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Sky Film

“Barbie” arriva su Sky Cinema- Recensione della commedia con Margot Robbie e Ryan Gosling

Arriva su Sky Cinema il 22 aprile, Barbie di Greta Gerwig. Il film più discusso dell'estate colpisce nel segno e non tradisce le attese.

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Barbie cover

Barbie è qui. Uscito in sala lo scorso 20 Luglio, era uno dei titoli più attesi e anticipati di questo 2023 e, nonostante le aspettative alle stelle, il film di Greta Gerwig, non ha deluso ed è già un fenomeno generazionale.

Dal 22 aprile è disponibile su Sky Cinema e in streaming su Now tv. 

Margot Robbie è Barbie, l’iconica bambola prodotta a partire dagli anni ’50 dalla Mattel che, nel film di Warner Bros. Pictures diretto da Greta Gerwig, prende vita e scopre le contraddizioni del mondo reale, accompagnata da un Ken (Ryan Gosling) mai così protagonista. Un viaggio divertente e colorato che affronta le disuguaglianze di genere in modo lucido, ironico e a tratti geniale. Barbie stupisce per profondità e coraggio e impressiona nelle immagini, non snatura l’estetica del personaggio, ma ne modernizza l’immaginario, non dona la vita solamente a Barbie, ma a tutto ciò che essa rappresenta, nel bene e nel male.

Il mondo diviso

A Barbieland ogni giornata è perfetta, c’è sempre il sole e tutte le Barbie e i Ken vivono in spiaggia, rilassandosi, divertendosi e festeggiando fino a tarda notte. Barbie stereotipo, quella interpretata da Margot Robbie, è altrettanto perfetta: alta, magra, bionda, sempre bellissima e impeccabile. Questo equilibrio idilliaco, però, si spezza, riportando Barbie con i piedi per terra, letteralmente; pensieri di morte la disturbano e un principio di cellulite la colpisce. Dovrà quindi intraprendere un viaggio nel mondo reale per trovare la ‘causa’ dei suoi problemi e scoprire se stessa, la sua individualità, ed emanciparsi dalla scomoda corazza di plastica in cui è intrappolata.

L’ambiente giocoso e artefatto in cui le Barbie e i Ken vivono è un elemento imprescindibile della storia. Qui il rosa è il colore dominante. Le barbie, così diverse ma così spaventosamente identiche, coprono le cariche più importanti al governo e i Ken, uomini bellocci, vuoti e marginali, sono solo di contorno, costretti nel loro anonimato.

A Barbieland, poi, si possono riconoscere tante delle più iconiche versioni della bambola più famosa al mondo, un ambiente “altro” che è la rappresentazione storica, accurata e integrata perfettamente nella storia, dell’immaginario sognante e roseo di Barbie che va incontro ai geeks del giocattolo Mattel, rispettando il passato del prodotto protagonista. Tra le ‘barbie’ abbiamo Emma Mackey (Barbie Fisica), Kate McKinnon (Barbie Stramba), Issa Rae (Barbie Presidente), Hari Nef (Barbie Medico) e Alexandra Shipp (Barbie Autrice) mentre gli altri Ken sono Simon Liu, Kingsley Ben-Adir e John Cena; a completare il cast Michael Cera nei panni di Allan, Will Ferrell, il misogino CEO di Mattel, America Ferrera e Ariana Greenblatt.

Barbie&Ken

Da Barbieland a LA

Barbie ondeggia sul filo di un rasoio. Affrontare in modo così sfacciato gli stereotipi legati al marchio di proprietà Mattel e le implicazioni che esso ha avuto su intere generazioni di ragazzi poteva facilmente portare a banalità e cliché. Eppure la psicologia dei protagonisti, allo stesso tempo basilare e profonda, e il modo in cui sono stati trasportati nel mondo reale, fa di questo film un affresco brillante della società occidentale, spogliata dalla sua maschera di perbenismo e buone maniere. È un film in cui concetti complessi vengono semplificati e adattati a qualsiasi fruitore, senza però scadere nel ridicolo.

Barbie mostra con leggerezza tutto il marcio che permea il nostro tessuto sociale, facendo dapprima sorridere lo spettatore, per poi portarlo a riflettere su cosa sia giusto e sbagliato. L’operazione funziona, ma pecca nell’ottica di voler imporre una morale, allo sfinimento, risultando forse troppo semplice e ridondante in alcune soluzioni, ma assolutamente funzionale al risultato che si voleva ottenere.

Il dualismo e le similitudini tra il mondo fittizio e quello reale di Los Angeles, la città capitalista e artefatta per eccellenza, sono la sintesi perfetta di quello che Barbie vuole raccontare. Gli uffici grigi della Mattel, popolati di uomini tristi, dalla fragile virilità nascosta sotto un completo nero fanno da contraltare al mondo quasi fatato in cui le bambole da loro prodotte vivono senza pensieri.

