Dal 29 aprile arriva ‘Oppenheimer’ in prima tv su Sky Cinema e in streaming su Now Tv.
Oppenheimerè un film del 2023 diretto da Christopher Nolan, regista di Memento, della trilogia del Cavaliere oscuro, di Inception e Intersellar.
La pellicola ha trionfato agli Oscar 2024.
Racconta la genesi del progetto Manhattan e della vita del principale artefice della bomba atomica, J. Robert Oppenheimer. Il cast è ricchissimo, con Cillian Murphy nei panni del protagonista, Emily Blunt della moglie Katherine Oppenheimer. Matt Damon è Leslie Groves, Robert Downey Jr. è Lewiss Strauss, Florence Pugh è Jean Tatlock. Tanti gli attori in ruoli secondari come Rami Malek, Kenneth Branagh, Matthew Modine, Jack Quaid, Casey Affleck.Josh Hartnett, Benny Safdie, David Dastmalchian, Alden Ehrenreich.
Nel settembre 2021 è stato annunciato che Nolan avrebbe scritto e diretto questo film biografico ambientato durante la seconda guerra mondiale. Il regista britannico, dopo la separazione con la Warner Bros., contattò diversi studi cinematografici, tra cui Sony Pictures, Universal Pictures, Paramount Pictures e Apple Studios, per proporre il film. Il 14 settembre successivo venne reso noto che la Universal lo avrebbe distribuito, con l’inizio delle riprese previsto per il primo trimestre del 2022.
Oppenheimer è stato girato (come solito di Christopher Nolan) in IMAX.
Oppenheimer Trama del film
Il film è ambientato negli anni ’40 ed è incentrato sulla figura storica dello scienziato americano J. Robert Oppenheimer (CillianMurphy), considerato uno dei padri della bomba atomica. Racconta lo sviluppo del micidiale ordigno durante gli anni della seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti e il loro entourage di scienziati hanno avviato il Progetto Manhattan. Oppenheimer era il direttore scientifico, impegnato nella ricerca e nello sviluppo in ambito militare. È stato questo progetto a portare alla costruzione delle celebri bombe, scagliate in seguito su Hiroshima e Nagasaki.
Cast straordinario
Ciò che può sembrare un noioso racconto dà il via all’incontro di tante personalità importanti della storia della politica, della fisica e della scienza mondiale. Il pubblico si trova piacevolmente sorpreso di fronte alla comparsa dei vari Niels Bohr (Kenneth Branagh), Albert Einstein (Tom Conti), il presidente Harry Truman (Gary Oldman), Leslie Groves (Matt Damon) e tanti altri scienziati come Heisenberg, Edward Teller, Isidor Isaac Rabi e molti altri. Per di più, l’interpretazione di ciascun singolo attore è di gran livello. Ognuno aggiunge sapore in più alla pellicola. Una nota in particolare è per Matt Damon che da comprimario offre un interpretazione superlativa.
Robert Downey Jr. ed Emily Blunt in grandissima forma
Anche Robert Downey Jr. offre un interpretazione convincente, probabilmente la migliore della sua carriera, vestendo i panni di Lewis Strauss. Nonostante il personaggio di Katherine Kitty Oppenheimer abbia meno spazio, Emily Blunt ha una presenza scenica tale da ‘divorare’ in bravura gli attori che le stanno attorno (come nella scena della sua testimonianza durante un processo).
Il prometeo Americano, J. Robert Oppenheimer
L‘attore protagonista offre una prova probabilmente meritevole di una candidatura al premio Oscar. Murphy riesce ad enfatizzare il lato umano del personaggio, le sue fragilità e preoccupazioni. In particolare durante due scene oniriche l’ attore mette in scena le ripercussioni emotive del suo ruolo cruciale nella creazione della bomba atomica. Eppure (aiutato fortemente dai dialoghi e dalla sceneggiatura) Murphy non regala un personaggio completamente affabile. Risulta profondamente difficile empatizzare con lui avvertendo un certo grado di egoismo in alcuni frangenti della narrazione.
Un film improntato sui dialoghi e su una solida sceneggiatura
Christopher Nolan non cade negli errori passati (Interstellar, Tenet) di eccedere nei didascalismi o nelle spiegazioni fisiche e scientifiche. Il rischio era dietro l’angolo, ma per fortuna il film è un treno in corsa che sfreccia e non si ferma un attimo. Le spiegazioni che vengono offerte sono ben integrate nei dialoghi e non elargite allo spettatore a mo’ di lezione, come accaduto nei film precedenti del regista. La visione resta fluida e le tre ore di film scivolano piacevolmente, anche grazie a un lavoro eccelso in termini di sceneggiatura e montaggio. Il ritmo è talmente serrato da non annoiare mai.
La forza esplosiva dei dialoghi
I dialoghi architettati da Nolan mantengono alcuni tratti ironici distintivi dei suoi film precedenti, necessari a non appesantire la visione (basti pensare al rapporto di Alfred e Bruce nella trilogia del Cavaliere oscuro). Tali brevi momenti di sorriso aumentano l’umanità dei personaggi coinvolti e persino il grado di immedesimazione nel personaggio.
La scena del Trinity Test: distogliere lo sguardo oppure no?
