A cinque anni da Mission: Impossible – Fallout, torna per il gran finale della saga Ethan Hunt (Tom Cruise) insieme ai colleghi Luther (Ving Rhames), Benji (Simon Pegg), Ilsa (Rebecca Ferguson), oltre ai nuovi personaggi Grace (Hayley Atwell) e Gabriel (Esai Morales). Il film è stato prodotto da Paramount in collaborazione con Skydance e Tom Cruise Productions, a fronte di un budget monstre di 290 milioni di dollari, con location che spaziano da Dubai a Roma, da Venezia fino alle Alpi austriache.
‘Mission: Impossible’ – Dead Reckoning Parte Uno’. La recensione
La storia ha inizio nel Mare di Bering, dove il sommergibile russo Sevastopol affonda a seguito di un misterioso incidente. Nel disastro vanno perdute le due metà di una chiave in grado di azionare un potentissimo dispositivo. Ethan Hunt viene incaricato dalla CIA di recuperare i pezzi prima che finiscano in mani sbagliate, ma a condividere lo stesso obiettivo c’è anche un micidiale fantasma del suo passato…
Ormai siamo abituati a vedere affiancato ai titoli di franchise storici come M:I capitoli numerati quasi in doppia cifra, che normalmente avremmo associato a saghe di film horror. Invece, è del tutto normale andare a vedere Indiana Jones 5, Fast & Furious 10 o Transformers 6+1, ossia proliferazioni provocate dal timore degli studios di arrischiarsi in opere originali potenzialmente sanguinose. Come rendere una saga fisiologicamente decrepita ancora fresca? Alzando la posta, ovviamente.
Gioco al rialzo
In M:I questo gioco al rialzo è stato offerto dal presentare stunt eseguiti direttamente da Tom Cruise sempre più spericolati, che sconvolgono il pubblico e ancor di più i periti assicurativi. Quindi, sì, al centro del racconto e del conflitto ormai non abbiamo più Ethan Hunt contro il villain di turno, ma Cruise contro i limiti del suo corpo, ormai sessantenne e non esente da acciacchi. Questo aspetto si nota ancor di più in questo capitolo, intitolato appunto dead reckoning, locuzione felice che ha il doppio significato di “resa dei conti” e “localizzazione in base alla posizione precedente”. Hunt, infatti, dovrà affrontare il proprio passato e un nemico di un futuro prossimo impossibile da trovare. Il tutto con un fisico sempre più logoro e con la consapevolezza di poter proteggere chi ama.
Se il film si fosse concentrato sulla sua crepuscolarità ne avrebbe sicuramente giovato a livello di forza drammatica. Invece, abbraccia un fragile compromesso tra desiderio di battere nuovi sentieri con le necessità di spettacolarizzazione. L’opera, inoltre, ha risentito di una produzione travagliatissima a causa delle restrizioni Covid (fu girato in piena pandemia nel 2020-2021) che ne hanno inficiato l’omogeneità sia di tono che di estetica. Sono molte le scene che hanno una grana posticcia, in particolare quella in discoteca sembra uscita da un vecchio telefilm. La coerenza è carente anche sul piano della regia. Senza nulla togliere alle splendide scene d’azione (in particolare la macrosequenza del treno), ci sono momenti non altezza per film di questa importanza. In particolare, è esemplare un piccolo momento in cui Ethan, additato come molestatore, viene “bloccato” da una cerchia di uomini completamente impassibili.
Non ha aiutato a conferire spessore la sequenza italiana (con Roma già presente quest’anno in Fast X), dato che le riprese ad alto budget nelle città italiane sembrano appartenere tutte allo stesso identico film. Viene da chiedersi se sia possibile guardare con meno pigrizia e più voglia di incuriosire lo spettatore innovando l’immaginario di queste location ben note.
Altro elemento problematico è l’antagonista: Esai Morales , per quanto si impegni a rendersi minaccioso, non ha minimamente il carisma di predecessori come Sean Harris. Ma, come si è detto, il vero nemico è astratto, non è più in carne e ossa. Ethan Hunt deve temere direttamente il futuro prossimo, quando saranno le intelligenze artificiali ad avere il controllo sulle storie e le azioni che le compongono. E, in questo senso, torna il conflitto tra analogico e digitale, che già si era consumato nei cieli di Top Gun: Maverick, dove Cruise voleva dimostrare la superiorità del pilota umano su quello simulato. Qui, però, ritroviamo i travestimenti e le abilità escapiste della MIF contro un nemico in grado di manipolare direttamente la realtà.
Al settimo capitolo non era facile trovare nuove tematiche per stimolare la saga, ma questa nuova avventura riesce a confermare almeno in parte quanto di buono visto nel dolentissimo M:I Fallout. Rimane il senso di morte che perseguita la squadra di Ethan, opposta a nemici sempre più letali anche quando sembrano innocue animazioni che si agitano su uno schermo. Nel 2025 vedremo la seconda parte e solo allora si potrà giudicare appieno questo gran finale che per ora ha espresso una qualità altalenante, ma con la solita voglia superarsi e gettarsi nel vuoto di un futuro ignoto.
I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’
Mission: Impossible - Dead Reckoning Parte Uno
Anno: 2023
Durata: 163'
Distribuzione: Eagle Pictures
Genere: Azione
Nazionalita: USA
Regia: Christopher McQuarrie
Data di uscita: 12-July-2023
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