Un fenomeno culturale

Stilisticamente poi, Barbie è in linea con l’ondata Y2K e Camp dell’ultimo periodo, che rievoca forme, colori e suoni di inizio millennio. Barbie va incontro ai gusti della generazione Z, raccogliendo consensi da chiunque, non solo determinate categorie d’età molto giovane come poteva essere in precedenza, “Life in plastic, it’s fantastic”, cantavano gli Aqua. Insomma, il Barbiecore è destinato a diventare il trend dell’estate e la colonna sonora firmata, tra gli altri, da Dua Lipa (presente anche nel film), Billie Eilish, Sam Smith e diversi brani iconici del passato, a riprova di questo, è già un successo planetario.

Ultimamente di fenomeni culturali dirompenti, o presunti tali, ce ne sono stati diversi, ma in un epoca fatta di “tutto, ovunque e in qualsiasi momento”, Barbie ha saputo prendersi la scena con prepotenza tramite scelte di marketing oculate e un prodotto cinematografico alla base molto valido, a metà tra la commedia e il musical e scherzosamente dissacrante.

Ad alimentare tutto ciò si aggiunge la diatriba in corso sul web dovuta all’uscita contemporanea, almeno in patria, del nuovo film di Christopher Nolan, Oppenheimer, dal look cupo e catastrofico, diametralmente opposto a quello dell’opera di Greta Gerwig. Il fenomeno del “barbienheimer” è un qualcosa che, nel mondo del cinema, non si vedeva da tantissimo tempo e, nonostante si dice che fosse un’idea della Warner per fare un dispetto a Nolan, ha accresciuto incredibilmente l’attesa per entrambi i film.

Finalmente Ken

Esiste Barbie senza Ken, ma non esiste Ken senza Barbie. Perché se è vero che il film ruota intorno alla bambola più famosa del mondo e a ciò che rappresenta, anche il suo immancabile compagno di avventure ha un proprio arco narrativo degno di nota. L’altro lato della medaglia della luminosa Barbie sempre sorridente e sotto i riflettori. Ken, come viene detto nel film, vive solo per gli sguardi di Barbie e questi sentimenti forti e mai ricambiati sono al centro dell’evoluzione (o involuzione, dipende dai punti di vista) che Ken vive una volta scoperto come funziona il mondo reale.

La sua visione naïf del patriarcato, fatto di cavalli e machismo, crea una spaccatura nell’equilibrio di Barbieland che solo la dura realtà dell’affrontare e conoscere i propri demoni potrà sanare. La visione certamente femminista dell’ambiente maschile tossico è stata ampiamente criticata, ma la posizione che il film decide di prendere è coerente, in linea con la morale che vuole trasmettere.

KenFluido

Greta Gerwig è la regista giusta, per il film giusto

Barbie è anche la consacrazione di Greta Gerwig come regista. Nonostante sia solamente il terzo lungometraggio che la vede dietro la macchina da presa, le sue distinte capacità di messa in scena relazionate a un’opera dall’indiscusso valore commerciale, proiettano alle stelle la sua figura, consacrandola nell’olimpo degli autori hollywoodiani contemporanei, ma non è certo un fulmine a ciel sereno.

Con Lady bird, Greta Gerwig, ci ha mostrato la sua visione dell’universo femminile e la sua pregevole maestria nella direzione degli attori, ruolo che l’ha lanciata nel cinema a fianco del marito Noah Baumbach (anche sceneggiatore di Barbie), con interpretazioni trascinanti e cariche di emotività, una su tutte quella in ‘Frances Ha’ del 2012. Con ‘Piccole Donne’, invece, reinventa un classico mettendo insieme un cast memorabile, con star già affermate e altre che, da lì a poco lo sarebbero diventate. Infine, con Barbie, potenzia le sue caratteristiche migliori e dona dignità e coraggio a quella che avrebbe potuto essere una noiosa opera commerciale fatta di retorica e colori pastello, rendendola, al contrario, molto di più.

Barbie Poster Italiano

Barbie, prodotto e distribuito da Warner Bros., è disponibile su Sky Cinema dal 22 aprile e in streaming su Now Tv. Ha incassato all’esordio 2.1 milioni di euro che lo rendono il secondo miglior successo del post-pandemia, dietro solo ai 2.9 milioni di Spiderman: No Way Home e, più in generale, il quarto miglior incasso di sempre all’esordio per un Film Warner Bros., il terzo per un film uscito a luglio e il miglior risultato assoluto nel giorno del debutto per una regista donna. Barbie potrà non essere il film dell’anno, per motivi artistici e autoriali, ma è sicuramente l’evento cinematografico del 2023.

I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’

Barbie

  • Anno: 2023
  • Durata: 114'
  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Stati Uniti d'America
  • Regia: Greta Gerwig
  • Data di uscita: 20-July-2023

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