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Nouvelle Vague Sul Tevere

‘Cléo, Melvil et Moi’ in anteprima a Nouvelle Vague sul Tevere

Una storia d'amore in una città deserta, durante il lockdown

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Cléo Melvil et moi di Arnaud Viard, anteprima a Nouvelle Vague sul Tevere.

La seconda serata del festival di cinema Nouvelle Vague sul Tevere, che si tiene nella splendida cornice della Casa del Cinema di Villa Borghese, propone una visione in anteprima in Italia. Nell’ambito del gemellaggio ultra-cinquantennale tra Parigi e Roma, la capitale italiana ospita la prima visione di un film uscito nelle sale francesi il 5 luglio dal titolo Cléo, Melville et Moi del regista, autore e protagonista Arnaud Viard. La pellicola racconta in bianco e nero la Parigi del quartiere latino e dintorni durante la pandemia.

La presenza sul palco dell’attrice, regista e sceneggiatrice Marianne Denicourt, personaggio femminile del lungometraggio, ha reso ancora più ricca la visione di una storia molto passionale, scritta e girata in un periodo in cui il mondo “esterno” si era temporaneamente fermato.

La trama di Cléo Melvil et moi

Nella Ville Lumière, Arnaud è un padre separato che trascorre il pomeriggio in compagnia dei suoi figli nel parco del Lussemburgo, il 14 Marzo 2020. La situazione è piacevole ma tutti vociferano e accennano a qualcosa che confermerà l’indomani il presidente Macron in diretta nazionale: “confinement”, universalmente riconosciuto come lockdown, per scongiurare il Covid 19 è cominciato.

Arnaud (Viard) ha 54 anni e non ha paura di restare a Parigi a lavorare e a badare ai suoi due figli piccoli, Cléo e Melvil (Viard Garcin), avuti insieme all’ex-compagna Isabelle e che ora passano i giorni con i singoli genitori, in alternanza.

In una Parigi silenziosa e senza colori (il film è girato interamente in bianco e nero) seguiamo l’uomo tra le vie della città e le pareti domestiche in compagnia di Cléo e Melvil o del suo lavoro. L’unica presenza femminile è quella della farmacista Marianne (Denicourt), donna affascinante che suscita da subito il timido interesse di Arnaud, e che si trasformerà in una conoscenza piacevole e uno spiraglio per quei cinquantacinque giorni di reclusione. Allo stesso tempo la voce fuoricampo dello scrittore racconta pezzi della sua vita che lo hanno portato a riflettere e a prendere decisioni sul suo futuro.

Parigi come non l’avevamo mai vista

Il film è in bianco e nero ma con un uso della luce e di questi soli due colori molto suggestivo. In particolare nella scena del primo incontro tra Arnaud e Marianne che finirà con una danza passionale e coinvolgente nella piazza del Pantheon (non è spoiler, compare anche nel trailer). Il completo total white di lui rimarca la gonna bianca di lei a cui si oppone solo la maglietta nera.

Tra i tuoi occhi verdi e le strade deserte i due si godono il quartiere che in questo modo assomiglia un po’ a Cinecittà, a detta degli attori che si improvvisano in una canzone dedicata al periodo descritto dal film. In parallelo a queste scene, interni che mostrano vizi e vezzi della vita con i bambini, impegnata e ricca di cose da fare, momenti piacevoli ma anche responsabilità.

Una storia in divenire durante la pandemia

è stato molto bello poter lavorare in un momento in cui tutte le prospettive di futuro erano sospese.

Quello che si vede in Cléo, Melvil et moi  è  perfettamente calato nella realtà dei tempi, difficili per molte persone confinate in spazi angusti o lontani dai loro cari. La situazione di Arnaud non è esattamente tra le più piacevoli,  ma lui cerca di vedere sempre quello che ha e di mantenerlo, non tanto quello che gli manca o potrebbe avere. Ai momenti intimi con Marianne seguono anche notizie della morte di artisti (come il cantante franco italiano Christophe) e attimi di dissidio o rammarico con l’ex compagna.

La storia di Arnaud e Marianne tocca ricordi  della sensibilità collettiva non troppo distanti: i tempi degli applausi affacciati fuori alle finestre, dei lunghi periodi passati in casa mentre fuori si danno il cambio giornate meravigliose di primavera, della carenza di mascherine per il viso e gel disinfettanti (così avviene il primo incontro tra i due futuri amanti). Tuttavia, quello che viene raccontato è un amore che riaccende un po’ di speranza in un periodo dove tante cose sembravano essere perdute per sempre e proiettare lo sguardo in avanti è stato ogni giorno più complicato per tante persone.

La stessa opera nasce come una creazione in divenire durante il lockdown: la Denicourt ha raccontato di come i due artisti non abitassero in luoghi troppo distanti, cosa che gli ha permesso di girare tante scene entro i limiti consentiti, per poche ore al giorno con lunghe pause di set e con una storia che non era ancora stata scritta. Arnaud Viard continuava ad aggiungere man mano scene, descrizioni, battute su un copione che era soprattutto un canavaccio soggetto all’ispirazione del momento.

Se in quei giorni le idee di presente e futuro erano piuttosto vaghe, autenticità e passione si respirano e si percepiscono in maniera chiara e limpida durante la visione di Cléo, Melvil et moi, un lungometraggio che racconta una storia personale e che lascia il suo pubblico invitandolo a credere sempre nelle emozioni, fatte soprattutto di piccole cose: una passeggiata tra le vie silenziose, un figlio che dice al proprio padre “ti voglio bene”.

 

Nouvelle Vague sul Tevere è una rassegna di cinema francese a Roma e continua fino al 12 luglio. Qui il programma completo.

Cléo, Melvil et Moi

  • Anno: 2023
  • Durata: 72
  • Genere: Romantico, biografico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Arnaud Viard
  • Data di uscita: 05-July-2023