso e selvaggio mondo. Tutto in un clima di magia e mistero che mantiene lo spettatore incollato alla sedia, bisognoso di scoprire di più sulla sua genesi.
Il regista mette in chiaro la faccenda sin dall’inizio del film: c’è una scoperta, una scoperta che stravolgerà la nostra idea di evoluzione della specie. I minuti che seguono sono uno stretto intreccio di ricerche e tante piccole scoperte che contribuiscono a creare il complesso quadro dell’Homo naledi, inevitabilmente legato alla nostra storia.