Su MUBI è possibile recuperare Circle, documentario di Valentina Monti del 2016 su una delle più antiche famiglie circensi d’Europa, i Togni, raccontate da Fiorenza, moglie del famoso Darix.
È il 1946 quando Fiorenza Colombo e Darix Togni s’incontrano, s’innamorano e si sposano.
Lei, della famiglia circense Fratellini, è una ballerina e cantante che sogna di arrivare all’Opera. Lui, nato e cresciuto tra gli animali e i giocolieri di uno dei circhi italiani più antichi, è un domatore e trapezista.
È proprio nel 1946 che Darix fa per la prima volta il suo ingresso in una gabbia di leoni e leonesse. Quattro anni dopo con lui tra le sbarre ci saranno le tigri, che accompagneranno la leggenda del suo nome e del suo circo, tramandato alle generazioni successive, fino ad oggi.
Circle di Valentina Monti è un viaggio nella memoria di questo amore e di questa famiglia.
In una linea più o meno cronologica, lo spettatore è accompagnato tra le gioie, i dolori e le difficoltà dei protagonisti, dai ricordi e dalla voce di Fiorenza, alternata a quella immaginaria di una tigre del circo che riflette su Darix e sul genere umano.
Dal dopoguerra al boom economico, dalla morte di Darix nel ’76 alla scelta del suo successore tra i cinque figli, la storia pubblica fa da sfondo a quella privata: il rapporto non sempre facile di Fiorenza con il suocero Ercole, il dolore per la scomparsa del marito e per la figlia Danila colpita dalla stessa malattia del padre e l’eterna sensazione di esclusione di una donna dai luoghi e dalle persone cui dovrebbe invece appartenere.
Circle come documento privato e poetico
Attraverso il recupero di materiali d’archivio, da 8mm e Super8 ai VHS e Mini DVD della famiglia Togni, dai servizi dell’Istituto Luce a quelli Rai, Valentina Monti costruisce un documentario tra il poetico e la testimonianza, offrendo uno sguardo oltre la facciata spettacolare del circo, sul domestico e l’umano.
Uno sguardo che non è quello del leggendario domatore, ma per lo più quello di chi gli è stato a fianco, di chi ha imparato presto che sotto quel tendone c’è spazio solo per i sogni degli altri. Di chi dalla vita ha avuto tanto e poi ha visto quel tanto andarsene a poco a poco, come se ogni gioia fosse un prestito a breve termine. Di chi, forse, non ha avuto la forza di combattere per non perdere quello che amava, ma che, guardandosi indietro, pensa che ormai non abbia più importanza, perché è così che la vita funziona.