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‘Cemetery of Splendour’: La recensione

Dal premiato regista thailandese, un ulteriore capitolo, enigmatico e misterioso, dedicato al sottile e impenetrabile filo rosso che lega la vita terrena a quella delle anime errabonde. Un'opera affascinante dal cineasta premiato a Cannes per 'Zio Boonmee'.

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Cemetery of splendour

Da qualche giorno sul portale per cinefili MUBI, è possibile recuperare un film raro ed eccezionale come Cemetery of Splendour, nono e magnetico film del talentuoso cineasta thailandese Apichatpong Weerasethakul, noto ed amato, ma anche temuto, per i suoi affascinanti e non proprio alla portata di qualunque palato Tropical Malady e Lo zio Boonmee che si ricorda delle vite precedenti. Fino al suo ultimo, magnifico, Memoria, del 2021, Premio della Giuria al Festival di Cannes di quello stesso anno.

Cemetery of Splendour, Quel misterioso sonno in cui sprofonda un intero plotone di militari

Tornato a partecipare al Festival di Cannes nel 2015, ospitato nella sezione Un Certain Regard, il grande regista tailandese ci conduce all’interno di un ospedale da campo costruito, o meglio adattato alle strutture interne di una scuola abbandonata, utilizzata come emergenza per ricoverare una serie di soldati, afflitti da una misteriosa malattia del sonno che li costringe privi di sensi per gran parte del giorno.

Un’anziana signora (con seri problemi a una gamba), moglie di un soldato americano in pensione, si offre di accudirli durante il suo tempo libero, affezionandosi in particolare a uno di loro, che lei giudica molto attraente, al punto da paragonarlo al Clark Kent di Superman.

Un giovanotto che, al contrario dei suoi commilitoni, non riceve mai visite da nessuno.

Aiutata da una medium, accorsa sul posto per cercare di capire le ragioni che possano giustificare questa malattia davvero molto strana e inspiegabile, la donna viene in contatto con i fantasmi di un cimitero che alcuni lavori in corso stanno esumando involontariamente.

Cemetery of Splendour – la recensione

Apichatpong Weerasethakul, quello della Palma D’Oro per Zio Boonmee, è un uomo di cinema straordinario e indecifrabile, ma sempre intrigante e misterioso.

Sospeso tra i misteri della vita terrena e di quella trascendentale, il cinema di Weerasethakul è un concentrato di enigmi e situazioni che spaziano dalla contemplazione alla considerazione della propria anima, del proprio intimo messo a nudo nel cercare di aprirsi ai misteri che ci circondano. Per trovare pace e tranquillità quando anche il fisico inizia a non rispondere ai richiami della salute.

Ecco allora che i fantasmi benigni di vite precedenti sopraggiungono a darci sollievo allietando, tra tubi fosforescenti e cangianti di colore, le menti tormentate in un sonno benefico a cui forse anela anche la nostra sventurata protagonista, vittima di sofferenze indicibili e tormentata anche durante le sue scarse ore di sonno.

Cemetery of Splendour,

Un cinema mistico e intimo che risulta spiazzante, impegnativo, indecifrabile, ma anche estremamente affascinante, se solo ci si lascia prendere dalla contemplazione e dalle lunghe riprese potenti e in qualche modo estatiche del grande regista thailandese, dalla passione per la natura selvaggia che ci conduce spesso nei meandri di un mistero racchiuso nei recessi di una foresta invalicabile, dove risiedono risposte apparentemente fuori dalla quotidiana razionalità.

Cemetery of Splendour

  • Anno: 2015
  • Durata: 115
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Thailandia/GB/Germania/Francia
  • Regia: Apichatpong Weerasethakul

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