Si discute spesso sulla maniacale insistenza di Nolan nel ricreare le scene nel modo più autentico e spericolato possibile. A differenza del suo precedente film (Tenet) in questo caso, la mancanza di Cgi è veramente un valore aggiunto. La creazione della scena del celebre Trinity Test (Trinity era il nome in codice della prima detonazione di un’arma nucleare, condotta dall’esercito degli Stati Uniti d’America nell’ambito del Progetto Manhattan), aumenta la resa visiva dell’immagine.
Ancora una volta Nolan punta a una maggiore immedesimazione. Ne guadagna lo spettacolo e ne guadagna l’orrore percepito. Il regista riesce a riflettere sul medium cinematografico capace di creare nella forma qualcosa di incredibilmente bello, ma nel contenuto, qualcosa di tremendamente spaventoso e disumano. Tornando alla scena del Trinity Test (due ore e cinque minuti di film circa) il sonoro scuote lo spettatore. Per i più deboli sarà addirittura necessario distogliere lo sguardo. Così come i personaggi vengono frastornati dalle nubi, dal roboante frastuono e dalle radiazioni, lo spettatore in sala è colpito da immagini spaventose circondate da un sonoromartellante e invasivo.
Ludwig Goransson, commento sonoro costante
La colonna sonora del film è stata realizzata ancora una volta da Ludwig Goransson (dopo la precedente collaborazione del 2020 con Tenet) e non dal fidato collaboratore Hans Zimmer , autore delle musiche nei primi film del regista britannico. Il lavoro di Goransson è in sintesi poliedrico. La musica del film abbraccia sia il piano emotivo del protagonista, sia le virtù delle scoperte scientifiche, con sonorità liriche e auliche nelle scene degli studi in gioventù del prometeo americano Oppenheimer e con la tensione musicale del fatidico countdown. Come si avverte dal trailer, la colonna sonora alimenta ciò che lo spettatore vede, non ha una funzione di contrasto, bensì di amplificazione. Ecco perché nei primi attimi del Trinity Test, nelle due scene oniriche che riguardano il protagonista e nel finale, il commento sonoro diviene un inesorabile e terrificante countdown che fa scoppiare a mille la tensione dello spettatore.
Frammentarietà narrativa, alternanza tra bianco e nero e le scene a colori
Premettendo che la fotografia di Hoyte van Hoytema è saldamente funzionale ad accrescere la qualità delle interpretazioni degli attori, il film prevede l’alternanza di scene a colori ad altre in bianco e nero. Tale espediente era stato già adottato in Memento ed era da attribuire ad un fattore temporale. Qui la scelta è mossa da un motivo di soggettività contro un altro di oggettività:
Parlando con Total Film, Nolan ha descritto l’uso del colore in Oppenheimer come qualcosa di legato alla soggettività del protagonista: “Ho scritto la sceneggiatura in prima persona, cosa che non avevo mai fatto prima. Non so se qualcuno l’abbia mai fatto, o se sia una cosa che la gente fa o meno“, ha spiegato il regista.
“Il film è diviso in oggettivo e soggettivo. Le scene a colorisono soggettive, quelle in bianco e nero sono oggettive. Ho scritto le scene a colori in prima persona. Quindi per l’attore che leggeva, in un certo senso, doveva essere piuttosto scoraggiante“.
A maggior ragione le due scene oniriche citate in precedenza, avvengono nella linea narrativa a colori.
Il montaggio del film ricorda un suo precedente prodotto, The Prestige, nell’adottare un ritmo serrato e in secondo luogo nella ricostruzione di dettagli ingannevoli e di alcune scene che si trovano sia nella linea narrativa a colori che nella linea narrativa in bianco e nero. Adottando questo espediente visivo, Nolan realizza, attraverso l’eccellente montaggio di Jennifer Lame, una testimonianza, un processo audiovisivo.
In conclusione Oppenheimer è è uno dei migliori film di Nolan. Si avverte la voglia di tornare ad un racconto viscerale per immagini (Memento e The prestige) abbinato a una mole voluminosa di dialoghi, abbracciando anche la voglia di rispecchiarsi nel pubblico e di alimentare il dibattito (come nel finale di Inception).
Una pellicola indubbiamente molto profonda che apre a riflessioni interessanti. Il limite da imputare al film può essere ricondotto forse a un’eccessiva esplosione di nomi, fatti storici, date. Ma fa parte del gioco e il film lo mette in chiaro sin da subito. Nolan riesce ad intrattenere il pubblico con un processo di tre ore e attraverso immagini e dialoghi fitti spariglia le carte e fa scoprire la portata storica di questo prometeo contemporaneo. Un uomo a cui tutti hanno voltato le spalle e la cui verità oggettiva dei fatti non era mai stata raccontata scrupolosamente sul grande schermo.
La scena finale invita a una riflessione importante sulla tremenda attualità dei fatti storici. La natura umana porta l’uomo ad autodistruggersi e le parole di J. Robert Oppenheimer sono indicative di ciò che il film vuole mostrare:
“Sono diventato Morte, il distruttore di mondi.” -J. Robert Oppenheimer
I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’
Oppenheimer
Anno: 2023
Durata: 180 minuti
Distribuzione: Universal
Genere: Storico, drammatico, biografico
Nazionalita: USA, Regno Unito
Regia: Christoper Nolan
Data di uscita: 23-August-2023
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