fbpx
Connect with us

In Sala

‘Il mistero del profumo verde’. La recensione

Una spy story francese a tinte rose dal retrogusto vintage che diverte senza ambiziose pretese

Pubblicato

il

Nelle sale italiane da giovedì 20 luglio 2023 con la distribuzione di Movie Inspired, dopo la presentazione alla Quinzaine de Réalisateurs del Festival di Cannes del 2022, Il mistero del profumo verde (Le parfum vert) è il terzo lungometraggio del francese Nicolas Pariser, già regista di Alice e il sindaco (2019).

Ambientato ai giorni nostri tra Parigi, Bruxelles e Budapest in uno scacchiere geopolitico che ruota attorno all’Unione Europea e ai rapporti odierni con la Russia e con il Medio Oriente, Il mistero del profumo verde ingrana un’avventurosa trama gialla di derivazione hitchcockiana con venature tenui e ironiche, grazie anche alle buffe fisionomie dei suoi personaggi. Ne deriva un aggraziato divertissement intessuto di altri classici, modelli, maestri, non solo cinematografici. Più che un esercizio di stile, una pratica di genere consapevole e scanzonata.

Sinossi

A Parigi durante una rappresentazione teatrale di Čechov della Comédie-Française, un attore muore improvvisamente in scena. Il collega Martin (Vincent Lacoste), assistendo ai suoi ultimi sospiri, sente pronunciare poche parole e capisce che l’uomo è stato assassinato dal “Profumo verde”. Ben presto Martin si ritrova invischiato come testimone informato in un complotto spionistico inconoscibile, che verte intorno alla duplice identità della vittima uccisa e a un’organizzazione internazionale eversiva nominata appunto “Profumo verde”. Con l’aiuto di una fumettista dal vissuto convulso, Claire (Sandrine Kiberlain), cercherà di salvarsi come facile mirino, vendicare la morte del collega e scongiurare una minaccia per l’Europa, destreggiandosi con qualche passo falso tra Bruxelles e Budapest.

 

Tintin sulle tracce di Hitchcock

All’esordio un’esplicita dichiarazione di intenti, una sottoscritta ispirazione hitchcockiana che vuole discolparsi con autoironia da qualsiasi raffronto e parallelismo: una carrellata pedina una donna in impermeabile nero, con uno chignon biondo che, anche nello spettatore meno esperto, non può non attivare il codice iconico di tante figure femminili di Alfred Hitchcock, prima fra tutte Tippi Hedren in Marnie (1964), che si apre con il medesimo movimento di macchina.

Se anche il suo ingresso clandestino in una stanza lascia trapelare un possibile plot di furti e identità contorte, la sceneggiatura svia presto altrove e l’omicidio in scena allude a un’opera interessante ma minore del maestro inglese, Paura in palcoscenico (1950). Nicolas Pariser avvia allora una giostra a tappe tra i topoi imprescindibili del suo modello, un turbinio di citazioni riconoscibili e catalogabili che più che mai vogliono sancire la cittadinanza in un genere tramite un racconto di spessa grana cinefila.

In particolare Intrigo internazionale (1959) è il capolavoro su cui il regista snoda le disavventure dei suoi protagonisti (ma si strizza l’occhio anche a Il club dei 39, La signora scompare, L’altro uomo) e declina lo schema, collaudato da molti, dell’uomo comune invischiato in imprese extra-ordinarie, venando però tale sagoma di un retrogusto umoristico, con la complicità di uno dei suoi interpreti, Vincent Lacoste, che nelle vesti dell’uomo che sa troppo (poco), parafrasando un’altra nota pellicola di Hitchcock del 1956, dosa candore, goffaggine, compassione.

Il mistero del profumo verde si costruisce quindi su un’impalcatura di simulacri e calchi che focalizza il suo bersaglio nel coinvolgimento divertito dello spettatore, nell’ammiccamento ludico che non si riduce solo ad Alfred Hitchcock, ma che con altre ascendenze rafforza nello spettatore l’affondo nel piacere tra i reperti rivisitati di un cinema remoto e contemplato che riesce a riaffiorare ancora qua e là, con le debite distanze nell’autoconsapevolezza dei propri limiti e dei propri mezzi (prima fra tutti il rado ricorso della suspense pura).

Se alcune sequenze rievocano uno dei tanti cultori di Hitchcock come Roman Polanski (si pensi a Frantic e nel finale a una citazione frettolosa de L’uomo nell’ombra, con il passaggio a più mani di un biglietto rivelatore), un altro canovaccio del film è Sciarada (1963) di Stanley Donan, di cui si ereditano i toni smaliziati e le venature romantiche che là Cary Grant e Audrey Hepburn avevano incarnato con più glamour divistico. Ma, scavando nella profondità della superficie, come non pensare anche alla coppia Kathleen Turner-Michael Douglas in Romancing the Stone (1984) di Robert Zemeckis, tradotto in All’inseguimento della pietra verde?

Art is in the air

Se Il mistero del profumo verde odora di grande cinema del passato, cospargendo nell’aria reminiscenze di visioni di un tempo e imprimendo in sottotraccia un accordo di intesa complice con il pubblico (si spera sufficientemente cinefilo), si riveste invece con più evidenza degli apporti di altre arti e linguaggi come il teatro e il fumetto, scongiurando però almeno una deriva tardo-postmodernista.

La coprotagonista Claire è una fumettista, i primi indizi raccolti ruotano attorno al mondo dei collezionisti di questo mondo, vengono nominati dai personaggi i disegni di Raymond Macherot e già con il titolo originale del film, Le Parfum Vert, Nicolas Pariser vuole citare un omonimo volume a fumetti di Hergé, con il suo famoso Tintin. E l’influenza di Hergé e della scuola franco-belga del fumetto pare intaccare anche l’apparato figurativo del film, dove la “linea chiara” di quelle strisce disegnate, dal segno grafico pulito e leggibile, trova un suo riverbero in una certa “bidimensionalità” delle immagini del direttore della fotografia Sébastien Buchmann.

In questo disimpegnato pastiche di arte popolare e autoriale che è Il mistero del profumo verde si staglia un’aulica dimensione teatrale che chiama in causa l’autorevolissima Comédie-Française, Čechov e Corneille (sulle rappresentazioni in scena dei due drammaturghi si apre e si chiude rispettivamente l’intero intrigo). Anche il teatro nella sua tradizione nazionale più rinomata, però, non sfugge allo sguardo sulfureo e semiparodistico di Nicolas Pariser, che, sfidando un principio di verosimiglianza più volte incrinato nell’avvicendarsi degli eventi, introduce nella compagine di attori della Comédie-Française figure improponibili come spie, traditori e addirittura lo stesso Martin, che si definisce un interprete appena passabile.

Una fragranza per immagini

Nell’economia del racconto Il mistero del profumo verde dissemina senza remore snodi poco plausibili, dettagli azzardati, meccanismi talvolta prevedibili e colpi di scena avventati, per approdare a un finale rocambolesco di comoda maniera, forse in sacrificio alla complessiva e non semplice orchestrazione parodistica e citazionista, forse nell’urgenza di mantenere intatto il filo del divertissement. Alla fine della visione restano comunque immacolati il benevolo cipiglio ironico verso i macchiettistici protagonisti, il gusto per una narrazione d’antan in un complotto nostalgicamente artefatto, la fiducia in un prodotto che nel panorama audiovisivo odierno si prefigge la mera genuinità del sapore dell’avventura attraverso una messinscena artigianale.

E sullo sfondo del suo marchingegno di omaggi e svagatezza Nicolas Pariser non trascura di tratteggiare un presente di aspirazione filoeuropeista nelle coordinate geo-politiche globali, dove si insidiano nuove armi informatiche nell’era dei social media e ancora lo spettro dell’antisemitismo. Ed ecco un film, dunque, riconducibile esattamente alla marca olfattiva enunciata dal titolo: come un profumo verde primaverile, intrigante, dal mélange erbaceo stratificato, leggero, giocoso, evanescente.

  • Anno: 2022
  • Durata: 101'
  • Distribuzione: Movies Inspired
  • Genere: Giallo, thriller
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Nicolas Pariser
  • Data di uscita: 20-July-2023

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers