Per un totale di sei film, ispirandosi all’omonima serie televisiva dal 1966 al 1973 creata da Bruce Geller, Mission Impossible è ad oggi una delle migliori saghe action (se non la migliore) della storia del cinema. Basti pensare che la saga ha riscosso sin dal primo film del 1996 un riscontro positivo sia in termini di critica che di pubblico, i 3,4 miliardi di dollari di incassi sono lì da vedere. L’altra peculiarità della saga è il coinvolgimento di un ampio numero di creativi in quasi tutti i reparti, dalla regia, alla sceneggiatura alla colonna sonora, ma soprattutto i tanti attori che hanno affiancato il vero artefice di tutto, il produttore-attore della saga, l’incredibile Tom Cruise. Scopriamo cosa ha reso iconica la saga, perché i primi capitoli sono considerati dei cult e perché la saga di Mission Impossible è una delle migliori di sempre.
Mission: Impossible | Netflix
La genesi e la fonte d’ispirazione
Il principale soggetto di riferimento è la serie televisiva di spionaggio, i cui personaggi sono riportati in scena nel primo film del 1996 seppur con diversi attori. La Paramount Pictures possedeva i diritti della serie, aveva cercato per anni di trarne un adattamento cinematografico, ma senza riuscirci. Tom Cruise convinse la Paramount a investire un budget di 80 milioni di dollari; Cruise divenne così il produttore del film insieme alla socia Paula Wagner. Chase Brandon, un ex membro della CIA, fu consulente del film. Per quanto riguarda lo stile della saga, si cerca di coniugare la componente action ai topoi narrativi delle spy stories (tradimenti, la femme fatale, la variazione di location e degli intrecci narrativi thriller ben architettati a tavolino).
Il modello di Alfred Hitchcock
L’action non sfocia in effimero intrattenimento, nel corso della saga la narrazione si riflette fortemente sulla messa in scena, per cui si ricorre a svariati espedienti per ingannare lo spettatore. La visione è ingannevole a partire dall’impiego delle iconiche maschere, dalle inquadrature che si concentrano in dettagli ingannevoli, che molto spesso non corrispondono alla narrazione (come nella rivelazione del villain nel primo capitolo in cui i dialoghi contraddicono la messa in scena) o al pensiero dei personaggi (come nel prologo del primo film prima dei titoli di testa). Insomma questo insieme di stilemi visivi e narrativi vengono ereditati da Alfred Hitchcock. La saga di Mission Impossible abbina l’intrattenimento action alla ricerca di una solida forma espressiva basata sugli espedienti visivi di Alfred Hitchcock. Non a caso la sceneggiatura del secondo film ha molti rimandi alla trama di Notorious. Nel terzo film Abrams usa il classico espediente Hitchcock-iano del McGuffin (un oggetto non importante per sé ma per far procedere la storia), mettendo al centro della storia una misteriosa arma (la “Zampa di lepre”).
Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt nel primo capitolo del 1996.
I primi tre capitoli. Da saga antologica…
L’idea di Tom Cruise inizialmente era coinvolgere registi diversi per ogni film al fine di realizzare capitoli antologici con stili registici diversi, offrendo varie sfumature del personaggio Ethan Hunt. Sebbene dal quarto capitolo in poi la saga ricerchi una maggior connessione narrativa (ad esempio il quarto capitolo si allaccia immediatamente al quinto capitolo con la caccia all’associazione criminale del Sindacato). L’aspetto antologico si riflette in primis nello stile registico.
1996, il noir di De Palma
Era il 1996 quando Tom Cruise e la sua casa di produzione ingaggiarono Brian De Palma per adattare la serie TV Mission Impossible per il grande schermo. De Palma dirige un capitolo Noir a tinte spy in cui la deriva action non è ancora dominante. Per di più l’impostazione di regia classica di De Palma prevede un uso sapiente di inquadrature angolate, tante scene silenziose e un utilizzo magistrale della profondità di campo, questi fattori alimentano la tensione del pubblico a dismisura.
Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt nel secondo capitolo del 2000.
L’action delirante di John Woo
Nel 2000 Tom Cruise affida la regia del secondo capitolo al mitico John Woo. Celebre regista di film d’azione orientali prima e occidentali poi (Face off). Il suo lavoro ha rivoluzionato il cinema action contemporaneo. Lo stile visivo esplosivo incontra ovviamente il gusto di chi cerca un action sfrenato, ma si nota come il film sia agli antipodi dell’impostazione spy-noir ponderata e pacata di De Palma. Difatti l’ultima ora di questo secondo capitolo tra esplosioni deliranti, inseguimenti delle moto al cardiopalma e Tom Cruise che si fa quasi infilzare l’occhio da un coltello vero, sono una gioia per gli occhi a costo di sospendere la propria incredulità.
Esordio sul grande schermo per J.J. Abrams
Nel 2006 dopo essere rimasto colpito dal lavoro per le serie televisive Alias e Lost Tom Cruise offrì il ruolo di regista a J. J. Abrams all’esordio sul grande schermo. Il film è considerato uno dei meno riusciti per via di una struttura narrativa fin troppo televisiva, difatti la natura di origine di Alias si intravede tutta. Eppure il film possiede dei grandi pregi nel grande villain interpretato da un magistrale Philip Seymour Hoffman, uno stile di regia action concitato e per la prima volta, l’introspezione di Ethan Hunt dal punto di vista emotivo.
Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt nel terzo capitolo del 2006.
…la saga consequenziale
La regia del quarto capitolo (Ghost Protocol) è stata affidata a Brad Bird, alla sua prima esperienza in live action dopo aver diretto vari film d’animazione (Ratatouille e Gli Incredibili). Il film, che ha avuto un budget di circa 140 milioni di dollari, è il primo ad essere stato parzialmente girato con macchine da presa IMAX. Difatti è uno dei film più spettacolari in termini visivi. I due limiti del film sono il villain piatto e il finale sbrigativo.
Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt nel quarto capitolo del 2011.
Per gli ultimi due capitoli, (Rogue Nation 2015 e Fallout 2018) viene stabilmente consolidata la natura di una saga consequenziale. La formazione di una squadra operativa dell’ IMF diviene elemento fondante, i rapporti tra i vari Ethan, Benji (Simon Pegg), Luther (Ving Rhames) e Ilsa (Rebecca Ferguson) sono esplorati. Nella squadra si percepisce un’amicizia se non addirittura un senso di familiarità.
L’autore meno conosciuto, Christopher McQuarrie
Christopher McQuarrie effettua tre operazioni importanti: rispettare alcuni stilemi dei film precedenti, consolidare una forma visiva action uniforme al cinema odierno che incontri il gusto di tutti, bilanciare lo sviluppo del protagonista Ethan Hunt e quello dei comprimari. Christopher McQuarrie si rivela un perfetto ideatore delle trame Spy e delle follie acrobatiche progettate da Cruise. Lo sceneggiatore premio Oscar per I Soliti Sospetti ha iniziato un vero e proprio sodalizio con la star di Top Gun, diventando poi il regista ufficiale della saga, anche per gli ultimi due capitoli. McQuarrie, dimostra di conoscere bene i meccanismi della suspence dei film di Hitchcock. Il regista vira il franchise, che rimane comunque cinema d’azione di alto livello, più verso l‘intrigo e la spy-story. Christopher McQuarrie riprende qui la scena chiave de L’uomo che sapeva troppo, nella sequenza all’Opera di Vienna, con un killer che attende il climax del concerto (qui è il “vincerò” di Nessun dorma) per sparare.
Tom Cruise, l’ultima star di Hollywood
Nell’era dei franchise, dei cinecomics, dei remake e dei reboot ad ogni costo, l’ultima star capace di incidere sul botteghino nelle sale è Tom Cruise. Basti pensare al recente strepitoso successo commerciale di Top Gun Maverick. Tom Cruise riesce ad attirare sia il pubblico retrò che il pubblico giovanile. Gli ultimi capitoli della saga sposano uno stile action (come John Wick) che incontra il gusto del pubblico più giovanile (basti pensare alla scena della scazzottata a Parigi). Il potere produttivo dell’attore nato a Syracuse è innegabile. Sia il sequel di Top Gun che l’imminente capitolo di Mission Impossible sono stati preservati per il grande schermo. Egli non si è piegato al rilascio in streaming e a detta di Spielberg la sala è salva anche grazie a lui:
“Hai salvato il culo di Hollywood. E potresti aver salvato anche la distribuzione“. “Seriamente, Maverick potrebbe aver salvato l’intero settore delle sale cinematografiche“. – Steven Spielberg
Steven Spielberg tells Tom Cruise that “you saved Hollywood’s ass and you might have saved theatrical distribution. Seriously, ‘Top Gun: Maverick’ might have saved the entire theatrical industry.”
Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt nel quinto capitolo del 2015.
Ethan Hunt, l’action man per antonomasia
Il fascino della saga risiede nella ricerca di una messa in scena realistica delle scene d’azione, a partire da scene stunt autentiche, per cui si ricorre all’impiego della cgi in casi estremi. Ne è esempio l’eccelso lavoro di Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt. In genere la vera missione impossibile che richiede lo sforzo acrobatico estremo si trova sempre verso metà film. Negli anni Tom Cruise è riuscito ad alzare il livello sempre di più.
Per Mission: Impossible 2 Tom Cruise non volle controfigure, nemmeno nelle scene più pericolose, come quella iniziale su una parete rocciosa nello Utah, nella quale però fu usata una invisibile imbragatura di protezione. Per la scena del coltello nell’occhio Tom Cruise ha insistito per usare un vero coltello.
Molte delle scene girate a Dubai per il quarto capitolo sono state ambientate nel Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo. Nella scena in cui Ethan Hunt scala all’esterno il grattacielo, Cruise non ha usato alcuna controfigura.
Per Mission Impossible: Rogue Nation Tom Cruise ha impersonato senza controfigura la scena iniziale, appeso all’esterno di un Airbus A400M in volo, ed è stato costretto a ripetere la scena per otto volte. Questo è il primo capitolo per cui Tom Cruise esegue due stunt impossibili nel film, perchè verso metà film Ethan si deve introdurre in un server segreto sotto una centrale idroelettrica, per effettuare tale scene l’attore è stato in apnea per ben sei minuti stabilendo un record:
È una cosa che ho sempre voluto fare. Io e il regista Christopher McQuarrie ci avevamo già pensato durante le riprese di Edge of Tomorrow. Ho girato un bel po’ di scene subacquee. Ma volevamo crearne una senza tagli, che fosse in grado rendere la suspense. Quindi realizzare quella sequenza è stato molto interessante. Siamo rimasti sott’acqua e abbiamo trattenuto il respiro per sei minuti. È stato davvero interessante.
Per Mission Impossible: Fallout Le sequenze dell’inseguimento in elicottero sono state girate con Tom Cruise come reale pilota, senza l’aiuto di stuntman, dopo alcune lezioni di volo. La scena in cui Tom Cruise si lancia da un aereo in skydive a oltre settemila metri di altezza sopra Parigi a una velocità di 350 km/h è stata girata centosei volte, dall’attore stesso senza stuntman, per avere le tre inquadrature che compongono la scena. Nell’agosto 2017, durante una scena di salto tra due edifici, Tom Cruise si infortuna alla caviglia causando lo stop delle riprese per sei settimane.
Insomma per ogni film il personaggio riesce nell’impresa di portare a termine missioni sempre più impossibili.
Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt nel sesto capitolo del 2018.
Un tema iconico per una saga iconica
Nella serie TV del 1966 creata da Bruce Geller era già presente la classica sigla composta da Lalo Schifrin, inconfondibile tema musicale che, arrangiato in varie versioni, è presente in tutti i film della saga. Anche in questo caso la natura antologica della saga si riflette nel coinvolgimento di diversi creativi musicali.
Ad esempio il lavoro di Danny Elfman del 1996 è assolutamente rispettoso del tema principale della serie tv. Per cui nel primo capitolo la colonna sonora è a servizio del film, i temi di Elfman (Spiderman, Edward Mani di Forbice, Batman) non sono tipici del suo stile consolidato, ma funzionali ad una riproposizione di vecchi temi sonori.
Nel secondo capitolo invece si riconosce molto la mano di Hans Zimmer. In questo secondo capitolo inoltre vi sono varie canzoni. La canzone principale del film è Take a Look Around dei Limp Bizkit, mentre la canzone che si può sentire nella scena dove Cruise scala la parete rocciosa si intitola Zap Mama-Iko-Iko, che si trovava in un altro film di Cruise Rain Man – L’uomo della pioggia. Oltre alla colonna sonora ufficiale, è stato pubblicato un album dal titolo Music from and Inspired by Mission: Impossible 2, alla quale hanno partecipato, tra i vari artisti, anche i Metallica, con il brano I Disappear.
Per il terzo ed il quarto film invece Michael Giacchino (Gli incredibili, Up) realizza una colonna sonora affine al suo stile e al contempo funzionale alla saga. L’uso minimalista di percussioni alimenta le scene più tipicamente da heist movie.
Attualizzare lo storico tema sonoro è impossibile?
Per il quinto ed il sesto capitolo (e per i prossimi due capitoli) Lorne Balfe realizza un impianto sonoro più spettacolare e “rumoroso” congruo allo stile visivo della macchine da presa IMAX. Si cercano sonorità più forti e impattanti. Sebbene in Fallout vi siano anche alcune scene in cui il commento sonoro sia più contenuto e ricerchi le percussioni da heist movie del quarto capitolo. Le scene di inseguimento (con l’iconica corsa di Tom Cruise) sono accompagnate dal pianoforte che alimenta il vertiginoso senso di fretta.
Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt nel settimo capitolo del 2023.
Cosa aspettarsi per il futuro
Adesso , che abbiamo spiegato cosa rende Mission Impossible la miglior saga action della storia del cinema dal 12 Luglio sarà disponibile il settimo capitolo della saga Mission Impossible: Dead Reckoning Parte 1. Come anticipato in precedenza il film doveva essere reso disponibile qualche anno addietro, le riprese erano inizialmente previste per il febbraio 2020, ma a causa di problemi logistici creati dalla pandemia globale il film è stato rinviato. Il film doveva essere girato in back to back assieme al capitolo successivo, come avviene spesso per i film divisi in due parti (basti pensare al Signore degli anelli) la seconda parte di Dead Reckoning è ad oggi prevista per il 28 Giugno 2024, sebbene vi siano alcuni ritardi legati all’attuale sciopero degli sceneggiatori.
Arrivati a questo punto, per i fan della saga e non solo, c’è soltanto un’ultima cosa da fare…