Presentato in anteprima nazionale al Lago Film Fest 2023, Terra Mater è l’ultimo lavoro della regista ruandese-svizzera Kantarama Gahigiri, autrice di numerosi corti e del lungometraggio Tapis Rouge (2014), da sempre attenta ai temi dell’identità, della migrazione e dell’empowerment che tornano nel film in un’intensa riflessione sul presente e il futuro dell’Africa e del mondo.
Uno sguardo sul nostro tempo
Tra l’iconografia classica greca e quella afrofuturista, Terra Mater è ambientato in una discarica a cielo aperto che pare quasi un paesaggio lunare, dove tra le altissime montagne di rifiuti si muovono esseri umani come sopravvissuti a una qualche devastazione fantascientifica. Presto però risulta chiaro che quello portato sullo schermo non è un tempo distopico, ma il nostro presente.
Tornano allora in mente le scioccanti immagini dell’immensa discarica di Dandora in Kenya, oggetto di uno dei capitoli di Antropocene(2018), il documentario di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky e Nicholas de Pencier sull’attuale era geologica in cui il genere umano ha accelerato in modo spasmodico lo sfruttamento delle materie prime, provocando cambiamenti radicali e ormai irreversibili nel pianeta. Ma se lì il più grande immondezzaio del mondo è mostrato come luogo orripilante dove la gente vive a contatto coi rifiuti cercando qualcosa da rivendere, in Terra Mater l’uomo è ben più consapevole dei rischi e delle conseguenze a cui sta arrivando con il suo comportamento.
Nuove coscienze individuali e collettive
I raccoglitori di silicio, cassiterite, tantalo, cobalto e coltan sono infatti caratterizzati da una matura consapevolezza dei pericoli a cui loro e in generale il pianeta stanno andando incontro. Mentre l’Occidente pare impazzito nella ricerca quasi isterica di condizioni di vita sempre più agiate e mirate al benessere del singolo, non accorgendosi paradossalmente che così facendo rende invivibile l’ambiente circostante, l’Africa sta diventando la pattumiera del mondo sommersa da rifiuti e scarti di consumo delle sue stesse risorse, peggiorando ulteriormente la situazione globale.
Un circolo vizioso da cui la mentalità iper-globalizzata non può uscire, una realtà troppo spesso negata o ignorata che Gahigiri porta all’attenzione collettiva in una suggestiva forma ibrida tra documentario e videoarte, mettendo in scena il risveglio di una consapevolezza comune sotto forma di moderna dea nera (una sorta di Venere degli stracci del terzo millennio) che chiama all’azione contro il neo-colonialismo bianco al grido di “La conoscenza è metà della soluzione”.
Terra Mater si fa così disperato tentativo di sensibilizzazione verso una questione che volenti o nolenti coinvolge tutti, nella speranza forse vana ma legittima di invertire il corso degli eventi.
Anno: 2023
Durata: 9'
Distribuzione: SUDU
Genere: Documentario
Nazionalita: Rwanda/Svizzera
Regia: Kantarama Gahigiri
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