Donde los niños no suenan è un vero e proprio colpo allo stomaco. Il cortometraggio, in concorso nella sezione Amarcorti dell’Umbria Film Festival 2023, diretto da Stefano Sbrulli, è un racconto di sofferenza, di accettazione, ma non di rassegnazione. Una storia che racconta qualcosa di tragicamente troppo reale.
La sinossi di Donde los niños no suenan
Lourdes e la sua famiglia vivono a pochi metri da un’enorme miniera di piombo che contamina l’ambiente in cui vivono. I figli di Lourdes soffrono di gravi patologie provocate dall’avvelenamento da metalli pesanti, con conseguenze sulla loro aspettativa di vita. (Fonte: Umbria Film Festival 2023)
La recensione
Una storia vera che, raccontata in forma documentaria e di reportage, si avvale del cortometraggio per non andare a scavare oltre e mostrare altri luoghi di sofferenza. La vita che Lourdes e la sua famiglia conducono non è vita. È solo sopravvivenza, nella speranza che il domani sia migliore dell’oggi. Ma purtroppo non sempre è così.
Nonostante questo, però, lei, anche se in soli 20 minuti, appare come una donna forte. Una donna che cerca di guardare avanti e avere fiducia in un futuro che, invece, sembra solo accanirsi sulla sua famiglia.
E come la sua famiglia ce ne sono anche molte altre, come recita la didascalia esplicativa alla fine del cortometraggio di Stefano Sbrulli. Una forte denuncia nei confronti delle conseguenze drammatiche legate allo sfruttamento minerario in Perù.
Donde los niños no suenan: uno sguardo esterno
Quella che ci offre il regista con il suo Donde los niños no suenan è una possibilità. Ci fa toccare con mani la sofferenza, la tristezza e il dolore. Prima ci affezioniamo e illudiamo che, proprio per questo, tutto possa andare per il meglio. Poi veniamo catapultati bruscamente alla dura e cruda realtà dei fatti. Fatti che nessuno dovrebbe mai provare o vivere.
Lo spaccato di vita che si vede sullo schermo è proprio un luogo dove i bambini non sognano, come recita il titolo di questo intenso cortometraggio.
Ma i bambini sono i sognatori per eccellenza. Perché devono essere privati di una delle cose più belle che esistono?
Un’amara, amarissima riflessione e presa di coscienza. Guardare oltre i propri spazi e magari tendere una mano. Tutti insieme, per tornare a sognare.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli