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‘Natural Born Killers’ : il film surrealista

Critica ai media americani, parodiando Tarantino

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Su MUBI, il controverso film di Oliver Stone, Natural Born Killers/Assassini Nati, tratto da un soggetto stravolto di Quentin Tarantino. Prodotto da Arnon Milchan per Warner Bros, come protagonisti Woody Harrelson e Juliette Lewis. Nel cast, anche Tommy Lee Jones, Tom Sizemore e Robert Downey Jr.

 

IL TRAILER – Natural Born Killers

 

 

–  Natural Born Killers – Due assassini nati in fuga

Mickey e Mallory, tra Chicago e la California, si portano dietro una striscia di omicidi compiuti per divertimento e sadismo. Clienti della tavola calda, poliziotti, poco importa. L’importante è che Mallo e Mic stiano insieme. Intanto, la storia in flashback dell’incontro dei protagonisti, e l’abuso che la ragazza subisce per anni dal padre che poi ucciderà, si interconnette nel surrealismo del presente, dove violenza e libero arbitrio del crime sono i due capisaldi della loro fuga. Catturati, Mickey e Mallory, devono vedersela non solo con il sistema giudiziario, ma anche con quello televisivo che vuole sfruttare la loro vicenda per mere questioni di share, e lo farà nella figura dell’ambizioso Wayne Gale, il conduttore di un seguitissimo programma crime “American Maniacs”. L’intervista in prigione diviene lo scenario sanguinoso tra il sistema d’intrattenimento americano e il serial killer di turno, divenuto star momentanea. Essendo riusciti a scappare in diretta tv, Mallo e Mic conducono una vita apparentemente felice con i loro figli.

 

Tarantino vs Stone

Il film più dibattuto e controverso, dopo la trasposizione che Kubrick fece di Shining , è soprattutto una rivalità tra due ego come quelli di Stone e Tarantino. La vicenda è nota. L’astro nascente del cinema anni ’90, dopo l’ottimo esordio con Le Iene, vendette al cineasta Oliver Stone uno script originario chiamato Thrill Killers , per 40 mila dollari, in pianta stabile dentro al suo pulp.

Tarantino non è mai stato uno scrittore normale. La sua penna, il suo modo di distribuire scene e sequenze, è sempre stato il modus operandi di un narratore che aveva già tutto nella sua testa mentre scriveva: inquadrature, impostazione del mood filmico. È su questa base che avviene l’errore più grande del regista californiano. Pretendere di avere già il mondo ai suoi piedi e dettare la linea a un maestro come Oliver Stone.

Già nell’olimpo della storia del cinema con capolavori come Platoon e Nato il quattro luglio, Stone pensa bene di fare due cose. Criticare parodiando il nascente genere pulp, e operare un’analisi più addentro alle mutazioni sociali e mass mediali dell’America 90’. E forse al Tarantino, per il quale tutto è violenza e commedia nera da cui è difficile uscire, un sottotesto così potente come quello di Stone era poco digeribile. Infatti, praticamente nello stesso anno, quasi come atto di sfida e di rigetto al non più suo Natural Born Killers e allo stesso Stone, in uno dei capitoli del cult Pulp Fiction, riscriverà i personaggi di Assassini Nati negli iconici Zucchino e Coniglietta.

 

 

Il Killer popstar e la critica al sistema mediale

Al netto del linguaggio e della messa in scena volutamente trash e sopra le righe del film, l’errore più grave che ha commesso Tarantino risiede nelle valutazioni e negli intenti della suddetta opera. Oliver Stone non poteva fare una fotocopia del genere tarantiniano, pensando quindi bene di creare un film critico. Opposto al revival ’90 della New Hollywood ’70 che emergenti come Tarantino stavano ponendo in essere. Rispettoso della concezione che Oliver Stone ha sempre avuto del cinema. Matrioska da cui rivelare dubbi e denunce alla quotidianità dell’ordinario, rimescolando le carenze dello schema hollywoodiano.

Stone usa i personaggi di Mallory e Micky come spina nel fianco di un sistema in frantumi. I due protagonisti di fatti vanno visti come schegge impazzite non disposte a compromessi. Nessuno dei due vuole diventare il burattino televisivo, né Mallo e né Mic vogliono essere ciò che la tv vuole. Mezzi per costruire un grande show televisivo del dolore.

La bravura di Stone risiede proprio nell’aver creato due maschere avanguardistiche che giocano sul terreno familiare a Tarantino, ma con una finalità diversa.

 

 

La violenza, e forse questo ha fatto più infuriare il regista di Pulp Fiction, è minimalista, marginale, parodistica rispetto al messaggio della decadenza culturale nella tv americana effettuata da Stone. Il ribaltamento avviene in quella probabile citazione di Fuga da Alcatraz nel cuore del secondo atto del film. Il personaggio di Mickey usa la tv come suo strumento, usa il Gale di Downey Jr nella medesima porzione in cui il sistema televisivo americano ha tentano, non riuscendoci, di usare questi grotteschi assassini nati.

Camera a spalla, attraverso Gale, la tv del dolore viene schiacciata nel suo stesso turbine di follia e dolore calcolato. Ma ora tutto è in diretta e nulla può essere scritto, montato e smontato per mere convenienti ragioni d’intrattenimento televisivo. L’intento di Stone, nel rovesciamento dei fronti compiuto dall’irruente Mickey, somma cortocircuiti a cortocircuiti, mostrandoci il cattivo sistema carcerario e quello televisivo. Tutto live, dove uccisioni e sparatorie divengono lezioni morali di giustizia e integrità.

 

 

Oliver Stone e il dadaismo filmografico

L’opera di Stone, nella sua identificazione bretoniana, si avvale della fotografia intensiva e impattante di Robert Richardson per creare un’opera dadaista, che rende all’ avanguardia tutto ciò che è possibile. Il montaggio è usato per compiere avvicendamenti incongrui nel puro stile surrealista. La fotografia molto spesso verde viene innescata dall’inconscio infernale del personaggio di Harrelson, tra bocche di fuoco e figurazioni sataniche. Spesso frapposte a confessioni o interviste di repertorio di veri serial killer o presunti tali. Discorso della sovra realtà enormemente accentuato dalla confusione tra i due mondi.

Le vicende di Mickey e Mallory spesso avvengono mentre all’esterno si notano immagini di programmi televisivi. Facendo confluire i protagonisti nella grande finzione disvelata da Stone. Un labirinto tra grammatica televisiva e cinematografica da cui è difficile uscire. Lo stile di Stone riproduce in toto l’intento schizofrenico satirico dell’opera. Passa da un formato all’altro della pellicola inserendovi intermezzi di animazione e usando il genere sitcom per rendere grottesco e nel contempo crudo il periodo di abusi di Mallory.

 

 

Nel suo stile trash tragi-comico fortemente voluto, Natulral Born Killers trova una lettura interessante in termini di sociologia cinematografica. Oliver Stone usa il linguaggio grottesco e scandaloso per parlarci del cortocircuito della televisione americana. Impartendoci una grande lezione sulla tv del dolore e le sue conseguenze.

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