L’ultimo giorno è un cortometraggio diretto da Matteo Meredia, adattamento del racconto di Ennio Flaiano: Una e una notte.
Dal testo alle immagini
Il primo dei due racconti narrati in Una e una notte, scritto da Ennio Flaiano, prende vita grazie a un cortometraggio realizzato dagli studenti della suola Holden. La sfida presa in carico è quella di mutare in immagini le parole dello sceneggiatore di 8½ in maniera tale da riportare al meglio lo stato asettico e privo d’iniziativa del protagonista Graziano. Un cronista stanco, svogliato, messo costantemente sotto pressione dal suo superiore, che sceglie di prendere ispirazione per la stesura di un articolo vagando per la città. È l’incontro con un presunto alieno, durante uno dei suoi “viaggi” per la metropoli a svoltargli la vita, a porsi domande sulla sua esistenza e sul suo futuro, raggiungendo un punto di non ritorno che costringe Graziano a prendere decisioni drastiche e irreversibili.
Il tempo in L’ultimo giorno
Un’atmosfera magica, un evento misterioso che sfugge alle leggi della fisica che noi tutti conosciamo, sono tutti elementi fondamentali per far sorgere nell’animo del protagonista quesiti importanti sul suo percorso. Allo stesso modo lo spettatore, vedendo la successione fuori dal comune degli eventi, si porge a sua volta domande sulla sua vita, sulla realtà che lo circonda e sullo scorrere della clessidra personale. La sequenza ipnotica del “viaggio temporale” gioca particolarmente con effetti di luce che riportano al meglio lo stravolgimento del consueto scorrere del tempo. Le mani, elemento ricorrente nel film, sono simbolo della nostra forza e dell’intervento sulle nostre vite per modificarne il futuro, per raggiungere i propri obbiettivi e per rendere il nostro breve tempo su questa terra unico e da preservare.