Uscito nelle sale il 15 Giugno 2023 Brividi d’Autore è il nuovo film con Maria Grazia Cucinotta. Si tratta di un thriller diretto da Pierfrancesco Campanella. Nel cast, oltre a Maria Grazia Cucinotta, ci sono anche Franco Oppini e Sebastiano Somma.
Il film è prodotto da Cinemusa srl e Cinedea srl e distribuito da Parker Film e Galassia Cinema.
Qui il trailer di Brividi d’Autore.
Un film metacinematografico che rilancia il genere del film a episodi.
Brividi d’Autore: la trama
Brividi d’autore è la storia di una regista, alle prese con le difficoltà di girare un film, che sta cercando un produttore mentre lavora alle sue sceneggiature in attesa dell’occasione giusta. Ci sono tutti i problemi incontrati da chi abbia mai provato a vedere realizzata una propria idea cinematografica. C’è la difficoltà di parlare con il produttore senza essere rimbalzato tra i vari addetti alla segreteria, ci sono le questioni legali che influenzano produzione e scrittura, le trovate pubblicitarie per attirare l’attenzione, gli attori dimenticati in crisi lavorativa. Insomma tutte le complicazioni che, poi, sono quelle che ci ritroviamo ogni giorno quando cerchiamo di contattare un professionista o chiunque ci possa essere d’aiuto in ogni situazione.
La regista, interpretata proprio da Maria Grazia Cucinotta, presenta le sue sceneggiature e ogni episodio del film si configura come l’immaginazione di quello che lei ha scritto.
Gli episodi di Brividi d’Autore si intitolano: L’amante Perfetta, L’dea Malvagia, Sacrificio Disumano, Solitudini Pericolose e Pensiero Giallo.
Ognuno di questi tratta un tema differente. Per esempio in Sacrificio Disumano c’è una madre fotografa disperata per la scomparsa di suo figlio. La narrazione indaga uno dei lati oscuri della nostra umanità, fatto di sette, di sacrifici umani e bambini scomparsi nel nulla.
In Pensiero Giallo si racconta della crisi creativa di un’autrice di gialli e del mostro che coviamo dentro, sebbene non espresso nelle forme di questo episodio. Ma si parla anche di identificazione con l’altro, di riconoscimento e di proiezione dei demoni in tutto ciò che popola il nostro mondo quotidiano, lavorativo e relazionale.
La valenza metacinematografica del film
Brividi d’Autore è un film metacinematografico. Un film sui film, un film sul cinema. Da subito veniamo proiettati in questa dimensione testuale: una steadycam ci fa percorrere un luogo in cui pareti e pavimenti sono tappezzati di fotogrammi di vecchi film, quelli di grande successo nella storia del cinema. Sembra l’inizio non solo del film, ma del percorso di chi vuole fare cinema nella propria vita. La stessa protagonista è una regista in cerca di produttore.
Numerose sono le citazioni. Spesso come inserti di scene di vecchi film riproposti direttamente in video: Storie di Ordinaria Follia di Marco Ferreri con Ornella Muti nella celebre scena del fermaglio; Ciao Maschio sempre di Ferreri con la scena famosa della testa di gorilla gigante (che compare in un momento che diventa presagio per il racconto di Brividi d’Autore).
Lo stile
Subito dopo i titoli di testa veniamo immersi nel film con il sonoro, con un grido d’aiuto. Qui inizia Brividi d’Autore. E comincia un mondo che è anche nostro, oltre che quello della protagonista. Fatto di demoni, di paure, dei nostri lati più nascosti, di esperienze traumatiche pregresse che per quanto tentiamo di ricacciare nel buio delle nostre menti sono sempre lì, pronte a uscire allo scoperto.
Spesso la vita è una messinscena, piena di inganni e di sotterfugi. Tutti cercano la propria parte per sé, guidati dalle ossessioni e dalle paure primordiali e tutto si riversa nel mondo di oggi, benché questo sia un film realizzato con uno stile d’altri tempi. Ci sono il brivido di conoscere qualcuno in chat e il rischio di una relazione che può trasformarsi in incubo.
Il montaggio è spesso frenetico, ricco di ripetizioni, di immagini velocizzate o rallentate. Brividi d’Autore gioca sui meccanismi horror classici, non cerca il sensazionalismo della computer grafica della quale un film del 2022 potrebbe giovare. E questo non è certamente un limite. C’è tanta macchina a mano, per esempio.
É un film che guarda dentro di noi e cerca di metterci davanti quello che ogni giorno noi non riusciamo a vedere. Lo fa, molte volte, con ironia e leggerezza, ma non per questo toccando temi superficiali. Se la vita è un inganno, qui possiamo finalmente renderci conto di quanto noi stessi siamo parte di questo gigantesco inganno, che siamo nel ruolo degli ingannati o in quello di chi inganna.